Innanzitutto è stata la fiera dei grandi assenti, come Trek, Specialized, Giant, Pinarello, Bianchi, Scott, BMC. Il motivo apparente è che tutto è stato già presentato prima dell'estate; il motivo vero è che i grandi marchi snobbano le fiere e preferiscono fare da soli. Ora non capisco perché i marchi italiani imitino quelli americani ! Cosmobike è italiana, dunque un occasione per creare indotto e soprattutto FARE ITALIA.
Segnalo lo stand del distributore Beltrami, non solo per la degustazione gratuita di barrette energetiche e per il bar, caffè offerto ai clienti. ma soprattutto per una vasta esposizione dei marchi distribuiti, tra i quali la bicicletta di Aru e la bici crono dell'Astana.
Segnalo lo stand del distributore Beltrami, non solo per la degustazione gratuita di barrette energetiche e per il bar, caffè offerto ai clienti. ma soprattutto per una vasta esposizione dei marchi distribuiti, tra i quali la bicicletta di Aru e la bici crono dell'Astana.
E' stata la fiera dell'offerta deludente, sia per novità, non è colpa di Cosmobike, ma degli americani che anticipano il mercato prima di settembre, sia per sostanza, c'è poco da inventare ancora, si è raggiunto un limite fisiologico. Ho visto molti cloni, prodotti similari, "visto uno, hai visto gli altri", fatti alcuni distinguo. In particolare i telai aero sono quasi tutti uguali; è quasi pleonastico fare dei distinguo. Oramai c'è rimasto solo qualche forma, ad essere degna di "una copia autentica cinese", il resto si confonde. Ma v'è di più. Il mercato sta vivendo il momento decisivo, l'offerta globale non consente pause, il consumismo è il suo imperativo. In pochi sono incapaci di vederlo, ma il mercato è in crisi perché non sa come convincere i consumatori a cambiare la bicicletta da corsa, dopo avere flagellato il mercato della MTB, con la iattura delle 29 ( anche se nel campo della MTB sono arrivati al parziale dietro front). Qualcuno non è riuscito a vedere i telai di sostanza, e ce ne erano, dietro la cortina fumogena dei telai con freni a disco; per questo molti pensano, che sia finita per la bicicletta da corsa con freni cantilever ed invece NO. I produttori dovranno dimostrare con il tempo e sulla strada e non con gli spot pubblicitari e con i comunicati stampa, di avere superato effettivamente, definitivamente ed universalmente le problematiche del freno a disco; le ricordo: 1) dissipazione del calore del disco ( il calore generato dalla frenata surriscalda il mozzo); 2) asimmetria della forza frenante ( problemi di tenuta e resistenza della forcella); 3) assenza di uno standard unificato ( uno dei motivi perché i prof non li vogliono). Il mercato mente, illude, finge, promette quello che non può ancora dare, ed intanto rimpalla sui negozianti il grande problema di gestire l'offerta dell'enorme quantità di bici da corsa con disco, ferma nei magazzini, visto che ogni negoziante dovendo programmare le vendite, dovrebbe accollarsi le permute delle biciclette da strada con freni cantilever e soprattutto dovrebbe tentare di convincere i ciclisti a cambiare con il disco, e contemporaneamente a smaltire le biciclette da corsa cantilever.
Giusto però che chi voglia scegliere quella con i freni a disco possa farlo, come altrettanto possa fare, chi voglia usare invece quella con i freni cantilever. Insomma ognuno scelga la sua. Ma credo che i grandi produttori potrebbero non essere d'accordo, o almeno non tutti potrebbero pensarla uguale. Una cosa è certa fino a quando ci sarà la bicicletta da corsa con i freni cantilever, quella con i freni a disco non venderà abbastanza per coprire l'investimento e trarre profitti.
Avrete notato che ho usato il condizionale. TRANQUILLI, SE VI DIRANNO CHE IL FRENO A DISCO E' GIA' UN SUCCESSO, CHE PER IL FUTURO ( QUALE ? SONO GIA' PASSATI DIVERSI ANNI DAL LANCIO !! QUANTO DEVONO ANCORA ATTENDERE ?) SARA' TUTTO DISCO, SE QUALCHE NEGOZIANTE DOVESSE DIRVI CHE IL 50-60% DELLE VENDITE SONO PER I FRENI A DISCO. ABBIATE IL DUBBIO. Nessun produttore ha mai resi pubblici i numeri certificati da un ente terzo delle vendite delle bdc con freni a disco e non lo farà mai, perché LA BICICLETTA DA CORSA CON FRENI CANTILEVER E' VIVA e non morrà. Anche se qualcuno dovesse finire per costringere i corridori prof ad usare solo freni a disco, pensando di convincere il ciclista medio, che ama imitarli, anche se dovessero dirvi che i freni a disco sono la soluzione ai problemi dei freni cantilever, sottacendo i problemi suindicati del freno a disco !! Non ci credete e continuate a scegliere liberamente e consapevolmente. Saluti ciclistici
Giusto però che chi voglia scegliere quella con i freni a disco possa farlo, come altrettanto possa fare, chi voglia usare invece quella con i freni cantilever. Insomma ognuno scelga la sua. Ma credo che i grandi produttori potrebbero non essere d'accordo, o almeno non tutti potrebbero pensarla uguale. Una cosa è certa fino a quando ci sarà la bicicletta da corsa con i freni cantilever, quella con i freni a disco non venderà abbastanza per coprire l'investimento e trarre profitti.
Avrete notato che ho usato il condizionale. TRANQUILLI, SE VI DIRANNO CHE IL FRENO A DISCO E' GIA' UN SUCCESSO, CHE PER IL FUTURO ( QUALE ? SONO GIA' PASSATI DIVERSI ANNI DAL LANCIO !! QUANTO DEVONO ANCORA ATTENDERE ?) SARA' TUTTO DISCO, SE QUALCHE NEGOZIANTE DOVESSE DIRVI CHE IL 50-60% DELLE VENDITE SONO PER I FRENI A DISCO. ABBIATE IL DUBBIO. Nessun produttore ha mai resi pubblici i numeri certificati da un ente terzo delle vendite delle bdc con freni a disco e non lo farà mai, perché LA BICICLETTA DA CORSA CON FRENI CANTILEVER E' VIVA e non morrà. Anche se qualcuno dovesse finire per costringere i corridori prof ad usare solo freni a disco, pensando di convincere il ciclista medio, che ama imitarli, anche se dovessero dirvi che i freni a disco sono la soluzione ai problemi dei freni cantilever, sottacendo i problemi suindicati del freno a disco !! Non ci credete e continuate a scegliere liberamente e consapevolmente. Saluti ciclistici
Appunti di lavoro raccolti in un meeting |
Ciao Claudio sono Giuliano ,uno dei due "tuoi ettori" che ti ha scattato la foto vicino alla Giant e con cui gentilmente ti sei fermato a scambiare due parole.Ripeto il tuo blog risulta essere tanto e sempre interessante con test e prove davvero "imparziali" e ricchi di spunti tecnici.Come ti ho detto aspetto una tua prova della Colnago VR-2 e magari di una piega manubrio di un brand conosciuto in fiera ma che sembra avere tutte le carte in regola: KRU CYCLING.S aluti pedalati e a presto
RispondiEliminaCiao Giuliano. Ti ringrazio per lo scatto. Due cose. La prima concordo sulla tua valutazione in merito al prodotto KRU. La seconda. E' molto difficile testare telai Colnago. Io sono riuscito a farlo per iniziativa di un imprenditore che ama il ciclismo e prima ancora la bicicletta, il sig. Luca Falasca. Colgo l'occasione per dirti che il sig. Ernesto Colnago, non si è ancora aggiornato sull'utilità dei test bike per la clientela o per i tester blogger come me; lui è rimasto ancora alla pubblicità che si faceva nel passato, quella affidata al mondo delle corse professionistiche; è uno dei pochi che ancora usa solo quel canale. Continua a seguirmi. Saluti ciclistici.
EliminaBellissima la tua "sintesi" di COSMOBIKE 2017 e condivido appieno in tutto e per tutto il discorso freni a disco.La bici da corsa è e rimarrà con freni tradizionali.
RispondiEliminaCiao Giuliano. Ti ringrazio. Saluti ciclistici.
EliminaSembrano proprio belle le curve manubrio Kru. Saluti
RispondiEliminaCiao Claudio, sono Mario l'altro lettore del Blog che era insieme a quello che ti ha scattato la foto vicino la Giant. Seguo il tuo Blog da diversi anni e vorrei semplicemente ringraziarti per I tuoi bike test che ritengo sempre molto utili ed imparziali. Continua così!!
RispondiEliminaSaluti ciclistici
Mario
Ciao Mario è stato un piacere incontrarvi. Grazie. Saluti ciclistici.
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