martedì 20 febbraio 2024

TEST BIKE: lubrificante per catene SWEET CHAIN .


Il meglio passa prima sul mio blog. Continuano i test dei lubrificanti di ultima generazione, alternativi all'olio sintetico, per avere chilometraggi "lubrificati" maggiori, maggiore durata della catena, minore sporcizia ed evitare il tipico "nero" sulla catena dell'olio sintetico consumato. La mia ricerca continua di prodotti innovativi ed alternativi, in modo da consigliare al meglio i lettori (anche) questa volta mi ha portato in Germania, alla SWEET CHAIN, la quale mi ha fornito due campioni per la lubrificazione delle catene, destinatati all'uso professionistico: il PRO composto da cera unita ad un mix grafene/grafite e un altro prodotto, non ancora commercializzato, destinato (per ora) solo al mio test, i quali ingredienti sono coperti dal segreto industriale. Il lubrificante Sweet Chain PRO è già disponibile sul sito ufficiale; ecco il link CLICCA QUICaratteristiche del lubrificante SWEET CHAIN PRO dichiarate dal produttore: guida fluida e silenziosa; riduce l'usura e prolunga la durata della catena; eccellente repellenza all'acqua e allo sporco per una cura della catena pulita ed efficace. Prima di usare, nuovi lubrificanti, soprattutto quelli con cera o ingredienti naturali, di sgrassare perfettamente la catena, meglio, se riuscite a smontarla, per lavarla con la macchina ultra suoni oppure per lasciarla sgrassare in una bacinella riempita con sgrassante professionale; altrimenti usate spazzole per catene, per lavare anche il pacco pignoni. Dopo averla sgrassata e asciugata, applicare due volte SWEET CHAIN il giorno prima, facendola ruotare 10/20 volte, pausa di un ora circa, ripetere l'applicazione. Non utilizzate la catena lubrificata con cera, prima di uscire, sarebbe come sprecare il prodotto, in quanto necessita di un tempo lungo, per asciugarsi e fissarsi sulla catena. Ovviamente il test sarà fatto con la race gravel bike per avere una prova più selettiva, su terreni impervi e strade difficili, dove la trasmissione è più sollecitata e quindi occorre il migliore lubrificante. I test veri sono una cosa seria perché sono indirizzati ai ciclisti per i quali ho il massimo rispetto. Nei miei test riproduco tutte le condizioni più severe per provare i prodotti scelti. Quindi li testo anche sul rullo libero dove la catena gira a velocità elevata (con gambe allenate) e riproduce le condizioni più vicine alla strada. Test realizzato in collaborazione con la SWEET CHAIN. 

 

Test su strade. La catena Sweet Chain PRO è stata utilizzata su strade asfaltate e gravel. La catena sgrassata dopo la prima applicazione di Sweet Chain PRO si presenta leggermente appiccicosa, e rimane appiccicosa, anche durante il test. Si formano dei grumi appiccicosi di cera, sia sulla catena ( tendono a ridursi gradualmente con l'utilizzo), sia sui pignoni, sia sulle rotelline della puleggia del cambio. E' una cosa che si ripete anche con gli altri prodotti concorrenti a base di cera. La lubrificazione rimane efficace per circa 300 chilometri; la catena trattata con Sweet Chain PRO è silenziosa e gira bene sui pignoni. Entro i primi 300 km non ci sono tracce di sporcizia rilevante sulla catena. Residui secchi della lubrificazione anche sui pignoni e sul mozzo della ruota posteriore. A 150 km ispezionando le rotelline della puleggia del cambio ho notato che sono diventate "nere", evidentemente ciò è dovuto alla componente sintetica grafite/grafene; le maglie della catena sono ancora un pò lubrificate, ma incomincia a sentirsi il rumore metallico della catena che gira. A quel punto occorre pulire le rotelline e la catena con un panno, ma senza sgrassare, per sfruttare la patina protettiva del lubrificante secco. Ottima lubrificazione. Saluti ciclistici. 


sabato 17 febbraio 2024

La Parigi-Roubaix con le bici da gravel ! Adattamento ed evoluzione !

Ritorno sull'argomento CLICCA QUI e rilancio. Nel 2024 corrono la Roubaix (come tutte le corse del Nord e le corse a tappe sotto la pioggia) ancora con la bici da corsa; è assurdo ! In un mondo normale, la Roubaix, dovrebbe essere corsa con le bici gravel e/o race gravel. Oramai nel catalogo dei brand ci sono entrambe e sono più vendute delle bici da corsa; non c'è più bisogno di  modificare con soluzioni parziali e limitate, bici da corsa, prodotte per la strada asfaltata! Nel 2024, il livello di una corsa professionistica è così elevato da non permettere adattamenti grossolani. La Roubaix non è l'Eroica! Tutto si evolve, tutto cambia. L'unica certezza è il cambiamento. Panta Rei. Ne guadagnerebbe non solo lo spettacolo, ma anche la SICUREZZA dei corridori. Accadrebbe, come per i freni a disco; prima i team prof, li evitavano, poi, quando iniziarono a passare al disc, su "ordine" dal marketing, tutti si adeguarono, fu la svolta epocale che sancii, il declino della bici da corsa con freni tradizionali, ad eccezione della produzione artigianale su misura, come per esempio, quella testata  e recensita sul blog, di assoluta qualità, riservata ad una nicchia di ciclisti esperti. E' noto che i pedalatori imitano e "prendono ispirazione" dal mondo delle corse ! Lo chiamo l'effetto "gregge", tipico della società massificata.  Al di là della questione sociologica, la bici race gravel è più performante della bici da corsa sulle strade sterrate ed accidentate, e la differenza sulla strada asfaltata non essendo rilevante, la rende versatile, più maneggevole e stabile, e sempre pronta ad ogni situazione meteo. Le bici da corsa di ultima generazione sono troppo estreme, le meno adatte per la sicurezza dei corridori CLICCA QUI: ruote ultra rigide, telai e manubri, aero e rigidi, geometrie e assetti eccessivi. Inutile discuterne ! E' così ! Se non  provi non te ne rendi conto; conta essere veloci, si, ma più stabili e comodi, su strade di campagna e dissestate, con il mezzo adatto per “gestire” le buche 🕳️ ! La Roubaix non è crono scalata o prova contro il tempo, dove contano il tempo e i decimi di secondo; con le "gambe che non sentono la catena", puoi fare di tutto, con tutto ! Adattamento ed evoluzione; la race gravel è l'evoluzione della bici da corsa, è la soluzione più aggiornata per  il ciclismo. Basta con il "purismo"  e con le bici da corsa estreme !  Saluti ciclistici. 


Aggiornamento.  I corridori della Israel Premier Tech, parteciperanno alla Roubaix 2024, pedalando con le Factor Ostro Gravel ! Pubblico la presentazione fatta dal team sul profilo ufficiale Instagram e YOUTUBE; sono stato visionario 😉 ! Contano le gambe e una gravel. Saluti ciclistici. 
 

sabato 10 febbraio 2024

Lo chiamavano Lupo Solitario.

Mi chiamavano Lupo Solitario perché ciclisticamente parlando andavo in fuga e così IA mi ha regalato questa immagine che condivido. Saluti ciclistici. 

giovedì 8 febbraio 2024

La disumanizzazione del ciclista.

Lo studio del 2019 condotto dai ricercatori della Monash University, del Centre for Accident Research & Road Safety – Queensland (CARRS-Q) della QUT e dal professor Nick Haslam della School of Psychological Sciences dell'Università di Melbourne dimostrerebbe che più della metà degli automobilisti australiani considera che i ciclisti non siano completamente umani e che esiste un legame tra la disumanizzazione dei ciclisti e gli atti di aggressione deliberata nei loro confronti sulla strada. Per leggere la notizia dal sito della Monash University  CLICCA QUI  e lo studio CLICCA QUI . Per leggere lo studio pubblicato sul sito Science Direct CLICCA QUI  . Il problema della disumanizzazione è solitamente studiato in relazione agli atteggiamenti verso gruppi razziali o etnici ! Ai partecipanti allo studio è stata presentata l'immagine iconica dell'evoluzione dalla scimmia all'uomo oppure un adattamento di tale immagine che mostrava le fasi dell'evoluzione dalla blatta all'uomo. Ebbene l'autrice principale dello studio, la dottoressa Alexa Delbosc, docente presso l'Instituto degli Studi sul Trasporto ( dipartimento di Ingegneria Civile) della Monash University, ha affermato che la scala insetto-umana è stata progettata per lo studio a causa dei numerosi insulti informali contro i ciclisti, paragonandoli a "scarafaggi" o "zanzare". Quindi sia su scala umana-scimmia che su scala umana-insetto, il 55 per cento dei non ciclisti e il 30 per cento dei ciclisti hanno ritenuto che i ciclisti non fossero completamente umani. "Quando non pensi che qualcuno sia 'pienamente' umano, è più facile giustificare l'odio o l'aggressività nei suoi confronti. Questo può innescare un ciclo crescente di risentimento", ha affermato la dottoressa Delbosc . Narelle Haworth, direttrice del centro CARRS-Q e coautrice dello studio, ha affermato che lo studio ha rivelato che il problema della disumanizzazione sulle strade non è solo una questione di automobilisti contro ciclisti. "Il problema più grande è che un numero significativo di entrambi i gruppi considera i ciclisti non umani al 100%", ha affermato il professor Haworth. "Tra le persone che vanno in bicicletta, tra le persone che non vanno in bicicletta, c'è ancora chi pensa che i ciclisti non siano completamente umani"; La scala di disumanizzazione è associata all’auto-segnalazione di aggressioni dirette"; "Usare l'auto per bloccare deliberatamente un ciclista, usare l'auto per tagliare la strada deliberatamente a un ciclista, lanciare un oggetto contro un ciclista: questi atti di aggressione diretta sono pericolosi." La dottoressa Delbosc conclude "In definitiva vogliamo comprendere questo processo in modo da poter fare un lavoro migliore nel dare un volto umano alle persone che vanno in bicicletta, così che si spera di poter contribuire a porre fine agli abusi". Lo studio scientifico conferma quanto ho constatato durante gli anni di ciclismo praticato. L'annoso problema sta diventando sempre più grave, negli ultimi anni, per effetto di una generale costante e dilagante disumanizzazione della società italiana ( e non solo). I termini della questione per l'immaginario sono : l'automobilista sarebbe il "normale", il ciclista sarebbe " il non umano" comunque il "diverso" e si sa, nella società di massa, chi si pone fuori dalla maggioranza, è "diversamente umano". E come sempre è un problema di cultura. Saluti ciclistici. 

La scala insetto-umana oggetto dello studio.