giovedì 21 novembre 2013

La normativa etica del CONI servirà ad arginare la brutta piega presa dal ciclismo amatoriale italiano ?

E' un fenomeno tipicamente italiano, quello di esasperare, la pratica sportiva amatoriale, rendendola una competizione sfrenata ed insulsa, per raggiungere nulla di concreto. Lo sport amatoriale è tale perché viene esercitato per passione, divertimento e per raggiungere ed aumentare il benessere psico fisico. Tutto qui. Andare oltre, significa travisare la realtà personale e sociale, minare persino il proprio benessere psicologico, finanche a giungere a disturbi della personalità. Un ciclista amatoriale, non può e non deve imitare, il ciclista professionista, che come tale, è un atleta pagato per raggiungere obiettivi, in quanto dotato di particolari caratteristiche psico fisiche, spesso non comuni, come nel caso del campione. Chiarito questo, e per molti potrebbe essere una scoperta, va detto che ciclisti amatoriali, sono stati trovati positivi ai controlli antidoping. Doparsi per vincere un prosciutto o altri generi alimentari ( spesso di non eccelsa qualità) e/o per conquistare piazzamenti in classifica, non fanno guadagnare "direttamente" soldi; dunque l'unico risultato è quello di ostentare saccenza verso i compagni di squadra o gli altri concorrenti ed  impedire di  farsi sfottere, e quindi subire una frustrazione personale,a causa della fragilità emotiva. Ciclisti "vittime" di un errore fatale che fuggono all'arrivo di una gran fondo, per evitare i controlli antidoping ed un processo penale. Tra i ciclisti amatoriali ossessionati dalla prestazione, dal successo ad ogni costo, ci sono persino persone che hanno superato i 40 anni, età in cui i professionisti, si sono ritirati dallo sport agonistico ed hanno incominciato a fare un lavoro comune.  
Nel ciclismo amatoriale le vittorie e i piazzamenti non possono essere pagati con premi in denaro, è vietato; ciò nonostante, qualcuno, a cui piace giocare a fare il presidente di un team vincente, potrebbe eludere il divieto, pagando ai tesserati, spesso ex professionisti, premi in denaro, sotto forma di rimborsi e/ o compensazioni. Uso il condizionale, perché ovviamente non accade, e tutti lo speriamo,anche perché, questa oscena pratica, se posta in essere, contribuirebbe a fare estinguere il mondo amatoriale, facendolo diventare un mondo di combattimenti "clandestini". Anche questa sarebbe un contributo aberrante, alla deformazione della realtà amatoriale. Un ulteriore deriva del sistema, di cui il tempo, ne svelerà l'abuso concreto.
Quello che invece è certo è l'uso del doping nello sport amatoriale, come dimostrano i fatti di cronaca ed i numerosi processi penali e sportivi. Un dramma che sta allontanando molti appassionati puri, dalla pratica amatoriale, vinti dalla nausea verso il sistema amatoriale attuale, deformato e deviato, felici in cuor loro, di partecipare solo a manifestazioni goliardiche, pregne di sano e partecipato spirito sportivo, costretti per questo a pedalare numerosi, lontano dalle gran fondo e dalle gare di circuito. Del resto non ha senso iscriversi ad una gara amatoriale, quando nella griglia rossa o di altro colore, ci sono gli ex professionisti o ciclisti dopati; non ha senso per chi vuole misurarsi sulla base di un sano confronto, senza scorciatoie ed inganni. 
Va detto, che gli organizzatori partecipanti al Consorzio Five Stars League, che raccoglie alcune tra le più importanti gran fondo italiane, come la Maratona delle Dolomiti, la Novecolli, la Sportful, la Pinarello, la Gimondi e la Grand Fondo Campagnolo Roma, hanno adottato, già da tempo, nei loro regolamenti, norme etiche che prevedono l'inibizione per coloro che sono stati coinvolti in pratiche di doping. 
E così questo clima esasperato e violento, per certi versi, fantoziano, ha determinato il varo da parte del CONI di un codice etico. 
Il CONI, con la delibera n°450 del 20/12/2011, ha rimandato alla FCI e alla sua struttura amatoriale, quali la  FSN, EPS, ASI, UISP, CSI e CSAIN, eccetera, che a sua volta hanno proceduto in larga parte, all'approvazione in sede di CNC, l'adozione di specifiche norme di certificazione etica, a partire dalla prossima stagione agonistica (2014). In particolare l'art. 1.1.03 stabilisce che :" Non potranno essere tesserati Cicloamatori i soggetti che risultino sanzionati dalla giustizia sportiva e/o ordinaria, per un periodo superiore a mesi 6 (sei), ovvero che siano assoggettati ad indagini, per motivi legati al doping. Il legale rappresentante della società affiliata alla FCI, ha la responsabilità di far sottoscrivere, a ciascuno degli associati che intendano tesserarsi quali Cicloamatori, una dichiarazione etica che attesti l’inesistenza di sanzioni e/o indagini per motivi legati al doping e l’obbligo di immediata informazione in caso di successive sanzioni e/o indagini a suo carico, onde poter procedere alla contestuale comunicazione alla segreteria del S.A.N. della FCI. La mancata sottoscrizione della dichiarazione non consentirà il rilascio della tessera di iscrizione. Il testo della dichiarazione etica sarà allegato ad un apposito comunicato.".  
E' appena il caso di precisare che tale dichiarazione, è un autocertificazione, e per l'effetto, in caso di dichiarazioni mendaci, produce conseguenze di natura penale. 
L'intervento del CONI, finalizzato a normalizzare la pratica amatoriale, ha stabilito anche che gli atleti professionisti potranno accedere dal mondo professionistico, a quello amatoriale, solo decorsi 4 anni ( 2 per le donne e 1 per i dilettanti). 
Insomma un intervento mirato e semplice che spera di limitare le distorsioni preoccupanti del mondo amatoriale ciclistico. Se è vero che nella società contemporanea, si vive un confronto interpersonale, esasperato e conflittuale, a causa di modelli di vita che creano disuguaglianze e lacerano la convivenza, mietendo vittime ed emarginati, è pur vero che lo sport amatoriale, considerata la sua valenza educativa e sociale e destinato al raggiungimento del benessere psico fisico,  deve costituire un argine alle spinte distruttrici del conflitto sociale, in atto. 
Liberate dunque lo sport amatoriale dal male e dallo scandalo. Rompete le catene della dipendenza al doping. Chi si dopa non vince mai.  Pedalate e soffrite in modo sano, c'è più gusto e coraggio. E ricordatevi che i campioni sono altri, non ne vale la pena. Le vostre vittorie amatoriali sporche non saranno mai ricordate dall'opinione pubblica, ma destinate all'oblio; oppure saranno "celebrate" nelle aule dei tribunali. Doping e' droga. Le sostanze dopanti creano dipendenza, malattie e morte; per cosa ? Un prosciutto ! 


Obiettivo del vero ciclista amatoriale: pedalare sfidando se stessi, immersi nella natura, migliorandosi, solo con il sudore e la fatica sana, con la gioia di essere liberi. 

6 commenti:

  1. Purtroppo finche' nelle gf corrono ex professionisti ma non ex con 60-70 anni sul groppone ma ex che a mala pene arrivano alla trentina dove vogliamo andare , ma veramente pensate che questi corrono gratis ? Per passione ? Che senso ha correre una gara che non e' una gara perche' non la puoi vincere !!! Io preferisco allenarmi e fare i lunghi per i fatti miei piuttosto che gareggiare con chi ha l'ammiraglia e la squadra al seguito , a dimenticavo io di tanto in tanto lavoro ( circa 5 giorni la settimana ) e cio nonostante supero i 220000 km ogni anno naturalmente a pane e acqua .

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  2. Risposte
    1. Si 22000 scrivendo con il cellulare mi e' scappato uno zero , lo regalo a chi si dopa per un prosciutto ! Quest'anno a oggi sono a 23300 .

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  3. Vecchia non e' solo una questione di griglia rossa fenomeno preoccupante, ma e' il senso della misura che hanno perso i ciclisti amatoriali in genere. C'è gente che si comporta come i prof, senza aver capito che per noi ciclisti amatoriali e' e deve rimanere solo un hobby un modo per socializzare e mantenersi in forma. Le conseguenze sono che fanno tutto seriamente. Preoccupati dell'esito della gara, divisi tra lavoro e allenamenti, diventano stressati ed infelici, rivaleggiano persino con i compagni di squadra, sacrificano tutto per il risultato, eccetera. Poi con il tempo si renderanno conto che la loro vita ammesso che riescono a fare classifica non cambierà mai. Le GF sono e devono rimanere solo un confronto con se stessi un occasione per divertirsi socializzare e visitare luoghi. Francamente molti hanno perso la misura. Conosco team che litigano invece lo sport e' momento di aggregazione. Insomma dateci un taglio che la vita e' oltre una classifica che essendo amatoriale non comporta successo vero denaro e cambio di stile di vita. Peraltro questi diventano anche presuntuosi e fanatici; ho conosciuto prof e ho pedalato con alcuni di loro, ma credimi, erano umili e cordiali, sembravano vecchi amici. Dai molti stanno esagerando.

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  4. Purtroppo e' un fenomeno generalizzato anche ad altri sport come il calcio e parlo di terza categoria dove un tempo avrei pagato per giocare imvece oggi se non gli dai soldi non vanno magari poche centinaia di euro ma l'importante e' atteggiarsi a fare il piccolo professionista . Ora tornando al ciclismo io non posso certo comsiderarmi uno che fa questo sport tanto per passare qualche ora in bici visto e il tempo e l' intensita' che vi dedico ma l'importante e' farlo per se stessi e nel mio caso essendo un perfezionista farlo al massimo delle mie possibilita' mi rilassa . Chi fa le gf con spirito diverso da questo non otterra' altro di stancarsi in pochi anni e molto probabilmente di andare anche piu' piano per via dello stress . Colpa anche del sistema che se non fai gare non conti niente , che poi che gara e' battagliare per arrivare 3 millesimo alla Nove Colli , molti credono di correre una gara e invece non si rendono conto di fare una prove contro se stessi che e' poi la vera essenza del ciclismo .

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  5. E' comico sapere che molti partecipano alla GF persino per arrivare prima del compagno di squadra; e per farlo portano via tempo alle cose più importanti della vita; in questi casi, il passo verso il doping è molto facile perché per loro, conta arrivare prima del compagno di uscita o di squadra, ad ogni costo, altrimenti all'incontro serale al bar o davanti al negozio di biciclette, rischiano il dileggio; e così per evitarlo, alcuni, ricorrono all'aiutino dei farmaci, illegale, con il fai da te, nel senso che se li prendono da soli, senza sapere le conseguenze che ne derivano.
    Tuttavia credo che tutto ciò faccia il gioco degli organizzatori delle GF che aumentano i propri guadagni.
    Comunque questo dell'agonismo esasperato è un fenomeno tipicamente italiano.
    Da noi ognuno corre per se; questo è uno dei motivi perchè l'Italia è senza identità nazionale. Mi fermo qui altrimenti dovrei affrontare argomenti di natura storica e sociale.

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