mercoledì 31 gennaio 2018

Il test bike è su Pedalare verso il cielo 😉

Si fa presto a dire test bike !
Uno dei segni caratteristici del vero tester bike è la salopette usurata, dai tanti chilometri di test. Un segno indelebile per effetto del pedalare ed ascoltare la bici che solca la strada.
E adesso fatemi vedere la salopette di chi mi imita e dei troll da bar !!!!
Saluti ciclistici. 




La scorrevolezza e la precisione del cambio della bicicletta da corsa. Consigli.

Mi capita spesso di sentire ciclisti che si lamentano della scorrevolezza e della precisione del cambio soprattutto di quello meccanico; e quasi ogni volta, finiscono per prendersela con la qualità della trasmissione. E già, finisce quasi sempre così. Le altre volte, la colpa ricade sul meccanico. In verità non è sempre e solo questo il motivo perchè il cambio non va. Talune volte, anzi spesso, la causa è del telaio e più precisamente del passaggio interno delle guaine e dei fili; nell'era dei cablaggi interni, dove quello che conta è l'effetto aero ( marketing! Cosa te ne fai di un telaio aero se non pieghi le braccia e la schiena e pedali sopra i 40 km/h ?)) e la "pulizia" estetica della bicicletta. 
Con i telai con cablaggio interno, spesso, a farne le spese sono le guaine e i fili che rimangono "strozzati" dal percorso interno, sempre più complicato, viste le forme dei telai aero, e dalle realizzazioni non troppe precise ( i telai "cotti" nell'autoclave non vengono controllati all'interno). 
Dunque il mio consiglio è quello di preferire telai con cablaggi esterni, o parzialmente esterni, cioè almeno nella parte finale del passaggio prossimo al cambio ( come nella foto).
I telai ce ne sono; hai voglia; possono non piacere, ma vi assicuro che sono la soluzione per ogni problema della trasmissione. Ovviamente non sono aero bike, sono telai da salita; qualche nome, Cervelo RCA ( cioè la R5 California per intenderci, il top in casa Cervelo), Focus Izalco, Bianchi Specialissima CV. Provate ad usare il cambio con questi telai, vi divertirete e non smettere mai di farlo, ad ogni occasione, anche quando non serve e solo per il gusto di cambiare e di sentire che non sbaglia un colpo, manco fosse elettronico. Cavi esterni significa anche minore peso.
Attenzione anche i cambi elettronici possono fare cilecca, ma questo è un altro discorso. 
Vi lascio al video realizzato nell'officina di Falasca Cicli, con il meccanico Sascha. Occhio che il cambio in azione è meccanico, anche se sembra veloce e preciso come un cambio elettronico........ Saluti ciclistici. 


Gokiso. Valutazioni di massima.

Ne approfitto nel presentare questo prodotto di nicchia, a coloro che non lo conoscono ancora, per affrontare una questione essenziale parlando di ruote per bici da corsa su strada: la deformazione e la rottura del mozzo. Nel tempo ho avuto la possibilità di assistere alla rottura non solo di mozzi in alluminio, ma anche di quelli in carbonio; in entrambe i casi, si trattava di ruote di alta gamma. E allora ho studiato la questione e mi sono imbattuto nei mozzi Gokiso. 
Ci sono dei prodotti che solo a vederli si percepisce la differenza tecnologica, anzi la sostanza, in ogni senso. Uno di questi, sconosciuto alla maggioranza dei ciclisti, è made in Japan, si chiama Gokiso. Tanto per rendere subito l'idea, la Gokiso ha un certificazione JISQ9100, cioè lo standard di qualità aerospaziale,  e quindi le ruote e i mozzi vengono lavorati in macchina secondo i requisiti aerospaziali. Essendo un prodotto giapponese ( è ideato e realizzato completamente in Giappone), la tradizione e l'avanguardia della tecnologia si fondono. La fabbrica si trova in un santuario locale denominato Santuario GOKISO HACHIMAN nell'area di Gokiso di Nagoya, Aichi, in Giappone. L'ubicazione non è priva di effetti. In Giappone tutto assume un valore particolare, quasi sacrale. In buona sostanza i giapponesi prendono sul serio tutto quello che fanno e non si concedono scuse in caso di fallimento. 
Gokiso è un marchio del gruppo Kondo Machine Corporation. Kondo Machine Corporation, produttore di macchine per ultrasuoni di precisione, specializzato nel taglio di metalli pregiati. La società è anche riconosciuta come un produttore leader di cuscinetti per motori a reazione. Gokiso ha un componente che la rende unica, il mozzo. Basterebbe guardarlo per capire la differenza dai prodotti concorrenziali. Come dicevo in premessa, è stato proprio il mozzo Gosiko e la tecnologia ivi applicata ad attirare la mia attenzione. Si parte da due presupposti: peso e rigidità. Il mozzo Gokiso come la ruota Gokiso GD2 non sono ultra leggeri, e nemmeno leggeri. E anche qui c'è un motivo tecnico altrettanto preciso: la massa leggera ha una bassa forza d'inerzia ( la ruota a profilo alto non leggera ha una inerzia maggiore di una ruota a profilo alto leggera). La ruota senza rigidità, si deforma a causa del peso del ciclista e della bicicletta. E anche questo lo sapevamo. Ebbene secondo il progetto Gokiso GD2 ( cerchio/raggi/mozzo), la ruota deve assorbire i carichi e mantenere per quanto possibile inalterata la forma della ruota; per questo viene costruita con canoni diversi dalle altre ruote di alta gamma concorrenti. 
E ora veniamo alla questione annosa della rottura del mozzo. Come è noto, il mozzo assorbe gli urti e le vibrazioni trasmesse attraverso dai cerchi, rigidi per mantenere la prestazione inalterata nel tempo, ma evidentemente con limitata capacità di assorbire le asperità della strada. Per questo il mozzo Gokiso smorzerebbe ( uso il condizionale) le vibrazioni che si ripercuotono sui cuscinetti. Una piccola ma importante parentesi. Le sfere dei cuscinetti dei mozzi tendono a consumarsi per via dell'attrito, ma anche a deformarsi a causa delle vibrazioni e del peso, ecco perchè se si usano sfere in acciaio o in ceramica, occorre che siano unicamente della migliore qualità, altrimenti, si deformano oltre misura e quello che è peggio si frantumano, come mi è capitato di vedere; in quel caso erano delle sfere in ceramica di bassa qualità cinesi. In buona sostanza, la ruota Gokiso, risponderebbe ( uso il condizionale perchè non l'ho testata), a dei precisi criteri di performance: ridurre al minimo la perdita di potenza di erogazione; mantenere l'accelerazione anche quando si smette di pedalare ( a questo principio si è ispirata la Zipp costruendo i mozzi della gamma NSW), per avere quello che i tecnici giapponesi, definiscono la "sensazione di scivolare sul ghiaccio". I mozzi Gokiso sono in titanio di grado 6 e in alluminio di quello top, ovvero dura ace ( definizione presa anche dalla Shimano). La Gokiso, usa principalmente sfere in acciaio, avendo considerato il loro acciaio superiore alla ceramica tradizionale, salvo il caso della versione super climber, dove invece la Gokiso usa le sfere in ceramica speciale P5, dai costi elevati, tanto per confermare quello che ho scritto, poc'anzi e cioè che la ceramica è da preferire solo nel caso in cui trattasi di alta qualità ( e quella costa molto), altrimenti è meglio scegliere il migliore acciaio.
Ecco questo è un mozzo che vorrei provare testare, ma è difficile poterlo fare;  questi mozzi vengono assemblati anche sulla ruota prodotta dalla Gokiso, dal peso di 1 chilo e 600/700 grammi che costa circa sette mila euro, tanto per capirci meglio.
Mi chiedo se questo mozzo può essere la soluzione finale ai problemi noti. I mozzi Gokiso sono realizzati solo in titanio e in  alluminio, come è tradizione giapponese, scelta per avere la massima affidabilità; in verità, nel Sol Levante hanno imparato così bene a forgiare i metalli e le leghe da fornire prodotti di alta gamma, di qualità assoluta, tali da essere concorrenti del carbonio di alta gamma. 
Considerazioni personali (di esperienza). Da questo prodotto, si possono trarre indicazioni utili. La prima. La ruota per essere più longeva ed affidabile non deve essere ultra leggera ( orientativamente sotto al chilo di peso). Inoltre, più massa, più effetto volano, e questo è un indicazione già nota e sperimentata in pianura e per i percorsi vallonati. Ma in salita ?  Questo è il punto cruciale. Più massa (della migliore qualità e tecnologia) significa più resistenza all'usura delle piste frenanti e alla rottura del cerchio. Ma per quanto concerne la reattività, lo scatto, l'accelerazione, per intenderci meglio ? I tecnici della Gokiso la pensano diversamente dagli altri produttori. 
Resta inteso che ciò che conta è la riduzione della massa periferica, al fine di renderla più reattiva. E questi due dati sono in antitesi; ecco perché non è facile produrre e scegliere la ruota. E come nel caso del telaio, la migliore soluzione, nasce dal compromesso di diversi fattori. 
La seconda. Il prodotto ultra leggero tende a consumarsi precocemente e a rompersi con più probabilità. E' una indicazione di massima, certamente, considerato che tutto si può rompere e si rompe, pertanto anche le cose meno leggere. Ma evidentemente c'è bisogno di un mozzo ultra rigido  e consistente, direi di "peso", per resistere alla deformazione derivante dal carico di peso e dallo stress di utilizzo. Ma soprattutto occorre costruirlo in modo esclusivo, con materiali e tecnologia di assoluto livello, al fine di evitare stress e deformazione alle sfere, ai cuscinetti e alla struttura esterna del mozzo. E qui il mozzo, diventa quello che è: il punto cruciale di una ruota, quello intorno al quale gira, in ogni senso, la ruota. 
Insomma, i prodotti della Gokiso, si pongono in netto contrasto, con la direzione del mercato (leggerezza), fornendo delle indicazioni che sarebbe interessante testare su strada. Il responso finale e definitivo, per quanto concerne la prestazione pura, può solo venire dalla prova su strada, impegnativo e realizzato in un tempo lungo. Quando il prodotto è di assoluta qualità non c'è bisogno di strumenti di misurazione, ma solo di una gamba allenata, di una data base di esperienza su tanti e altri modelli concorrenti e il responso finale dallo stress da utilizzo. E' fondamentale sapere che su strada intervengono fattori esterni che in laboratorio non sono presenti e non possono essere riprodotti fedelmente. Il fattore umano e la strada sono determinanti e irripetibili, altro che effetti speciali da laboratorio. Aprite gli occhi e non fatevi ingannare dal marketing.  Saluti ciclistici. 





mercoledì 24 gennaio 2018

Grammomania: Pinarello F10 ( catalogo 2018)

Quando passo a Montecchio Maggiore (VI), a trovare gli amici di pedale veneti, mi fermo volentieri al punto vendita Il Ciclista, per salutare Paolo Massignan e per fare qualche scatto alle nuove collezioni Pinarello e BMC. Paolo è un valente ciclista, appassionato delle due ruote e la passione è la prima condizione per essere un ottimo negoziante. Ecco qualche scatto, sulla nuova Pinarello F10, gamma 2018, ovviamente messa sulla bilancia di precisione. Saluti ciclistici. 




martedì 23 gennaio 2018

Grammomania: Lightweight Urgestalt 2018.

Allenamento con il mio amico di pedale, Silvio, fermata d'obbligo da Falasca Cicli, per vedere qualche nuovo arrivo e cosa ti vedo ? Una grande scatola nera con un logo conosciuto; dentro, il telaio Lightweight Urgestalt, appena consegnato dal corriere. Con Silvio condivido la passione della pesa bike; anche lui è affetto da "grammomania". Un rapido sguardo di intesa, et voilà, apriamo la scatola e pesiamo il contenuto.........
Per leggere il mio TEST BIKE Lightweight Urgestalt CLICCA QUI . 
La pesa è realizzata in collaborazione con il rivenditore autorizzato Lightweight Falasca Cicli e All Bike Store.
Saluti ciclistici. 







Peso del telaio ( TAGLIA 54)


Peso della forcella ( non tagliata)



Lunghezza 300 mm

giovedì 11 gennaio 2018

Anteprima: la nuova Pinarello Dogma F10 del Team Sky 2018

Pubblico il comunicato stampa ricevuto dalla Pinarello e il materiale allegato. E' la nuova livrea della Dogma F10 in dotazione al team Sky per l'anno 2018. La vedremo così nelle prossime corse. Saluti ciclistici.