Intanto lo presento. Il passo di Pian delle Fugazze è un valico alpino che si trova a 1163 metri ed è situato ai confini delle provincie di Vicenza e Trento. Il passo separa le Piccole Dolomiti dal massiccio del Pasubio. Oggi ho spianato un altra salita del Giro d'Italia: Pian delle Fugazze in entrambe i versanti di Schio e Rovereto per un totale di 42 km circa di salita con pendenza massima 15% (come da segnaletica stradale). Ho allungato fino all'Ossario del Pasubio. 100 anni sono trascorsi, ma qui, si può sentire ancora:- PRESENTE. Pian delle Fugazze è un valico che collega la zona del trentino con quella vicentina. Mi va di pensare che il Passo delle Fugazze sia il Passo di quelli che vanno sempre in FUGA ! Il versante vicentino è il più difficile con pendenze elevate ( la segnaletica stradale indica strappi al 15%); mentre dal versante trentino il percorso risulta essere più lungo con pendenze meno dure, anche se in alcuni tratti ( soprattutto nella parte finale), si incontrano strappi al 14% ( come da segnaletica stradale), pur avendo la possibilità di recuperare in alcune brevissime discese. Il panorama dal versante trentino è decisamente più suggestivo. Il versante vicentino inizia da Schio, ma la strada è particolarmente trafficata, in particolare da mezzi pesanti. Fino a S. Antonio ci sono leggere ascese e due rampette; prevalentemente si procede in falsopiano. Raggiunto il torrente Leogra ecco che si erge maestosa il massiccio del Pasubio. Da quel momento la pendenza incomincia a farsi impegnativa, fino a giungere in località S. Antonio, dove inizia un tratto al 12%, completamente sotto il sole. Qui si supera il primo dei quindici tornanti. La strada diventa tortuosa. E' l'inizio della salita. Dopo il secondo tornante si affronta una salita al 15%. Seguiranno altri strappi al 12%. Si prosegue lasciando sulla destra il passo Xomo. Da quel punto si dovranno affrontare due tratti al 15%. La strada non smette mai di salire, prima di giungere fino al 14° tornante, fino a giungere alla chiesetta di S. Marco; poi la difficoltà continua con altri tratti di dura pendenza, nel tratto dove la vegetazione si fa più fitta. Quando la strada spiana negli ultimi 300 metri circa, si supera il confine regionale del Veneto. Ci si trova a quota 1163 metri e il vento soffia alle spalle. Svoltando a destra, si imbocca la strada che porta all'ossario del Pasubio, a quota 1221 metri; qui la strada è asfaltata, ma presenta dei brevissimi tratti, dove sono presenti buche che è possibile superare lateralmente. La strada sale, ma con pendenze non impegnative, fino a giungere ad un bivio; qui, occorre prendere la strada a sinistra, dove inizia una breve discesa che porta al sacrario. Il tempo di ammirare il paesaggio e di rendere gli onori alle migliaia di caduti che riposano nel sacrario e poi si ritorna indietro. Ritornati al confine regionale, si lascia sulla sinistra l'ufficio informazioni, e due bar ristoranti, e si inizia una lunga discesa di poco più di 28 km, tecnica e veloce. Sia chiaro: la discesa non e' completamente tale; ci sono alcuni strappi duri, che lasciano il segno nelle gambe. Questo particolare rende impegnativa la discesa e consuma energie. E' appena il caso di precisare che i muscoli nella lunga discesa tendono a raffreddarsi, complicando la ripartenza in salita. Consiglio di Pedalare anche in discesa e dosare le energie nei predetti strappi. Dunque bisogna sapersi gestire, se non si vuole soffrire di più, quando si risalirà per 28 km da Rovereto. Nel tratto iniziale della discesa, si passa all'interno di due piccole gallerie non illuminate. Il paesaggio si fa più suggestivo, in quanto ci si trova davanti allo scenario delle Piccole Dolomiti; una vallata verde con diga, lago artificiale di Spècchieri e torrente del Leno. Giunti a Rovereto innanzi al museo della Grande Guerra, ci si trova innanzi al palazzo comunale, dove in un aerea si trova una fontanella dove è possibile riempire la borraccia, dando un occhiata all'imponente cannone austro ungarico, lasciato a testimoniare un passato tragico, che in queste zone, ha scritto pagine di eroismo e di sacrificio umano, indelebili. Si ritorna indietro. In una sequenza di tornanti duri e tre brevi discese, si prosegue sempre in costante ascesa, sotto l'implacabile sole. Occorre rifornirsi di acqua per non avere problemi di idratazione. La strada è contrassegnata da Spino, Valmorbia, Zocchio, Angèbeni, Foxi, Raossi, Spècchieri, Camposilvano, Parrocchia, Piano; tornanti e strappi duri, si alternano, regalando un panorama che non scorderò per la sua bellezza. Incontro qualche fontana e greggi di capre. Ripasso nelle due brevi gallerie e poi l'ultimo strappo impegnativo, che lascia il segno, sulle gambe già provate; raggiungo il valico, pedalando contro un forte vento, fresco che mi rigenera dalla morsa del caldo. Rapporti consigliati 34/25 o 36/27. Riempite le tasche di barrette energetiche e non scordate di tenere piena la borraccia. E' stato un allenamento duro e divertente, reso interessante non solo dalla difficoltà tecnica del percorso, ma anche dal panorama mozzafiato e dallo scenario del Monte Pasubio e delle Piccole Dolomiti, sentinelle imponenti del valico e della vallata.
E' stata una prova molto dura, quella di salire da entrambe i versanti, senza interruzione. La rampa finale posta nell'ultimo chilometro dal versante di Rovereto, rappresenta l'ultimo sgambetto, prima degli ultimi metri, sul passo. Mi sono divertito e messo alla prova, duramente, davanti ad uno scenario suggestivo. Saluti ciclistici.
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