mercoledì 3 giugno 2015

La migliore tutela del ciclista è una distanza: 1,5 metri.

Mentre in Italia, sulle strade urbane ed extra urbane, si pratica la guida in stato di ebbrezza e droga, si gioca con la vita degli altri, telefonando senza auricolare, tanto per atteggiarsi, e ci si gongola usando l'auto come cabina telefonica, in altre nazioni, le autorità pubbliche, si adoperano per la salvaguardia, non di animali in estinzione, ma della vita dei ciclisti, utenti della strada, anch'essi a rischio morte o lesioni. In Francia, e in Spagna vige il divieto di sorpasso del ciclista, ad una distanza inferiore a 1,5 metri: cartelli stradali e persino una circolare ministeriale tutelano il ciclista. Insomma vige una politica seria e rigida, fondata su regole. Invece l'Italia, si possono sorpassare i ciclisti a distanze discrezionali e qualcuno si esercita a volo radente, sfiorandoli, quasi "accarezzandoli", cercando di impaurirli con la presenza minacciosa, del ferro delle auto e dei camion. Una guerra stradale. Senza generalizzare, va detto che l'automobilista e il camionista, medio, ritengono la presenza del ciclista, un fastidio, un invasione di territorio, un indebito ostacolo, da rimuovere, anche con la violenza. Di fatto, chi guida ha il diritto di vita e di morte sugli altri utenti stradali, e ciò non è legittimato dal pagamento del bollo regionale; nessuno ha il diritto di fare quello che vuole, a danno degli altri, e soprattutto. L'Italia non riconosce l'utilità sociale dei ciclisti, che non inquinano e portano soldi alle industrie e al commercio, tanto per ragionare con la misera mentalità corrente, dove vale solo chi spende. L'Italia tutela la cultura dell'auto e dello smog, quale conquista sociale, incentivata da sconti fiscali e nulla deve limitarla; la strada è vista come patrimonio solo degli automobilisti. La politica nazionale ha fatto una scelta, sancendola nel codice della strada in vigore: nessuna illusione, il ciclista non merita tutela specifica, quindi si arrangi da solo, a suo rischio e pericolo. E allora continuate a votarli questi professionisti della non politica, e mi rivolgo soprattutto ai ciclisti. Continuate con il vostro voto, a dare lavoro a chi non ci tutela. E l'industria nazionale del ciclismo, cosa fa per tutelare i clienti? Niente. E' miope e pensa che gli interessi commerciali si perseguano pagando professionisti per fare usare i loro prodotti, ( nessuno crede più a questa pubblicità), e non sa che invece è il cliente, l'investimento più prezioso. Già, ma ci vogliono imprenditori che allarghino gli orizzonti. Se è vero che negli affari, ognuno tutela i propri interessi, imprenditori dell'industria della bicicletta, fate come i vostri colleghi, industriali dell'auto, imitateli, abbiate coraggio e lungimiranza, pubblicizzate alla TV e soprattutto fate una politica aziendale che tuteli il cliente. E che sia solo una questione italiana, lo dimostra, per esempio, il fatto che la Trek sponsorizza due associazioni finalizzate alla tutela dell'uso della bicicletta e del ciclista, People For BikesBicycle Friendly Communities. Insomma l'idea non è affatto peregrina. Ma vivo in Italia, dove tutto è così maledettamente lento e retrogrado. 
La tutela del ciclista è una distanza: 1,5 metri.
A.A.A.A.A. CERCASI parlamentari che vogliano firmare e presentare un progetto di legge di modifica del Codice della Strada, che preveda l'obbligo di sorpasso dei ciclisti, ad una distanza non inferiore a 1 metro e mezzo. In cambio doniamo una conquista di civiltà.  
Saluti ciclistici. 
In Francia.....

...in Spagna.
               
 In Italia ? Ci si affida ai consigli di qualche Sindaco evoluto 


4 commenti:

  1. Bellissimo articolo complimenti!sono pienamente in accordo

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    1. Ciao Stefano, Ti ringrazio. Siamo migliaia a pensarla così; pensa quanti parlamentari potremmo eleggere, per farci proporre ed approvare una norma da inserire nel codice della strada, che ci tuteli con questo limite di sicurezza. Quello che possiamo fare ora e sensibilizzare gli italiani su questo argomento e sperare che qualcuno capisca che è giunto il momento di codificare questo limite, per garantire la sicurezza dei cittadini. Saluti ciclistici.

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    2. Ciao Claudio oggi mi sono involontariamente imbattuto attraverso facebook a commenti scandalosi sui ciclisti in generale.capisco che anche tra ciclisti ci siano persone irresponsabili ma augurare la morte no questo è troppo!quando esco da solo per allenarmi sto in disparte il più possibile ma alcuni mi passano veramente a pochi centimetri e mi chiedo se non sia meglio smettere,spero che le cose possano cambiare ma penso che ai politici non interessi nulla di questo!comunque faccio i complimenti al tuo blog e ai tuoi articoli!saluti ciclistici e forza trek😊

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    3. Ciao Stefano.
      Ti ringrazio. Sono al corrente dell'idiozia e della cattiveria umana, che non fa sconti ed eccezioni.Ma qualcuno dovrà cambiarla questa triste storia, prima o poi. Noi ciclisti siamo abituati a non mollare mai. Quello che sarebbe opportuno è fare gruppo tra di noi, sapendo che o ci si salva tutti oppure nessuno. Comitati pro ciclisti potrebbero farsi promotori di questa iniziativa, già legge, in altre nazioni, più evolute. Dobbiamo diffondere l'iniziativa, che molti di noi, magari non conoscono completamente. Vogliamo farci fregare la volata ?
      I politici dipendono dal consenso popolare. I ciclisti sono parte del consenso popolare. Nessuno può sottrarsi alla propria storia.
      Saluti ciclistici

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