Eccomi di ritorno dalle Dolomiti. E’ stata un esperienza emozionante. Ho scalato i passi mitici delle Dolomiti, teatro di epiche “battaglie”, tra i grandi del ciclismo mondiale. Il loro nome evoca quello di tappe formidabili del Giro d’Italia: Passo Pordoi, Tre Cime di Lavaredo, Passo Tre Croci, Passo del Giau, Passo Falzarego, Passo Valparola, Passo Staulanza, Passo Sella, Passo Gardena, Passo Campolongo. Passi che sono anche inseriti nelle gran fondo prestigiose SellaRonda Bike Day, La Maratona delle Dolomiti, Gran Fondo Dolomiti Classic TMC Arabba. Il passo Pordoi, Gardena, Sella e Campolongo, li ho scalati in entrambe le direzioni, cioè in senso orario e antiorario. Che delizia per un "un cacciatore di salite".
Nel 2009, queste Dolomiti, sono state classificate dall’UNESCO, Patrimonio dell’Umanità !
Ma le Dolomiti sono ancor prima, patrimonio della nostra Italia, un patrimonio di noi tutti, per questo dobbiamo conoscerle e proteggerle. Lottando contro il cemento selvaggio, che distrugge irrimediabilmente la natura, che impoverisce il tessuto sociale e l’economia, che deturpa la natura. Ad un convegno tematico tenutosi ad Arabba, la sera del 09 agosto 2011, ho visto proiettata sullo schermo rivolto alla platea, una foto di alcuni campi da mini golf, realizzati su un paesaggio dolomitico !!!!
Le Dolomiti sono relax, ma anche passeggiate su sentieri meravigliosi, lambite dalle rocce pallide, il cui colore muta nella giornata e dal verde della rigogliosa ed unica vegetazione alpina. Quante stelle alpine ho visto !!!!! E pensare che non mi era capitato di vederle sulle Alpi della Valtellina. Qui invece ce ne sono molte. Ma non coglietele, né distruggereste il ciclo di riproduzione. All'uopo anche le stelle alpine secche servono.
La qualità delle strade è più che discreta, considerato che le temperature rigide dell’inverno, non fanno bene al manto stradale. L’attività di manutenzione è costante. Ma crepe estese si possono trovare sul tratto di strada che porta al passo Valparola. Prestate attenzione in particolare, se la percorrerete in discesa verso Corvara.
Unica nota dolente, l’uso scriteriato delle strade dolomitiche da parte di alcuni motociclisti, che emuli degli idoli del gran prix, si lanciano a folle velocità, in precarie condizioni e dubbie capacità di guida. Mi è capitato di trovarmeli sulla mia corsia e di vederli correggere la loro insicura traiettoria, solo all’ultimo momento. A guardare alcuni motociclisti in sosta sui passi, fanno un po’ sorridere, con le loro vistose pance e quell’atteggiarsi a campioni del nulla, occupando spavaldamente anche lo spazio pubblico, posto davanti ai cartelli, spesso imbrattati da adesivi insignificanti, da sempre sfondo ambito per la foto di rito, anche dei ciclisti. Mi chiedo se quei motociclisti e non generalizzo, hanno la consapevolezza di quello che fanno, del pericolo che arrecano agli altri utenti della strada pubblica, della goffaggine delle loro prestazioni e dell’inquinamento che scaricano sulle cime dolomitiche, per niente.. Evidentemente non sono in grado di lanciare le loro moto, in un circuito, forse perchè nessuno gli potrebbe dire: “ Guarda un motociclista vestito di pelle, anche di agosto, che crede di essere quello che non è, ossia un eroico centauro. “
Merita un plauso, la decisione di una amministrazione locale di installare due autovelox, sul passo del Giau. Ma è troppo poco. Mancano altre iniziative, soprattutto da parte di quelle amministrazioni locali, convinte che il rapporto costi-benefici apportato dal turismo in moto, sia favorevole al loro territorio: e pensare che la maggioranza dei motociclisti che transita sulle strade delle Dolomiti è solo di passaggio e pensa solo di farsi la foto fatta davanti al cartello del passo e di esibirla come un trofeo !!!! Non vedo niente di particolarmente avventuroso o impegnativo, percorrere strade asfaltate e raggiungere comodamente a bordo di moto super potenti ed accessoriate persino di radio, paesi dotati di ogni confort….vabbè ognuno ha il suo personale concetto di avventura.
La mia opinione sul tema è questo. Ognuno dica la sua. Ma c’è comunque il bisogno di garantire la sicurezza sulle strade e di noi ciclisti.
Pedalare sulle Dolomiti è una esperienza meravigliosa. E' come pedalare in paradiso. Lassù Dio è più vicino. Porterò le Dolomiti per sempre nel cuore. Saluti ciclistici.
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le tre cime di lavaredo sullo sfondo |
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il Rifugio Auronzo: Tre Cime di Lavaredo conquistate. |
Da oggi posterò le foto delle mie vacanze.
Grazie Claudio perchè mi hai fatto vivere con i tuoi ultimi post delle emozioni splendide guardando le tue foto e leggendo i racconti della tua vacanza... anzi... oserei definirla un "Safari di caccia" sulle Dolomiti.
RispondiEliminaUna caccia vera, pulita ed innocua per la fauna che solo un vero "cacciatore" può praticare mettendoci il cuore e l'anima.
Tutte queste emozioni e questi valori ce li trasmetti con i tuoi racconti... e allora... vai "Cacciatore di salite", noi facciamo il tifo per te!!!!
ciao lupo, son bastianella31 di bdc, ho visto solo ora il tuo, splendido, blog. ne ho uno pure io, ma non è nulla al confronto di questo (son dilettante in bici quanto dietro alla tastiera). complimenti, x il blog in se, e per questo post in particolare. ho fatto la mdd a luglio, ma non son riuscito a vedere tutto mentre ero impegnato in gara, però, come l'ho visto documentato nei minini particolari qua, mi ha soddisfatto alla grande... da oggi hai un lettore in più. ciauuuu... davide basti 31...
RispondiEliminaciao davide mi ha fatto molto piacere leggerti sul mio blog torna a trovarmi anche con i tuoi commenti...anche il tuo è un bel blog... un abbraccio
RispondiEliminaLupo
Riciao Claudio, sto esplorando in ogni angolo del tuo blog e devo dire che è un piacere vedere le foto che fai e leggere quanto scrivi, se poi scrivi dei posti in cui abito o che spesso li frequento in bici capirai che la curiosità è tanta... Ti invito a visitare il sito del mio paese www.costalta.it posto bellissimo ma difficile da abitare per uno che ha la passione della bici e anche per tanti altri motivi, la vita è sana in montagna ma come la bici non ti regala niente. Ho letto delle tue uscite in bici, pensa che tutti quei posti li bazzico sempre anche in inverno perchè sono anche un'amante dello sci. Se posso permettermi ti consiglio due giri da fare, forse non molto conosciuti ma decisamente impegnativi. Il primo, partenza da Auronzo di Cadore, direzione Lorenzago di Cadore e quindi Passo Mauria, si scende fino ad Ampezzo e li si imbocca il passo Pura, dalla cima si scende e si arriva alla diga di Sauris, si prosegue per Sauris di sopra e poi per sella di razzo, da qui si scende a Vigo di Cadore e poi si ritorna ad Auronzo, circa 105 km per circa 2500 m di dislivello. Il secondo sempre partenza da Auronzo, direzione Vigo di Cadore e li si imbocca la strada per Casera razzo, molto ma molto impegnativa, dalla cima si scende per la val pesarina, arrivo ad Ovaro e li si gira per Sappada, si fa la mitica cleva dove Visentini perse il giro. Da sappada si scende a Santo Stefano di Cadore e da qui si prosegue per Danta di Cadore e poi per il passo Sant Antonio, dalla cima si ritorna direttamente ad Auronzo. Questo giro è sui 115 km mi pare ed i metri di dislivello più o meno come il precedente. Scusami che mi sono permesso ma se non li hai fatto provali ne rimarrai soddisfatto. Alla prossima buona serata
RispondiEliminaTi ringrazio Diego. Hai fatto bene a consigliare qualche percorso alternativo. Sappi che sono rimasto folgorato della bellezza delle Dolomiti. Porterò sempre con me quelle immagini e quelle emozioni vissute.
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