Come risolvere il problema degli incendi boschivi e dei reati ambientali ( e la cosa riguarda tutti, anche i ciclisti).

Premessa. Ogni anno, milioni di euro pubblici vengono stanziati per spegnere gli incendi boschivi e non risolvere il problema; serve fare anche prevenzione degli incendi, presidio del territorio e cattura degli incendiari. Non basta stanziare soldi per spegnerli, occorre anche prevenirli, altrimenti è inutile e più costoso anche in termini di danni ambientali. La prevenzione serve anche a tutelare agli operatori del settore ( che ringrazio per la loro opera indefessa). Lo dico ai Presidenti delle Regioni d'Italia, al Presidente del Consiglio pro tempore e al Ministro dell'Ambiente pro tempore

Ad oggi sono andati in fumo troppi ettari di patrimonio boschivo anche in Italia; ciò è esecrabile.  Il metodo e l'approccio al problema sono fallimentari: continuano a spendere soldi pubblici, nella misura di milioni di euro, solo per spegnere incendi boschivi. E' assurdo. Quando l'incendio boschivo è appiccato, lo Stato ha perso la sua autorità, ha perso migliaia di ettari finiti in fumo. Occorre fare prevenzione, in modo professionale e continuo, utilizzando soldi pubblici per controllare il territorio e fare deterrenza, non serve solo spegnere gli incendi. Il piano di mobilitazione generale, che di seguito indico nelle sue linee essenziali, va in quella direzione; e mi piacerebbe che il capo del governo, il ministro dell'ambiente e i presidenti delle regioni potessero leggerlo e attuarlo. 

Non si tratta solo di salvare le vite e le abitazioni dall'incendio, occorre ANCHE salvare boschi, parchi e aree protette. Le vite umane senza alberi sono tristi e destinate a consumarsi precocemente. Le case senza alberi hanno minore valore commerciale, sono brutte.

Non è più tollerabile che ciò continui ad accadere, è in gioco la salute degli italiani e il futuro dell'Italia e del pianeta Terra. Occorre cambiare la tendenza e la percezione del reato di incendio boschivo, come per tutti gli altri eco reati, nell'opinione pubblica. E' bene informare che l'art. 423 bis del codice penale italiano punisce l'incendio boschivo doloso con la pena della reclusione da 6 anni a 10 anni, con aumenti della pena previsti per alcune circostanze del reato; mentre l'incendio boschivo colposo è punito con la pena della reclusione da 2 anni a 5 anni.  Il reato di incendio boschivo è considerato dal codice penale italiano alla stregua della strage e della epidemia, anch'essi previsti e puniti nel titolo VI dedicato ai reati contro l'incolumità pubblica, tanto per fare capire meglio il portato giuridico. Fate informazione progresso. 

Non è più tempo, di accettare passivamente gli eventi; è tempo di tutelare la persona nella sua pienezza e nel suo sviluppo; la concezione antropocentrica classica, ovvero l'uomo domina la Natura, secondo la logica del profitto predatorio, è superata concettualmente, dalla storia e dagli eventi  climatici. L'uomo ha bisogno della foresta, la foresta non ha bisogno dell'uomo. Non esiste un primato della produzione, la realtà drammatica del Pianeta Terra ha dimostrato che tale primato è catastrofico. E' opportuno tenerlo presente soprattutto per la gente che non accetta la realtà e nega l'evidenza per paura ed ignoranza: l'uomo senza la Natura non può vivere. Sic est. 

Gli incendi boschivi sono prevedibili ed evitabili, mediante un attività di contrasto massiccia e capillare. Non c'è un emergenza estiva degli incendi, ma una guerra contro l'ambiente di portata  più ampia. C'è bisogno di un cambiamento di metodo per contrastare gli incendi. La politica non può e non deve sottrarsi al dibattito e deve proporre soluzioni deve fornire gli strumenti per l'azione preventiva e repressiva. Gli incendi e i crimini contro l'ambiente colpiscono il cittadino. E' dovere della politica proteggere gli italiani. Quindi la tutela dell'ambiente deve interessare tutte le forze politiche. Un Governo, di qualunque schieramento politico,  che non affronti seriamente e compiutamente il problema, è un cattivo Governo, inadeguato e anacronistico. 

L'incendio boschivo è prevalentemente doloso. Le cause sono molteplici e allo stato, non può escludersi che la  criminalità organizzata, in re ipsa, antitetica alla conservazione dell'ambiente e alla tutela della salute, stia gestendo l'attacco al patrimonio naturale nazionaleGli incendi boschivi colposi sono di incidenza minore (fuochi di sterpaglie, mozziconi di sigarette, eccetera), retaggio di inciviltà.  

In buona sostanza, tutelare l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi significa preservare il presente e il futuro anche dell'Italia e degli italiani. Ambiente sano significa anche salute delle persone. Senza salute non c'è futuro e ciò dipende anche dalla tutela dell'ambiente. Piaccia o no, noi siamo parte della Natura. 

Ogni volta che l'incendio boschivo divampa, lo Stato perde la sua autorità e con essa la battaglia contro gli incendiari; serve un cambiamento di passa, serve la prevenzione dell'incendio boschivo. Non basta stanziare soldi per la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco da parte delle Regioni, destinati a spegnere gli incendi. Gli incendi non devono essere appiccati; non deve esserci interesse e convenienza a farlo. Esempio, impedire per sempre, la possibilità di pascolare e di edificare in zone boschive nei territori percorsi dal fuoco. Con la legge 353/2000 è possibile edificare  dopo 10 anni, se la costruzione risulti conforme agli strumenti urbanistici (piano regolatore e strumenti di attuazione) vigenti al momento dell'incendio ! E' evidente il limite ! E' appena il caso di precisare che ci sono altre criticità nella normativa vigente. Occorre intervenire con una nuova legislazione. Il consumo del suolo in Italia è intollerabile; ci sono più edifici che persone e non è un modo di dire ( seconde e terze case spesso non abitate). L'economia italiana non può continuare ad accentrarsi sulla costruzione edilizia ex novo; non c'è più posto ! Cosa consegneremo alle nuove generazioni, cattedrali nel deserto ! 

Allora cosa dovrebbe, anzi deve cambiare ?  Tutto.

Occorre l'istituzione del Dipartimento per la tutela dell'ambiente, e l'attuazione del seguente piano di mobilitazione generale, con finanziamento statale, europeo e privato (incentivi fiscali)

Il piano di mobilitazione generale è attuazione del dettato costituzionale dell'art. 9 : La Repubblica...Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.”.

Ogni mancata attuazione del piano di mobilitazione generale è da intendersi come a) inosservanza della norma programmatica dell'art. 9 della Carta Costituzionale ; b) violazione della normativa europea in materia ed in particolare del Regolamento UE Nature Restoration Law del 17.06.2024 CLICCA QUI con conseguenti procedure di infrazioni comunitarie a carico del Governo, le cui sanzioni vengono pagate con i soldi dello Stato italiano ; c) mancata tutela dell'ordine pubblico e della salute pubblica da parte del Governo della Repubblica; d) rifiuto ideologico “dell'antropocentrismo situato” cioè “riconoscimento culturale ed esistenziale che la vita umana è incomprensibile e insostenibile senza le altre creature e che noi tutti essere dell'universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale...” (Papa Francesco, Enciclica Laudate Deum, 67 ). 

Punti principali del piano di mobilitazione generale per l’ambiente .

a) Istituzione del Dipartimento per la tutela dell'ambiente in capo al Ministero competente, con competenza diretta ed esclusiva su tutto il territorio nazionale; 

b) monitoraggio h24 zone boschive, parchi nazionali, regionali, aree protette, con personale in presenza e ausilio degli strumenti tecnologici aggiornati ( droni, satelliti, telecamere, rilevatori di fumi, eccetera); ci sono tanti giovani da impiegare, a cui dare un lavoro serio ed utile per la società, dategli la responsabilità del loro futuro;

c) potenziamento e addestramento specifico delle Forze dell'Ordine e del personale dei parchi e delle aree protette 

d) costituzione della Catturandi incendiari interforze, unità specializzata nella ricerca e cattura; 

d) indennità economiche e di avanzamento di carriera per gli operatori del settore;

e) mobilitazione civile dei cittadini, degli abitanti delle aree interessate, degli attivisti e delle associazioni:, è un problema di tutti e tutti devono mobilitarsi, mediante attività di promozione della legalità nei territori e nelle scuole finalizzate a fondare una nuova cultura ambientale apolitica denominata “ Abbiamo una sola Terra”, “ Io sono la Natura, noi siamo la Natura”;

f) istituire e normare la figura giuridica della “sentinella della Natura” anche mediante programmi che coinvolgano anche il Servizio Civile, riconoscendo un indennità economica e quote di riserva nelle graduatorie nei concorsi pubblici, per il controllo h24 del territorio boschivo a supporto dell'attività delle Forze dell’Ordine, della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco;

g) istituzione della taglia per l'individuazione dei responsabili degli incendi e dei crimini contro la Natura; i cittadini devono tutelare il patrimonio pubblico, per spezzare connivenze e formare una cittadinanza attiva;

h) profili social e sito web istituzionale gestito da esperti del settore per campagne anti incendio, informazione e segnalazione incendi h24 (mappa incendi in tempo reale), interfacciamento con i cittadini h24 ;

i) intervento normativo a livello statale, regionale e comunale . 

La Natura è un patrimonio comune, inalienabile, senza colori e distinzioni politiche; e’ in atto un offensiva contro l'ambiente e la salute pubblica italiana, una guerra silenziosa che bisogna combattere. E le guerre vanno affrontate con metodologie diverse. E' tempo di cambiamento e di evoluzione generazionale della politica. Non possiamo più attendere. Non possiamo vivere al di fuori della Natura, Noi siamo Natura, noi siamo la Natura.


    

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