martedì 26 febbraio 2013

La linea di confine

E' la macchina del campione del mondo di ciclocross Heijden. C'è di tutto: freni a disco, cambio elettronico.
Tutte insieme in una volta sola, le nuove applicazioni tecnologiche. Mi chiedo se con questa macchina, si sia superata la linea di confine, oltre cui, la bici da strada non sara' piu' come prima. Il marketing e' sempre alla ricerca di nuove soluzioni per stimolare le vendite. Ma il consumatore ci guadagna davvero in termini di prestazione ? E' davvero necessario un gruppo elettronico, visto lo standard elevato e la leggerezza dei gruppi meccanici ? E' assolutamente più sicuro ed affidabile un freno a disco, rispetto ai collaudati, efficienti e leggeri freni tradizionali ? La risposta passa al mercato. In fondo sono i consumatori a decidere il successo di un prodotto. Intanto la Shimano brevetta freni idraulici e un nuovo gruppo elettronico. Le novità di susseguono ad un ritmo che non si addice al mondo delle biciclette, ma a quello, delle auto. Forse si e' persa la misura delle cose. Che qualcuno spieghi agli ingegneri,quella che chiamo, la linea di confine. Prima che inventino la bici da strada con il motore. Prima che sia troppo tardi. Per progettare una bicicletta occorre essere anche dei ciclisti. E il desiderio di ogni ciclista, l'unico, e' solo quello di pedalare su una macchina bella, leggera, performante, ma semplice. Pedalate ingegneri, pedalate. E capirete cosa serve davvero ad un ciclista. 















7 commenti:

  1. Io sono decisamente contro all'adozione del freno a disco sulle bici da corsa perche' il vero limite sta sul tubolare e non sui freni , tant' e' che nei primi prototipi si sono montati freni con potenza uguale a quella degli attuali in versione tradizionale .

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  2. @ Vecchia
    In che senso scrivi " il vero limite sta nel tubolare" ?

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    1. Nel senso che con sezioni di gomma cosi' esigue una potenza di frenata superiore all'aatuale metterebbe in crisi il tubolare che gia oggi con i freni attuali e' sottoposto allo stress massimo , quindi se non si puo' aumentare la potenza frenante a che servono i freni a disco , forse piu' modulabili , pero' anche qui non mi sembra che i freni attuali siano bruschi , meno forza per frenare , mai avuto problemi con gli attuali , freno con una o fìdue dita . Altra leggenda metropolitana e' che sul bagnato frenano come sull'asciutto , vero ma penso che sia l'ultima cosa di qui abbiamo bisogno visto che sul bagnato il problema maggiore e' frenare il meno possibile per evitare che il tubolare scivoli , quindi i freni attuali che sul bagnato frenano meno a me vanno piu' che bene . Il mio pensiero e' che ormai con le bici attuali non sanno piu' cosa inventare per cui si buttano su un qualcosa che ci fara' cambiare tutto , gruppi , ruote e talai , se questa non e' una manovra per vendere che cos'e' secondo voi ?

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  3. Per quanto mi riguarda i freni a disco sono brutti, pesanti e hanno un eccessiva forza frenante, non adatta alle prestazioni di una bici da strada. Sono nati e servono solo per la MTB. Idea non originale e penalizzante sotto il punto di vista della prestazione nel suo complesso della bicicletta da strada. In caso di foratura non sarà molto agevole lo smontaggio delle ruote, considerato il millimetrico inserimento della ruota tra le pastiglie dei freni a disco. Inoltre ricordo che nelle MTB che avevo con i freni a disco, i freni producevano un rumore metallico, da contatto. Probabilmente questi saranno stati perfezionati e saranno almeno silenziosi.
    Io boccio il freno a disco, un tentativo di rovinare l'estetica e il peso delle bici che attualmente, tranne alcuni casi, sono diventate molto interessanti esteticamente e con un peso inferiore al limite UCI di 6,800 grammi. Insomma a chi giova se non alle ditte che sperano di aumentare le vendite. Ci riusciranno ?

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  4. Circa il rumore metallico prodotto dal contatto tra i dischi e le pastiglie dei freni, che nel caso delle mie ex MTB, era presente, mi riservo di verificare se i freni a disco montati su quelle da strada non hanno questo fastidioso inconveniente.

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  5. @ Vecchia
    Sono d'accordo in tutto. E aggiungo che con il bagnato una frenata forte con un freno a disco, che per quanto si possa modulare, determina una frenata più decisa rispetto a quella dei freni tradizionali, soprattutto con il freno posteriore, tenuto conto della larghezza ridotta della sezione di un tubolare o di un copertoncino, al massimo 23 mm, quindi molto inferiore a quella delle coperture da MTB, si favorisce la perdita di aderenza delle ruote, in condizioni di velocità. Fattore di rischio che aumenta nei casi di ciclisti inesperti.
    E poi in caso di caduta, l'impatto con i freni a disco sarebbe molto pericoloso, uguale a quello delle corone della guarnitura.
    L'UCI lo ha considerato questo o si è fidato di quello che gli raccontano le aziende produttrici ?

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    1. Da quello che so l'UCI non ha ancora omologato l'utilizzo di freni a disco nelle proprie competizioni , spero lo faccia il piu' tardi possibile anche se prima o poi mi dovro' rassegnare !

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