mercoledì 29 marzo 2017

Grammomania: Deda Elementi Superleggero RS.

E' il nuovo attacco in lega leggera 🔝del marchio italiano realizzato con il migliore alluminio quello denominato 7050. La particolarità è che il rivestimento è ceramizzato e viene denominato Duracer. Viteria in Titanio. Per chi non lo sapesse, è consigliabile usare l'attacco manubrio in alluminio; è più rigido di quello in carbonio. In collaborazione con il rivenditore Falasca Cicli. Saluti ciclistici.



sabato 25 marzo 2017

Anteprima: Lightweight Edelstoff woman

Proseguono le anteprime Lightweight con la linea di abbigliamento Edelstoff anche per donna. Il capo esclusivo e di una bellezza unica,  indossato nelle foto e' stato realizzato in collaborazione con la casa di moda tedesca, Benu Berlin. E' per uso della ciclista acrobata ritratta nella foto.
La linea donna Lightweight e' disponibile con un abbigliamento convenzionale di assoluta bellezza ed eleganza consultabile sul sito della Lightweight CLICCA QUI . Saluti ciclistici. 



Monte Circeo. Ciak. Buona la prima.

Stamattina sgambata sul Monte Circeo. Lunghezza 5 km. Pendenza media 8,2%. Pendenza massima 15%. In pratica si sale in apnea. Per il reportage della salita finale  CLICCA QUI.  Saluti ciclistici.






Più su.......



venerdì 24 marzo 2017

Colnago Ottantacinque Limited Edition incontro ravvicinato

Ecco un altro incontro ravvicinato 🔝di gamma. Questa è' la versione dedicata agli 85 anni di Ernesto Colnago in tiratura limitata. Saluti ciclistici. 



Pinarello F10. Incontro ravvicinato.

In collaborazione con il rivenditore autorizzato, Il Ciclista di Paolo Massignan. Saluti ciclistici




Volta Catalunya 2017

Oggi alla #VoltaCatalunya finale duro a Lo Port. Deragliatore e cambio RD-R9150 e cassetta 11/30 sono perfetti per la caratteristica della tappa. Saluti ciclistici. 


domenica 19 marzo 2017

Zipp SL Sprint Stem

Dal mondo delle corse. E' l'attacco manubrio over size usato dal velocista Sergio Zaottini. Massima rigidità. Le dimensioni e la struttura imponente compensano la minore rigidità di un normale attacco manubrio in carbonio, meno rigido di quello in alluminio. Ovviamente stiamo parlando di un componente che come nel caso di specie deve essere usato da un velocista molto forte, che "strappa" in modo brutale nella volata, quando la forza e l'accelerazione sono al top. Saluti ciclistici. 


giovedì 16 marzo 2017

Qual'è il cambio più agile in salita ?

Per i ciclisti che vanno per montagne, la prima preoccupazione, dopo la giusta preparazione, è quella di avere una trasmissione efficiente si, ma soprattutto quella avere il cambio più versatile, in grado  di fare girare il pignone più agile. E allora ho fatto una ricerca in merito e ho scoperto che attualmente il cambio più versatile, quello che in altre parole, più degli altri spiana le salite, è il cambio meccanico Shimano Dura Ace RD R9100. Infatti confrontando le schede tecniche dei cambi top di gamma, meccanici ed elettronici, il bilanciere del cambio Shimano Dura Ace RD R9100 fa girare pignoni fino a 35 denti! Immaginate di usarlo con la corona della guarnitura compact 34 e capirete che se siete dotati di una gamba snella e/o potente, di un cuore a prova di "oltre la soglia", del peso forma e di una forza mentale da samurai, nessuna salita sarà proibita 😉🚵
Per completezza, preciso che il cambio Shimano Dura Ace Di2 R9170 (elettronico) è compatibile con pignoni fino al 33, lo Sram Red meccanico è compatibile fino al 28, lo Sram Red Etap è compatibile con bilanciere corto fino al 28 e con bilanciere medio fino al 32, e quindi occorre optare o per l'uno o per l'altra versione, ed infine il cambio Campagnolo Super Record, Record, anche nella versione EPS (elettronica) è compatibile fino al 29.  
Per quanto concerne i cambi di gamma media, quello che può fregiarsi del titolo di grimpeurs, è il cambio  Shimano Ultegra 6870 (meccanico) e Shimano Ultegra 6870 Di2: con bilanciere medio girano con pignone da 33 e con bilanciere lungo con pignone da 37 ! Lo Sram Force con bilanciere medio gira con pignone da 32 denti e con bilanciere lungo con quello da 36. Il Campagnolo Chorus con pignone da 29. Se si vuole rimanere in casa Campagnolo e scalare le salite più proibitive bisogna optare per il cambio in alluminio Campagnolo Potenza il quale è compatibile con il 32. 
Dunque l'unico cambio più versatile, quello che gira più agile, senza doverlo sostituire con la versione con bilanciere specifico (lunga) è quello del nuovo Shimano Dura Ace RD R9100, meccanico, il quale a ragione si fregia del titolo di Grimpeur. Saluti ciclistici. 


mercoledì 15 marzo 2017

Grammomania: Scott Foll Premium 2017

Pedalare verso il cielo è il blog più letto dai ciclisti e la "sua" macchinetta fotografica arriva ovunque. Oggi siamo a Bergamo, nel "garage" di un lettore per fare qualche scatto da collezione per la rubrica Grammomania. E' la sua Scott Foll Premium, modello 2017, come quella usata dal team UCI Pro Tour Orica Scott. In taglia 56 pesa poco più di 6 chili e 800 grammi. Direi niente male per essere un modello aero e per la taglia alta.  E' il modello aero del marchio svizzero con freni a montaggio diretto ed in particolare con il freno posteriore installato dietro alla scatola del movimento centrale. Manubrio e attacco aero, carro posteriore con pendenti ribassati rispetto al tubo sterzo, in modo da aumentare la reattività. scatola del movimento centrale Press Fit 86,5. Durante le "indagini ciclistiche" 😄ho assunto "dichiarazione spontanee" dal lettore ciclista, il quale ha "confessato"😬che al momento dell'acquisto ha scelto di installare lo Sram Red ETap in sostituzione dello Shimano Dura Ace Di2 di serie, in modo da recuperare qualcosa sul peso finale. Inevitabilmente sono rimasti installati i freni a montaggio diretto Shimano Dura Ace. Ciò accade a tutti colori che montano lo Sram Red ETap. Viene da chiedersi per quale motivo la Sram non riesce a produrre o a farsi produrre freni integrati ? Il peso è in linea con i modelli aero. Quello che conta in questi modelli non è certo il peso, e' la spiccata rigidità, la penetrazione aerodinamica per sfidare il vento. Tuttavia grazie a componenti leggeri riesce a raggiungere un peso competitivo per gli strappi duri e le salite non troppo lunghe. Un osservazione biomeccanica. La sella Prologo non è in bolla. Un tempo si inclinava la sella in basso, per evitare dolori al sottosella. Era un escamotage per mantenere la sella tendenzialmente più alta ed avere un impatto visivo più accattivante. In altri  casi invece si usa farlo quando la sella non e' perfettamente piatta. Generalmente una sella non in bolla comporta che il ciclista si ritrovi a pedalare spostato sulla punta della sella. Se ciò non accadesse, sarebbe solo perché il ciclista pedala  con un altezza sella più bassa rispetto alla quota ottimale. Quindi da rivedere l'assetto avanzato.  Saluti ciclistici. 









sabato 11 marzo 2017

Il ciclo di una pedalata

Ecco un grafico esplicativo dei muscoli della gamba interessati durante il ciclo della pedalata. Interessante conoscerlo per verificare la corrispondenza in caso di affatticameti muscolari o infortuni e  capire l'anomalia biomeccanica. Per sapere come pedalare correttamente vi rimando a questo post CLICCA QUI Saluti ciclistici. 

giovedì 9 marzo 2017

Tirreno - Adriatico 2017. L'incidente a Moscon. Ipotesi dubbia, ipotesi concreta.

Il tubolare rimosso con un cacciavite dal meccanico del team  UAE Abu  Dhabi 
Alla crono tappa di apertura della nuova edizione della Tirreno-Adriatico, è avvenuto un incidente tecnico alla crono bike del corridore della SKY, Moscon. La pelle dei ciclisti è la più dura, si sa, e il corridore italiano se le è cavata con qualche graffio. Ciò che interessa è il motivo dell'incidente. Tutti pensano che sia "esplosa" la ruota a razze anteriore. Io non la penso così. Secondo me, forse si è trattato di un motivo più semplice: si è sfilato il tubolare e il cerchio impattando sull'asfalto, di lato, ad alta velocità ( circa 60 km/h) si è spezzato. Peraltro il momento cruciale e' accaduto subito dopo il passaggio su un tombino. Appare molto difficile, pensare che delle ruote nuove, possano avere gravi danni strutturali pregressi, almeno in questo momento iniziale della stagione. Tuttavia, non è la prima volta che ciò accadrebbe, basta ricordare l'incidente al Tour di Beloki ! Il tubolare si sfila perché  i meccanici dei team, continuano ad incollarli con la vetusta colla, detta altresì, carogna. L'incollaggio è rischioso per due motivi: 1) occorre applicare uniformemente la colla, senza spazi vuoti; 2) la colla tende a seccarsi e mal sopporta le alte temperature. E poco pratica per i seguenti motivi: 1) sporca il cerchio e il tubolare; 2) e necessità di tempi più lunghi, di almeno 24 ore, prima che la colla possa fare presa in modo accettabile. Sono motivi noti, ma i meccanici continuano a scegliere la colla in quanto è più facile da rimuovere, (usano la raspa !) e quindi non è sicura, rispetto al biadesivo. Di solito un tubolare da competizione viene sostituto al massimo ogni 2 tappe. Lo fanno per non correre il rischio di usare tubolari induriti dai chilometri e lisci e per evitare che eventuali e probabili tagli al battistrada, possano causare forature; inoltre preferiscono avere il tubolare fresco per avere più morbidezza e grip. Basterebbe usare il biadesivo per avere una ruota montata con il tubolare in completa sicurezza. Il biadesivo si monta in pochi minuti, è subito pronto all'uso e sicuro, non teme le alte temperature. Di contro occorre perderci un po' di tempo per rimuovere la colla all'interno della gola del cerchio. Va detto per completezza di informazione che esistono dei prodotti come il gel remover dell'Effetto Mariposa, inodore, che rimuove facilmente la colla, lasciandolo agire per qualche ora. Che strano il mondo delle corse ! Usano computer sofisticati, persino satelliti, cambi elettronici, qualcuno addirittura gli inutili freni a disco (il peggiore esempio del marketing applicato alla bicicletta) e poi si  ostinano ad usare l'arcaica colla, risalente ai secoli scorsi !!
Va comunque detto che la ruota che impatta ad alta velocità si frantuma. Date un occhiata a questo video del Tour de France 2007. In quell'occasione il corridore investi un cane che attraversava. L'impatto violento frantumò la ruota anteriore  CLICCA QUI
Saluti ciclistici.






mercoledì 8 marzo 2017

Cuscinetti e sfere in ceramica e ruote Lightweight. Facciamo un po' di chiarezza !

Mi sono giunte all'orecchio informazioni allarmanti in merito alla sostituzione after market o come si usa dire up grade dei cuscinetti e delle sfere in ceramica sulle ruote Lightweight tubolare e copertoncino. Informazioni assolutamente non corrette. Faccio un po' di chiarezza, prima che qualcuno spenda soldi inutilmente o peggio ancora finisca per danneggiare irreparabilmente i mozzi e gettare le ruote. Le ruote Lightweight da strada possono essere acquistate anche nella versione Schwarz con cuscinetti e sfere Ceramic Speed e in questo caso sono montate su mozzi specifici DT SWISS, diversi da quelli montati sulle ruote LW nella versione standard, cioè con cuscinetti e sfere in acciaio.
In buona sostanza sulle ruote LW non si possono sostituire cuscinetti e sfere in acciaio con quelli in ceramica della Ceramic Speed perché hanno un diametro diverso. Ma v'è di più. L'inserto dei cuscinetti è in carbonio. In caso di sostituzione dei cuscinetti e delle sfere in ceramica di altro produttore, c'è la possibilità concreta che durante l'operazione di sostituzione, possa spaccarsi l'inserto e quindi il mozzo in carbonio finisca per danneggiarsi irreparabilmente. Ricordo che il mozzo e i raggi, delle ruote Lightweight, non possono essere sostituiti, trattandosi di una ruota monoscocca. Preciso inoltre che gli interventi sul mozzo anteriore LW possono essere fatti solo dalla Lightweight, mentre gli interventi sul mozzo della ruota posteriore possono essere eseguiti anche in un punto dei assistenza DT SWISS o  da una officina specializzata come è scritto a pagina 130 del libretto di manutenzione.  Per questo consiglio di fare la scelta al momento dell'acquisto. 
Vi lascio alla visione delle ruote Lightweight Gipfelsturm Schwarz, quelle con sfere e cuscinetti Ceramic Speed. Ogni commento è superfluo. Saluti ciclistici. 


per chi volesse apprezzare la scorrevolezza dei sistemi Ceramic Speed......




Sull'ammiraglia del Blog.


Quando sette anni fa scrissi la prima pagina di questo blog, avevo in mente, l'idea di farne un canale per chi volesse condividere la mia passione. La cosa è andata oltre ogni aspettativa. Più di un milione di visite mi hanno lusingato. Sul blog posso dirvi che vi seguo come se fossi a bordo di una ammiraglia e dall'ammiraglia il ciclismo è tutta un altra cosa. Ci salgo con umiltà e con i miei trenta anni di passione praticata per la bicicletta. La missione è quella di aiutare gli altri a non prendere "sole" e a scegliere bene. Consigliare è il passaggio successivo di ogni esperienza di vita. Continuate a scrivermi sul blog. Saluti ciclistici. 

domenica 5 marzo 2017

Test bike: Selle Italia SLR Tekno Flow, in carbonio e ceramica. Modello2017.

La sella è un accessorio molto personale. Unitamente ai pedali e alla sella accompagna il Ciclista e non si cambia più il Modello. Infatti questi componenti influenzano direttamente l'assetto avanzato e cioè le quote biomeccaniche. 
In particolare, la scelta della sella, dipende dal nostro corpo. Ci sono dei parametri di cui tener conto: 1) la distanza intertrocanterica, cioè la misura della distanza tra le due grandi tuberosità del femore; 2) la circonferenza della coscia, a partire dalla radice del gluteo; 3) l'inclinazione del bacino, per determinare la rotazione del bacino. Tutti parametri personali che il sistema Idmatch brevettato dalla Selle Italia, una volta elaborati, misura la taglia della sella ottimale, tra quelle presenti nel catologo del prestigioso marchio di Asolo. Scegliere la sella giusta  Selle Italia è semplice. Basta recarsi da un rivenditore autorizzato Selle Italia.  Personalmente uso selle del marchio Selle Italia, da sempre. La penultima è stata la SLR Teknologika Flow. Apprezzo la cura del design e dei particolari, la qualità assoluta dei materiali, la particolare conformazione anatomica, la manualità degli artigiani veneti. Non è un caso che la linea SLR  sia stata premiata con il Design Award. 
La SLR Tekno Flow rappresenta un passo avanti, nelle selle top di gamma; un evoluzione sostanziale della SLR Tekno Flow, chi ho usato fino ad oggi, con soddisfazione. La nuova SLR nasce dalla tecnologia Superflow, la quale si fonda su avanzati studi sulle dinamiche di appoggio del corpo sulla sella. E' connotata da un ampio foro centrale, che riduce i disturbi fisici causati una prolungata pressione della zona pelvica, e consente a soggetti di differenti taglie di trovare sempre una posizione ottimale e confortevole, anche sulle lunghe percorrenze. In buona sostanza, grazie alla tecnologia Superflow, la pressione risulta essere localizzata solo sulle ossa ischiatiche, lasciando libera da ogni pressione, invece la zona centrale e anteriore della sella; dunque si evita che la massima pressione si localizzi nella regione centrale, corrispondente all'aerea perineale.
La SLR Tekno Flow è adatta ai ciclisti che hanno una distanza delle ossa ischiatiche molto ravvicinata, taglia small, con una rotazione del bacino alta. Le misure della SLR Tekno Flow sono le stesse della precedente SLR Tekno Flow, cioè 131 mm di larghezza e 275 mm di lunghezza. Peso nominale 110 grammi; peso reale 103 grammi. Direi una cosa rara, riscontrare un peso reale inferiore a quello nominale. 
Il rivestimento è in microfibra tek fissata alla struttura della sella con termo saldatura; la sella è realizzata in carbokeramic da ø7x9 mm. In pratica trattasi di carbonio rivestito da ceramica per aumentarne la resistenza.
La particolarità di questa sella, oltre allo scafo e alla forchetta in carbonio rivestita in ceramica, è la cucitura interna della microfibra, intorno al foro. Tale soluzione, a mio avviso, dovrebbe impedire che la sella si deformi al centro, e quindi possa falsare il piano di appoggio del bacino.

Test su strada. 

La Selle Italia SLR Tekno Flow si apprezza soprattutto per la base rigida ed uniforme, e questo è assolutamente ideale per chi preferisce una superficie di appoggio piatta, come nel mio caso. In generale la superficie della sella deve essere non molto soffice e non molto dura. In medio stat virtus, dicevano i padri latini. Pedalare sospeso sulle ossa ischiatiche, è stata una nuova esperienza, una nuova sfida. Invece usando selle senza foro, la zona peritale ammortizza, la spinta sui pedali. E qui si fa la scelta. Personalmente preferisco selle con il foro. Sulla sella, si concentrano una serie di forze e di fattori, nevralgici nell'economia della pedalata, come il comfort, l'efficienza ovvero la resa, finanche la salute del ciclista. Dunque il concetto tradizionale di sella, va innovato. Un brand storico nazionale, la Selle Italia, ha quindi sviluppato il brevetto Super Flow.
La scelta della sella è stata fatta dopo la misurazione consigliata dalla Selle Italia. I miei dati antropometrici e la capacità di flessione, sono adatti alla misura S3, riferita anche a questo modello di sella, secondo Selle Italia idmatch un sistema di analisi brevettato dal marchio veneto; tale misura, significa, distanza delle ossa ischiatiche small e alta rotazione del bacino.
Nel test ho usato un fondello di media altezza, sia di alta, sia media qualità.
La mia muscolatura è sensibile alla variazione della temperatura, e in questi giorni di meteo incerto e bizzarro, c'è il rischio di procurarmi una patologia a carico dei tendini, dato che senza un adeguata protezione termica degli arti inferiori, i tendini, ed in particolare il rotuleo, subiscono un abbassamento ulteriore della temperatura interna e una riduzione degli scambi nutritivi provenienti dai tessuti circostanti sottoposti a vasocostrizione. L'altezza della sella è stata determinata secondo la quota personale, che tiene conto del modello dei pedali, livellamento sul piano, rilevazione del centro anatomico con un calibro aperto ad una data misura.  
Pronti, via. Appena seduto, sulla SLR Tekno Flow, ho trovato istintivamente, la posizione ottimale: ero seduto sulle ossa ischiatiche, e la zona perinale era completamente libera da ogni pressione. In effetti, il brevetto Super Flow, funziona: la zona perinale non è sottoposta alla pressione del peso corporeo. Ho provato a spostare il bacino più avanti sulla sella, assumendo una posizione sbilanciata in avanti, ma subito dopo i primi colpi di pedale, ritornavo repentinamente, a riprendere la posizione corretta. Non ci si può sbagliare. In pianura e sul percorso vallonato si spinge con efficienza, e senza fastidio al sotto sella. In salita, ove procedevo in sella, spingevo senza problemi, comodo ed energicamente. L'interno della coscia, non strofina sul fianco della sella; dunque, nessuna frizione all'interno della coscia e la parte laterale della sella, e così si evitano fastidiose infiammazioni. Le gambe frullavano libere e con la massima resa biomeccanica. E' appena il caso di dire che la sella giusta montata correttamente è essenziale. Gli aggiustamenti continui, magari fatti durante la marcia, sono assolutamente sbagliati. Il corpo ha una forma e una specificità,non possiamo improvvisare, un aggiustamento, ad occhio.
Il primo giro di poco meno di tre ore, su una distanza di 72 km ,con circa 18 km di salita, e per il resto vallonato con tratti di pianura, presi con il vento in faccia. Nessun problema di indolenzimento. Le ossa ischiatiche, che pur hanno sostenuto da sole, il peso del corpo, non mi davano alcun fastidio; e lo stesso è capitato la mattina seguente. Sulle distanze più lunghe e per un tempo maggiore, pedalato per poco più di 4 ore, nessun problema. Superfluo osservare chela SLR Tekno Flow, mi piace; è leggera, ha un ritaglio anatomico ampio che preserva da pressioni, è bella; non era facile realizzare una sella che avesse tutte queste caratteristiche. Work in progress.
Difetti. La SLR con forchetta in carbonio non ha mai dato problemi, mentre una SLR con forchetta in ceramica si è scollata, nella parte appunto della forchetta. L'altra sella sempre con forchetta in ceramica, non ha dato problemi. Aggiornerò il test.
Saluti ciclistici.





giovedì 2 marzo 2017

Lavori in corso. Viaggio all'inferno. Work in progress.

Un pezzo alla volta, un momento dopo l'altro. Oggi si monta il pacco pignoni. Aspettando  "l'inferno". Work in progress. Saluti ciclistici.

mercoledì 1 marzo 2017

Test Bike: Walbike. Work in progress.



Il pacco con i prodotti da testare spedito dalla Walbike.



                                          


L'effetto luccicante dopo il trattamento Walbike sulla vernice.
Il motivo di questo test è semplice: se il ciclista si prende cura della bicicletta, la bicicletta si prenderà cura di lui. A chi ha esperienza sulla strada, non sfugge, il fatto che nel momento in cui si pulisce la pulizia, e lo si fa bene, si scoprono cricche o danni, e si migliora la prestazione e l'affidabilità del mezzo. Sono molto scrupoloso nel selezionare i test bike da pubblicare; non testo "l'ordinario", i prodotti commerciali, testo solo l'esclusivo, l'affidabile, quello con un valore aggiunto. In buona sostanza consiglio solo ciò che merita i vostri soldi e il vostro sudore agonistico. Fatta questa premessa che è parte integrante anche di questo test, introduco il nuovo prodotto da testare. Walbike è un produttore effettivamente italiano, non solo per il brand ma anche per la produzione.  Finalmente! Un motivo più per sceglierlo.  La sua linea di prodotti è esclusiva e specifica, per certi versi innovativa, come per esempio nel caso, del prodotto per la pulizia del casco e delle scarpe, che deterge ed elimina gli odori! Ovviamente nell'offerta Walbike, c'è attenzione per la pulizia e la lucidatura del telaio, con vernice lucida o con vernice opacizzata, e per la pulizia e la lubrificazione della catena. Ma come dicevo i prodotti Walbike, sono interessanti. Basti pensare allo sgrassatore che pulisce, lubrifica e protegge, la catena, il gruppo e il cambio, senza bisogno di risciacquo (tutto in un solo prodotto) oppure al detergente per la pulizia del telaio senza risciacquo. Ma v'è di più. L'olio lubrificante per la catena, classificato come polare perché contiene una molecola respingente che permette di non fare attaccare i primi sporchi; sarà interessante confrontarlo con i prodotti concorrenti Shimano e Finish Line. Ma la gamma dell'offerta è ampia. Per avere una panoramica esaustiva, consiglio di navigare  sul sito della Walbike, completo e di facile consultazione, sul quale è possibile anche acquistare. CLICCA QUI . Il test è realizzato in collaborazione con Walbike.
Test. 
L'olio Chain Lube Plus per la lubrificazione della catena, è resistente all'uso ( nel senso che rimane sulla catena per molte uscite, anche se la catena va pulita ogni due uscite per evitare che lo sporco come per esempio la sabbia rovini la catena) e lubrifica efficacemente in ogni condizione. Attenzione. L'olio si dispensa facilmente dal tappo, quindi aprite il tappo, facendogli fare un mezzo scatto, spingendolo all'insù,  state attenti a non indugiare troppo sulla catena, altrimenti troppo olio sporca catena e ruota posteriore. L'Olio va messo sulla catena e non sui pignoni altrimenti sporca e raccoglie molta più sporcizia. Guardate il video. Sorprende il prodotto Walbike che sgrassa e lubrifica la catena: usato con dosi proporzionali allo sporco è ottimo, togliendo lo sporco e lubrificando ! Due prodotti in uno. Un bel risparmio anche in termini di tempo. Lo consiglio però solo nel caso in cui la catena non sia molto sporca. In questo caso occorre usare Clean Chain Ultra, che pur sgrassando lascia una patina di lubrificazione, per quello che ho avuto modo di constatare. 
Il migliore olio della linea Walbike è il Race Chain Lube. Non sporca, resiste all'usura e soprattutto lubrifica alla grande. Lo considero uno dei migliori in assoluto. 
Per il telaio in carbonio con vernice lucida, il più difficile da far brillare, soprattutto quando non è  nuovo, ho usato, il Walbike  Clean Frame Shine e il Walbike Frame Shine, rispettivamente per lavare e per lucidare e proteggere il telaio con vernice lucida ( in catalogo esiste anche quello per vernici opache); questi prodotti sono anch'essi ottimamente efficaci e per capirlo è sufficiente guardare le foto. Davvero sorprendente il risultato su un telaio sporco. 
Il prodotto specifico per la pulizia delle scarpe, elimina gli odori delle scarpe e del casco, nel caso in cui non si possa lavarli; le macchie sulla scarpe bianche rimangono, ma quelle, niente le leva.  Quindi lavarli con acqua e sapone per detergerli e togliere il cattivo odore dovuto ai batteri del sudore rimane la prima opzione, se si può lasciarli ad asciugare per molto tempo. Diversamente consiglio questi prodotti Walbike.  
Il tappetino The Mat è idrorepellente assorbe fino a 90 volte il suo peso. E' necessario per chi vuole fare la pulizia della bicicletta soprattutto all'interno dell'abitazione, in modo da evitare di sporcare pavimenti.  Quindi l'ho usato durante il test sulla bicicletta sporca, fatto all'interno dell'abitazione. Al termine sul tappetino c'erano due macchie causate dallo scolo dello sporco della catena. Nessuna macchia sul pavimento di marmo. The Mat è a prova di " moglie "😉😃. Può essere usato anche come base per il rullo; assorbe il sudore. 
L'olio Race è uno dei migliori oli per catena che abbia mai provato. Resiste più a lungo allo sporco e ne basta poco per avere la massima efficacia. Lo considero uno dei migliori prodotto Walbike ed uno dei migliori lubrificanti disponibili sul mercato. 
Il Multi Clean mi ha sorpreso. Usato su ogni parte della bicicletta ha rimosso efficacemente ogni macchia di sporco sul telaio. L'ho usato anche sulle ruote Lightweight riuscendo a togliere un alone rosso sul cerchio ! Il Multi Clean ha riportato le Lightweight allo stato originario, ora sono come prima ! Fantastico !!!! Ma attenzione. Usato sui telai opaci neri, può lasciare qualche alone, ove non si passi uniformemente il panno. 
Il Frame Matt l'ho utilizzato sulle superficie del telaio dopo averle lavate con il Multi Clean. La resa? Ottima. Guardate le foto. Dopo averlo applicato con il panno pulito, la trama del carbonio unidirezionale è "riemersa" dallo sporco. I prodotti specifici Walbike sono gradevolmente profumati e quindi nell'ambiente domestico non rimane alcun olezzo sgradevole. A questo punto e a ragion veduta, consiglio i prodotti Walbike testati fino ad oggi. 
WalBike Apparel Care detersivo professionale per capi tecnici. Test superato. Odore simile pino silvestre. Deterge a fondo le macchie anche a mano e in acqua tiepida.
Walbike Shoe Cleaner lucida efficacemente le scarpe, soprattutto quelle verniciate-lucide, ma non toglie macchie solari o segni di tacchetti. 
Walbike Sani Cycling toglie i cattivi odori al casco e alle scarpe.  
Il test prosegue sugli altri prodotti. Rimanete sintonizzati sul blog più letto dai ciclisti. Stay Tuned. Saluti ciclistici. 



I prodotti Walbike sono usati anche da molti team professionistici, tra i quali il team Abu Dhabi Pro Tour. Ecco alcune foto che ho scattato a gennaio 2017, durante il primo ritiro del team arabo a Terracina CLICCA QUI . 


Il gonfia e ripara della Walbike
Prima della pulizia













Il tappetino The Matt funziona davvero ! Notare le macchie di sporco trattenute ed evidenziate sulla  parte sottostante del tappetino. 
Race Lube Chain uno dei migliori in assoluto. Catena lubrificata e  "pulita" con il mio metodo di lubrificazione ( vedi video)


Dopo la pulizia.....
...dopo la pulizia !

Per lavare sgrassare e fare luccicare i componenti in alluminio 😉@WalBike Clean Frame Shine e Frame Shine.Non solo per telai lucidi 




@WalBike Apparel Care detersivo professionale per capi tecnici. Test superato. Odore simile pino silvestre. Deterge a fondo le macchie anche a mano e in acqua tiepida.