martedì 24 aprile 2018

Anteprima: Bontrager Aeolus XXX 4 Tubular Road, nuovo modello 2018.

Un altra anteprima interessante, quella della nuova ruota per tubolare, con cerchio e mozzo in carbonio OCLV XXX, la Bontrager Aeolus XXX. 
Ruote esteticamente appaganti, di particolare bellezza,  profilo alto 47 mm, sezione del cerchio larga 28 mm, mozzi con meccanica DT SWISS, nipples esterni, mozzo posteriore dotato di cricchetto con 36 denti, raggi piatti radiali sull'anteriore e raggi piatti incrociati sul lato cassetta della posteriore. La caratteristica più importante è la nuova pista frenante specifica, realizzata con la tecnologia laser (Laser Control Track). La Bontrager Aeolus si è finalmente dotata di una pista frenante specifica, e a questo punto posso dire veramente che si tratta di un nuovo cerchio. In effetti la versione precedente perdeva in fase di frenata, e nel mio test, ebbi modo di puntualizzarlo. Ovviamente trattandosi di ruota di scuola statunitense ( ad innagurarla fu la Head)  è dotata di una sezione ultra larga da 28 mm, che come ho avuto di spiegare, garantisce una particolare stabilità, è un ottimo confort, ma un limite nella reattività e nel peso. A proposito di peso; quello reale è di 1295 grammi, peso adeguato al profilo alto e alla sezione molto larga. La ruota promette una prestazione elevata in pianura considerato il particolare lavoro nella galleria del vento fatto sulla struttura e la forma del cerchio, indicato come particolarmente efficace contro ogni direzione del vento, in modo da consentire sempre e comunque il massimo della stabilità, questione fondamentale, quando si parla di ruote ad alto profilo, belle si, ma generalmente troppo sensibili al vento, in particolare quello laterale.  Il vento è avvisato; è arrivata la nuova Bontrager Aeolus. Da testare per verificare. In collaborazione con il rivenditore Falasca Cicli e All Bike Store. Saluti ciclistici. 






domenica 22 aprile 2018

Un anno fa ci lasciava Michele Scarponi. Niente è cambiato o poteva cambiare.


Oggi è trascorso un anno dalla tragica scomparsa di Michele Scarponi. Il silenzio e l'incredulità soffia ancora come il vento, nei ricordi di chi lo ha conosciuto. Sarà per il fatto che Michele era "uno di noi", sarà perché era una persona straordinaria e il suo sorriso era un dono, sarà perché lui è diventato  il "capitano" di quanti pedalando sono morti sulle strade, ma il suo ricordo, ogni giorno è sempre più forte e la sua storia di campione è diventata la nostra storia. Dunque niente è cambiato o  poteva cambiare nei nostri ricordi del compianto campione marchigiano. Purtroppo niente è cambiato o poteva cambiare nelle condizioni di sicurezza di chi pratica lo sport più bello del mondo, il ciclismo. Ancora un altro incidente ha coinvolto dei ciclisti, nella specie, i colleghi dell'ASD Ciclistica Piovese. E' un bollettino di guerra urbana che si aggiorna ora dopo ora, giorno dopo giorno. I ciclisti coinvolti in incidenti stradali sono sempre di più, nonostante ciò sono sempre di più, le persone che decidono di iniziare questo affascinante ed impegnativo sport. Numeri in crescita esponenziale. Eppure ciò non porta lo Stato a riflettere sull'urgenza di risolvere l'emergenza. Lo Stato non mette in sicurezza i ciclisti. L'Italia per storia e cultura vive un permanente stato di emergenza, e anche le morti sulle strade sono un emergenza senza fine. C'è tanta rabbia ed incredulità. Ma se i numeri delle auto in circolazione continueranno a crescere in modo esponenziale, e pare che il trend non si arresterà nei prossimi anni, le strade saranno sempre più strette per tutti. La soluzione. Salviamo e “confiniamo” i ciclisti nelle ciclabili protette in città e nelle ciclovie extra urbane, infrastrutture impossibili o almeno difficili da realizzare sull'intero territorio, per uno Stato che non investe nelle infrastrutture; certo le nostre strade sono piene di buche e voragini, un motivo in più per realizzare delle “aree” protette dagli automobilisti. I ciclisti hanno diritto di circolare, ma sulle strade comuni gli automobilisti non ce li vogliono e per questo subiscono, quando va bene, le loro umiliazioni e prepotenze; del resto molti automobilisti, sono sempre di più affaccendati a parlare al cellulare, a chattare, vedere filmati sullo smartphone, a fumare, a distrarsi con cazzate varie, persino a mangiare o a fare sesso, vuoi che si concentrino anche sulle sagome sgradite ed ingombranti dei ciclisti ! 
Molti automobilisti non comprendono che la distrazione al volante, uccide e procura lesioni alle persone. Tagliare la strada, sorpassare senza rispettare una distanza di sicurezza, persino sulla destra,  un ciclista pensando di fare prima del suo lento e "fastidioso" pedalare, è un atto di arroganza, inciviltà e di intolleranza, prima che un illecito. Possiamo continuare a parlare e scrivere sull'annoso argomento, ma le cose non cambiano e forse non cambieranno mai; del resto accade in tutto in buona parte del mondo urbano. Non tutti hanno la fortuna di vivere in Olanda e Danimarca, dove i ciclisti sono la maggioranza, e le infrastrutture sono pensate per le due ruote silenziose. Qui in Italia, la nostra condizione di precarie esistenze umane e sociali si conferma anche sulle strade. Ogni volta che usciamo per allenarci non sappiamo se ritorneremo a casa, sembra la parodia, di un film di guerra o di azione, ma purtroppo è la realtà, amara e devastante di un comune cittadino in tempo di pace che abbia l’ardore di pedalare. 
E pensare che se i ciclisti smettessero di pedalare metterebbero in ginocchio l'intero settore con tutto l'indotto; aumenterebbe la crisi economica; ciò nonostante lo Stato non li aiuta, non li protegge, chiede solo !
Ai ciclisti di Piove di Sacco, coinvolti nel recente incidente stradale, va tutta la solidarietà e la vicinanza. 
E' un momento difficile per tutti noi, che viviamo la condizione di "fastidiosi" utenti della strada.
Un abbraccio alla ASD Ciclistica Piovese e a tutti i ciclisti del mondo.


sabato 21 aprile 2018

Ceramic Speed Chain UFO. Le catene per la bicicletta da corsa. Passato, presente e futuro.

Tempo fa ebbi modo di parlare con un anziano meccanico, uno di quelli che un tempo riparavano tutto, persino le catene. In quel tempo, gli italiani erano tutti ciclisti, come oggi lo sono gli automobilisti, la bicicletta era mezzo di trasporto comune, e si andava a lavorare pedalando, percorrendo anche centinaia di chilometri al giorno. A quel tempo malati di diabete, obesi ed infartuati, non ce ne erano o erano mosche bianche; oggi il "progresso dell'auto" ci ha portato nuove e terribile malattie e ci ha resi più poveri, nervosi e con sempre meno tempo a disposizione, considerato il traffico straordinario che affligge la vita moderna e le strade più strette per tutti. Il meccanico mi raccontava che la mattina molto presto,  in inverno con il buio, lui si sedeva fuori all'officina, e attendeva i lavoratori/ciclisti, per sostituire le maglie usurate; in pratica mentre i ciclisti di oggi, sostituiscono le catene per allungamento, all'epoca si cambiavano solo le maglie, per risparmiare e perché così si faceva. Si trattava di catene con maglie spesse, non leggere, che lavoravano normalmente  su un pignone. Altri tempi. Questo per capire il senso del tempo che passa.
Con un salto nel tempo torniamo ai giorni correnti. 
La catena della bicicletta da corsa è un componente essenziale, eppure ci si accontenta di quella di serie del gruppo, o addirittura, di quella più economica di prezzo e di solito si usano catene di serie dei gruppi più economici per avere più resistenza all'usura, a fronte di un aumento di peso. E' il cosa di dire che il ciclista è alla ricerca della catena "perfetta". Il mercato offre prodotti all'altezza della domanda oppure è interessato a produrre catene che si usurano prima per aumentare le vendite ?
E' appena il caso di precisare che dalla catena dipende non solo la prestazione ( usura e scorrevolezza), ma anche la sicurezza ( quante catene si rompono improvvisamente, per scarsa qualità e soprattutto per usura precoce !). Certo la catena va trattata con cura, non solo in fase di montaggio, ma anche in sede di manutenzione ed uso, Quindi va lavata periodicamente ( almeno ogni 3 uscite tenendo conto della polvere, sabbia, pioggia e consumo normale dell'olio) e non va incrociata pericolosamente ( 50/27-30 per esempio); più la catena lavora incrociata, più tende ad usurarsi precocemente e sono più alte le probabilità che si spezzi, soprattutto in salita, motivo per cui consiglio di abbandonare la guarnitura standard e di optare per la compact, con un pacco pignoni con almeno un 30 dentro; la guarnitura standard è una scelta per ciclisti super allenati e forti che pedalano almeno per 15 mila km all'anno, per i corridori professionisti, di fatto, è ancora la scelta di "quelli" che non hanno capito che la gamba deve girare più veloce e non strappare sui pedali; alte frequenze e non "sollevamento pesi", ma vaglielo a far capire !
Posto ciò, diciamolo senza se e senza ma, le catene comuni non sono all'altezza della situazione, essendo afflitte da una condizione di usura precoce e da una scorrevolezza ordinaria. Un esempio la catena Campagnolo, mi riferisco alla Record 11v, per quella a 12V dovremmo attendere il futuro, per conoscere il responso su strada, ma se penso che è ancora più sottile, allora potrebbe tornarsi al tempo in cui, si passò da quella a 10V a quella ad 11V; ricordo  che si rimpianse la longeva e robusta 10V, e ancor prima la 9V. Va bè rassegniamoci e pedaliamo, questo è il mercato. Tornado all'esempio, la catena Campagnolo Record 11v, dura/durava circa 3000-3500 km, poi rumore e allungamento inesorabile, oltre alla misura consentita 132,66 mm. Se penso al prezzo concludo che non è/era competitiva. Ma se Sparta piange, Atene non ride. La Shimano Dura Ace 11V non è/era migliore, per non parlare della Sram Red 11v. 
E allora occorre guardare oltre. Questa catena per esempio è da provare; è la catena UFO, prodotta dalla danese Ceramic Speed, prezzo di listino 103/130,00 €, costa circa il doppio delle standard Campagnolo, Shimano e Sram.  
La catena Ceramic Speed UFO sottoposto ad un primo trattamento ( come da video) è trattata anche con una miscela a base di cera e additivi in grado di di ridurre gli attriti; la miscela la si riconosce dal colore bianco applicato sulle maglie. La Ceramic Speed dichiara che questo trattamento garantisce il massimo della scorrevolezza, e che per 600 km non occorre lavarla, poi la prestazione tenderà a diminuire. Per la lubrificazione la Ceramic Speed consiglia l'uso dell'olio UFO, dal costo di circa 60 €. Niente vieta l'uso di lubrificanti dal prezzo popolare, fermo restando che un olio economico si consuma prima e sporca di più. Quello che mi interessa non è solo la scorrevolezza, ma soprattutto la durata. Certo è che se la Ceramic Speed UFO a fronte di un costo maggiore, garantisse una durata almeno tripla, prima dell'allungamento fisiologico, sarebbe certamente conveniente; se invece garantisse "solo" una durata doppia, allora qualcuno potrebbe dire, niente di speciale, certo, ma se si aggiunge anche la maggiore scorrevolezza, allora qualcun altro potrebbe considerarla almeno per la competizione e le GF. 
Rebus sic stantibus, dicevano i padri latini. Ritornerò sull'argomento. Intanto vi basta incominciare a pensare che non tutte le catene sono uguali e che c'è bisogno di nuove e migliori catene. 
Saluti ciclistici. 
Il trattamento ulteriore in fase di produzione.
La catena "bianca" con trattamento di base con cera e additivi 


Olio Ceramic Speed UFO


mercoledì 18 aprile 2018

UAE Team Emirates e Gazprom RusVelo Pro. Curiosità dal mondo delle corse del ciclismo professionistico.

Il blog più letto dai ciclisti vi porta all'interno di due bus, uno di un team professionistico UCI Proteam, l'UAE Team Emirates e l'altro di un Team Continental, Gazprom Rusvelo Pro.
Sul poggiatesta di un sedile del bus dell'UAE Team Emirates c'è un foglio ad uso dei meccanici sul quale è indicata la disposizione esatta delle biciclette da corsa dei corridori, quelle di scorta, trasportate sull'ammiraglia a seguito della corsa. Accanto ai nomi dei corridori è riportata la misura dell'altezza del profilo delle ruote montate. Le indicazioni sono utili per non perdere tempo a cercarle, quando servirà. Saluti ciclistici. 



All'interno del bus della Gazprom Rusvelo Pro


lunedì 16 aprile 2018

Grammomania: Lightweight Meilenstein C 24 E.

Ecco un altra esclusiva. Dopo la Lightweight Meilenstein T 24 E per tubolare, ecco il peso della nuova Lightweight Meilenstein C 24 E per copertoncino con il cerchio largo 24 mm. E' disponibile anche la versione classica con il cerchio largo 20 cm per entrambe le coperture.
La differenza di peso con la versione per copertoncino 20 C CLICCA QUI
In collaborazione con il rivenditore autorizzato Falasca Cicli e All Bike Store. Saluti ciclistici.










lunedì 9 aprile 2018

Colnago Mexico 1982.

Durante un mio viaggio recente mi è capitato di scoprirla. Saluti ciclistici.



Colnago Cycling Festival 2018 e il fenomeno delle Gran Fondo.

Desenzano del Garda. Il giorno dopo. Cadrà la pioggia anche su piazza Malvezzi; le gocce scorreranno sulle emozioni e la felicità dei 4000 partecipanti alla Colnago Cycling Festival rimaste incise sui lastroni di marmo, consunti dal tempo; anche il sole sarà andato via e al suo posto ci sarà un cielo grigio, nell'alternanza degli eventi; è la sintesi dello scorrere del tempo. Il silenzio ha bisogno di ricordi, cerca le persone andate via. Il vento rincorrerà un bicchiere di carta, sibilando sul ricordo delle cose. C'è un tempo per ogni cosa, si disse, certo, ma dopo c'è sempre un tempo per ricordare e comprendere il senso delle cose. Cos'è che spinge tante persone a ritrovarsi in un luogo della Bella Italia, in una dimensione avulsa dalla quotidianità, a condividere emozioni e sorrisi; cos'è che spinge a ritrovarsi e a non mollare; cos'è che accomuna; senz'altro la passione, la voglia di esserci, di lasciarsi andare, di seguire il richiamo atavico di erranti, di viaggiatori mai stanchi, di allentare la tensione sulle nostre vite fragili, e di lasciarsi andare. Il fenomeno delle gran fondo dedicate ai ciclisti amatoriali, è sempre più importante, assume dimensioni sempre più significative, una scelta ineluttabile per la promozione del territorio; penso che il prestigio di una località passi, oggi, più che mai, per una Gran Fondo ciclistica, di prima classe, legata ad eventi collaterali. 
Da osservatore del settore, ho fatto un attenta ricognizione dell'evento durante i tre giorni del festival dedicato ai ciclisti amatoriali e alle loro famiglie. Il castello medievale, il Duomo, mure antiche, piazze del cinquecento, cucina sapiente ed unica, un lago “grande” come il mare, strade pulite e senza buche, monumenti al ricordo, gente discreta ed elegante, isola pedonale su un largo perimetro, un lungo lago che assomiglia ad un lungo mare, e soprattutto gente che ama il ciclismo e quella straordinaria macchina silenziosa e straordinaria, qual'è la bicicletta.
Ebbene le Gran Fondo sono una delle migliori forme di promozione del territorio, una condivisione estemporanea  di nuovi territori; insomma partecipando alle Gran Fondo si può diventare cittadini di un territorio diverso anche solo per qualche giorno. Una nuova forma di turismo, intensa ma breve, ma a patto che ci sia un contenimento dei costi. I ciclisti nella quasi totalità hanno famiglie e spesso non possono condividere con loro questa passione, per contenere la spesa della trasferta. Allora si può senz'altro venire incontro a questa nuova domanda del mercato, diventando parte diligente. Sciagurato quel territorio e quegli operatori che sanno solo "svuotare" le tasche del turismo sportivo e non sanno fidelizzarlo. Le Gran Fondo si tengono ogni anno, quindi ci si può essere una continuità proficua per tutti. 
Imparino tutti quegli amministratori locali, che non sono al passo con i tempi, lenti a recepire il cambiamento ed inclini verso modelli di città obsoleti a “forma” di auto e di eventi sterili e consunti; c'è bisogno di un cambiamento nella formazione e nella cultura, non è solo una questione di voti elettorali; c'è bisogno di creare nuove forme di convivenza e di condivisione. Il cittadino si evolve, ma la politica arranca e non fornisce sempre risposte tempestive ed esaustive. C'è bisogno di nuove città; c'è bisogno di vita nuova.
Per quanto concerne tutti gli organizzatori attenzione a non esagerare ! Si assiste ad una tendenza generale per quanto concerne l'aumento del costo per l'iscrizione alle GF, a fronte di un pacco gara e di un pasta party non adeguato. Ora vogliamo pensare che i ciclisti amatoriali possano continuare fino all'infinito a cedere a questo aumento generalizzato dei costi ? Vogliamo pensare che alla fine non accadrà che chi troppo vuole nulla stringe ?
Quindi il mio consiglio agli organizzatori è quello di dare un pacco gara e un pasta party più adeguato al costo del prezzo di iscrizione oppure a diminuire il prezzo di iscrizione. Non rovinate il "giocattolo".
E' appena il caso di precisare che è preferibile scegliere solo hotel che consentano di portare in camera la bicicletta da corsa. Non lasciate in deposito la bicicletta da corsa nei locali esterni alla camera, per esempio magazzino.
Un ultima indicazione a tutti gli organizzatori. Le strade sono di proprietà dello Stato e non degli automobilisti. E quindi cosa buona e giusta, chiudere le strade fino alla fine della gara e controllare tutti gli accessi. E' cosa nota che molti automobilisti non amano condividere le strade con i ciclisti, quindi evitate il contatto soprattutto in condizione di gara e soprattutto considerato che i ciclisti pagano l'iscrizione anche per la sicurezza.  La vita vale di più dell'odio stradale e del profitto. Sempre. E la cosa concerne anche la sicurezza della strada, dal punto di vista delle condizioni dell'asfalto. Non è accettabile che in un paese dell'Europa, qual'è l'Italia, ci siano strade del terzo mondo ! I soldi pubblici devono essere utilizzati per la gestione e la tutela della res pubblica. Gli organizzatori si facciano carico di sensibilizzare le amministrazioni pubbliche competenti e soprattutto di risolvere motu proprio eventuali criticità. La tassa di iscrizione serve anche a garantire sicurezza. La legge pone a carico degli amministratori la responsabilità civile e penale per danni derivanti dal cattivo stato della strada; allo stesso modo, ci può essere una estensione della responsabilità anche nei confronti degli organizzatori di eventi collegati alla fruibilità della strada pubblica. La vita vale di più dell'odio stradale e del profitto. Sempre.
Saluti ciclistici. 



Il concorso della vetrina a tema più bella per i negozianti di Desenzano del Garda.



Anteprima assoluta: Campagnolo Bora WTO 60 e 77.

Un altra novità assoluta. Ricevo e pubblico il comunicato stampa della Campagnolo. Oggi seconda novità assoluta. E' il caso di dire che la Campagnolo rilancia ancora la sfida con la nuova serie Bora WTO. In effetti si tratta dell'ennesima rivisitazione dello storico modello. Nuovo carbonio e nuova pista frenante per un up grade che sa di un costante miglioramento, ma verrebbe voglia di pensare che la Campagnolo non abbia trovato ancora la soluzione ottimale, considerato il periodico aggiornamento a danno dei clienti che l'anno prima o quasi hanno acquistato la versione precedente. Forza ragazzi che il vento sta cambiando arrivare la soluzione ottimale. Saluti ciclistici. 




Anteprima assoluta: la Campagnolo lancia gruppi a 12 velocità. Super Record e Record 12V.

E' iniziata una nuova era, quella delle 12 velocità. Il blog lo aveva anticipato qualche anno fa  CLICCA QUI . E adesso aspettiamo la replica della Shimano che come pubblicato ha depositato il suo brevetto per un gruppo elettronico wireless CLICCA QUI .  
Questo della Campagnolo bello è bello, non c'è dubbio; il carbonio unidirezionale fa il suo effetto. Adesso vediamo però come funziona. La Campagnolo fa sapere che non si dovranno cambiare le ruote, perché hanno lavorato sulla catena che avrà una larghezza minore e sostengono che sarà affidabile in termini di usura. Questo in teoria, ma per esperienza, mi riservo di dare la mia opinione. La prima versione del Campagnolo Super Record 11v non è stato sufficientemente testata, tant'è che  l'anno dopo è stata modificata. Rimane sempre la famosa levetta laterale sui comandi,  per fare scendere la catena, tratto caratteristico del Campagnolo; mi sarei atteso almeno un posizionamento come quello dell'EPS, più vicino al pollice, con le mani in presa bassa; rimane pertanto il limite di ergonomia, in presa bassa, in curva  o in volata, quando la levetta del Campagnolo meccanico, così com'è posizionata, non agevola la cambiata. I freni mi ricordano gli Sram Force ! Dopo tutto questo tempo di elaborazione concettuale mi sarei atteso una forma originale. 
Attendo comunque di testarlo, per dare una valutazione affidabile e non "da marketing", sempre se la Campagnolo mi manderà il gruppo test, cosa molto improbabile. Su questo blog è tutto vero, niente è virtuale, i test sono rigorosi. Un sfida per i marchi. 
"Nell'attesa della sua venuta", pubblico il comunicato stampa ricevuto dalla Campagnolo. Saluti ciclistici. 












......anche nella versione disc ....








venerdì 6 aprile 2018

Incontro con il maestro Ernesto Colnago.

Parlare ed ascoltare il maestro Ernesto Colnago è stata un esperienza unica, indimenticabile e straordinaria; egli non è solo un "grande" dell'industria della bicicletta, un icona dell'Italia, ma anche una persona rara dallo stile essenziale e sapiente. Una persona inesauribile. Ernesto Colnago continua a dare un contributo straordinario e senza riserve, con un apporto originale ed esclusivo che continua ad anticipare il futuro; egli ama così tanto il suo lavoro che non smette mai di essere un "appassionato" delle sue creazioni; per questo non mi ha sorpreso vederlo spiegare ad un giovane ciclista, possessore di una Colnago Master d'epoca, la "sua" forcella chiamata "precisa", adottata oggi anche dai concorrenti; è stato come avere ascoltato Dante Alighieri spiegare la Divina Commedia; una cosa è leggere, una cosa è ascoltarlo dalla voce del suo protagonista.
L'incontro con il Cavaliere Ernesto Colnago è stata un occasione per parlare della nuova Colnago C64, del presente e del futuro della bicicletta, un accadimento da ricordare per sempre, da narrare davanti al fuoco di un cammino, in una sera d'inverno, con gli amici e appassionati di bicicletta.
Il suo autografo "stilizzato" con dedica è un "oggetto" cult, unico, con uno stile esclusivo persino nella grafica, che solo un artigiano valente sa fare. L'incontro è stata anche l'occasione per visitare presso il castello di Desenzano del Garda, parte della sua vasta collezione privata, composta in loco, da alcune biciclette preziose, corredate dalla storia, dalle cronache sportive con preziose foto storiche che narrano della lunga vita professionale del maestro di Cambiago. Consiglio a Confindustria di organizzare seminari e giornate di studio, tra i giovani industriali ed Ernesto Colnago, per fornire alle future generazioni di imprenditori, lezioni di cultura e stile di vita, da imitare. I giovani hanno bisogno di esempi e motivazioni.
Saluti ciclistici.