martedì 31 gennaio 2017

Come pedalare correttamente. Dimmi come pedali e ti dirò che ciclista sei.

In questi anni di frequentazione delle strade e di orde di ciclisti, di ogni livello, mi è capitato di vedere molte cose che non andavano nel principale gesto, quello che da vita alla nostra passione, comunemente detto pedalare. Dimmi come pedali e ti dirò che ciclista sei. Ho visto ciclisti pedalare di punta, come se fossero delle ballerine di danza classica, appesi ad una sella troppo alta, e deviati da probabili problemi al bacino, altri che invece pedalavano talmente alti, da vederli finire dal medico, altri ancora che nel ciclo della pedalata si ritrovavano con il tallone troppo basso. Insomma di tutto e di più. Allora è arrivato il momento di consigliare come pedalare correttamente per evitare problemi muscolo scheletrici, e cali di performance. E' appena il caso di aggiungere che la premessa è una visita biomeccanica e le quote personali vanno riportate correttamente sulla bicicletta. Per quest'utimo argomento rimando a quest'altro post che ho scritto CLICCA QUI.  In mancanza di ciò è inutile che leggiate questo post. Quello che leggerete non lo troverete in nessun manuale del ciclismo; non lo troverete in nessuna rivista ( ammesso che ci sia qualcuno che ancora le legga); e forse non ve lo diranno mai, convinti che ognuno pensa per se. Ma credo in un mondo migliore, e questo è possibile anche condividendo l'esperienza. Ognuno semini il suo. Verrà il tempo per raccogliere. Buona lettura. 
La pedalata rotonda è quella in cui vi è una perfetta coordinazione tra muscolatura agonista (che spinge) e antagonista (che richiama). Il rendimento di tale pedalata, come si potrà ben capire, è molto più elevato di una pedalata di sola spinta e di punta (definita anche come la pedalata a “stantuffo”). Per ottenerla è di fondamentale importanza che l’assetto sia a posto (una sella troppo alta ne impedirebbe la perfetta riuscita). La dinamica della pedalata rotonda deve svolgersi nel seguente modo. Partendo dal PMS (punto morto superiore della pedalata… pedivella in alto perfettamente verticale) inizia la fase di spinta da parte della muscolatura agonista (in particolare il quadricipite). Il piede, che si trovava con il tallone in alto nel PMS, durante la spinta (PMS >>> PMI) scende, riposizionando gradatamente il tallone molto più in basso, in modo tale che il piede risulti quasi parallelo  al terreno nel PMI (punto morto inferiore delle pedalata… pedivella in basso perfettamente verticale). Dal PMI inizia la fase di richiamo della pedalata da parte della muscolatura antagonista  (in particolare polpaccio e bicipite femorale). Il piede, da parallelo al terreno, durante il richiamo (PMI >>> PMS) sale, riposizionando gradatamente il tallone in alto, in modo tale che il piede diventi quasi prolungamento della tibia (come se fosse un unico tirante). In altre parole il piede durante la rotazione della pedalata descrive come un onda punta/tacco.           

In BdC le mani dovrebbero impugnare i comandi in modo da fasciarli. Quindi con 2 dita sotto la leva, 2 dita davanti alla leva e il pollice sopra il comando. Questo permette di avere gli avambracci che tendono leggermente verso l’esterno, molto più liberi e morbidi e di conseguenza braccia e schiena più rilassate. 
In MTB è il pollice che tiene la mano ancorata alla manopola come un uncino. Poi una o due dita sulla leva del freno. La mano arriva sulla leva del freno come un naturale prolungamento dell'avambraccio. Le braccia devono sempre essere leggermente flesse e mai tese.
Tenere i comandi/manopole nei suddetti modi, permette inoltre di avere una migliore spinta in fase di fuori sella, in quanto il tronco e il bacino risultano più mobili e possono oscillare da una parte e dall’altra della bicicletta durante la spinta, aggiungendo in questo modo alla propria spinta sul pedale anche il proprio peso, che diventa quindi una spinta aggiuntiva.      
Si ricordi inoltre che in questa fase il bacino deve sempre ritrovarsi in verticale con il movimento centrale. Quando si è in fuori sella si effettua la cosiddetta “danceuse” sui pedali: ci si sporge da un             lato e dall’altro della bicicletta, scendendo bene con tutto il peso su un pedale e sull’altro, cercando di mantenere la bici il più dritta possibile (tanto più la bici rimarrà dritta, tanto più la traccia di  pneumatico a terra sarà minore e quindi minimizzato l’attrito all’avanzamento di quest’ultimo).
In BdC in volata si consiglia invece sempre la presa bassa, che permette di avere una presa più salda, una posizione più bassa e aerodinamica che taglia meglio l’aria e di alzare al massimo il bacino sulla verticale del movimento centrale, aumentando così al massimo l’energia potenziale del proprio.                                                                        
In particolare fare attenzione a questi aspetti:
                                                                                                                                                                               
1) bisogna sempre restare ben allineati con il fondo schiena con il fine sella.
2) la schiena va arcuata e non ingobbita in modo da aprire il diaframma in avanti. Se ci si ingobbisce invece ci si chiude davanti e si tende poi a tirare con le braccia (ci si chiudi a ovetto). Inoltre si tende così ad avanzare in punta di sella favorendo la retroversione del bacino che porta a sovraccarico della fascia lombare con tutte le conseguenze del caso.
3) braccia sempre morbide e leggermente flesse (mai dritte e tese). Non tirare mai con le braccia.
Si disperdono energie.
4) far sempre scendere per benino il tallone in fase di spinta. Il polpaccio deve lavorare in distensione e non in contrattura. Il piede deve descrivere come un onda durante la pedalata (quando si spinge scende, quando si richiama risale).
5) non si spinge solo, ma si richiama anche la pedalata.
6) il pedale va accarezzato, non pestato. Più si riesce ad essere rotondi coordinando spinta e richiamo, più la pedalata risulterà redditizia dato che non si avrà una pedalata a stantuffo start & stop, ma una pedalata continua con un positivo effetto volanico aggiunto (inerzia delle masse delle gambe in rotazione continua).
7) non si deve spingere fino al PMI, ma smettere un pochino prima. Si fanno circa 150-160° di manovella in pressione dal PMS. Poi rilassi la pressione così che la muscolatura possa rilassarsi e invertire la sua fase (da spinta a richiamo). Lo stesso vale nella fase di richiamo. Si richiama dal PMI per circa 150-160° di manovella. Poi di nuovo rilassamento.
8) le fasi di rilassamento sono fasi di transitorio meccanico. Se si preme fino al PMI si massimizza la fase di pressione, la muscolatura raggiunge un livello di compressione maggiore e ci si mette più tempo a rilassarsi, per cui la fase di richiamo non è più una fase attiva nella pedalata, ma passiva con la gamba che risale rilassandosi, ma senza tirare.
9) più si spinge solo, più si sovraccaricano ginocchia, metatarsi (massimizzazione della pressione sulla pianta del piede) e lombare. Il lombare deve controbilanciare la spinta di una gamba alla volta. Se invece si spinge e si richiama, le due forze agenti si controbilanciano e le tensioni sul lombare risultano nulle. Il lombare resta così morbido per tutta l'uscita e non si ha così la tendenza quando ci si stanca a raddrizzarsi verso l'indietro tendendo ed irrigidendo le braccia.


Consiglio di svolgere con costanza esercizi di stretching per migliorare le tue capacità estensive...
muscoli e tendini ben allungati lavorano e recuperano meglio...
in quanto allungare vuol dire anche decomprimere e quindi migliorare la vascolarizzazione e l'ossigenazione dei tessuti
(consigliato CORSO DI PILATES per imparare a svolgere correttamente gli esercizi di allungamento e respirazione)

Qui troverete un pò di esercizi di stretching spiegati per benino per singolo distretto muscolare




Saluti ciclistici.


venerdì 27 gennaio 2017

Colnago Concept pesato e sezionato. Quello di un amico.

Avevo già pesato il Colnago Concept, in due versioni, CLICCA QUI. E' un telaio destinato ai cultori di questo marchio. Chi lo prende lo fa per completare il parco bici in quanto il Concept non e' un telaio versatile, ma destinato alla pianura, al più a percorsi vallonati. Questa volta quarto Concept è diverso e merita un post specifico, per un motivo semplice: la Colnago Concept bianco perla, è del mio amico Vecchia, fratello di salita, con la quale da anni condividiamo la passione per la bicicletta da corsa e quella per le salite alpine. Un amicizia è condivisione, senza se e senza ma, come quella dell'arrivo del nuovo telaio. Con lui voglio condividere questo momento di passione per le due ruote silenziose con i lettori del blog. Del resto ci sono ciclisti e ciclisti. Ci sono quelli che si sentono corridori, campioni" nascosti, loro non guardano in faccia a nessuno, nemmeno agli amici, per loro conta solo il risultato, la vittoria, figuriamoci una bicicletta, quella se capita la scroccano. Nessun legame con il mezzo e il prossimo. Ci sono poi i ciclisti che sparano fandonie, sentite dire, tanto per darsi un tono, altri che pavoneggiano senza sostanza. E ci sono i ciclisti che divulgano e condividono. Quelli che condividono la passione e l'esperienza e aiutano gli altri a capire quello che c'è dietro la bicicletta, perché conoscono ed imparano ogni giorno con umiltà. In fondo dietro la passione, qualunque, c'è sempre una storia di valori e di emozioni. E allora ecco la nuova arrivata di Vecchia. Ne approfitto per fare conoscere il peso in ogni sua parte anche di questo modello. Vada a Vecchia, il caro Vecio, i miei auguri per migliaia di chilometri. Saluti ciclistici. 

Peso del telaio con serie sterzo dal peso di 60 grammi 



I freni Campagnolo Record integrati. L'anteriore e posteriore pesano uguale.  



lunedì 23 gennaio 2017

Compatibilità con tubolari e ruote da 28 mm.

Come fai ad accorgerti se il tuo telaio e i tuoi freni sono compatibili con i tubolari da 28 mm e le ruote con sezione larga 28 mm ? Guarda le mie foto. Non noti nulla ? Nella foto i nuovi freni Shimano Dura Ace R9100 e il telaio Bianchi Specialissima CV.  Saluti ciclistici.



sabato 21 gennaio 2017

Esperienze di tester rider. Shimano SIS OTR8900. Il cuore della trasmissione Shimano Dura Ace R9100.

Ogni cosa ha il suo lato nascosto, quello che da un senso al progetto, l'input del meccanismo. Nello scoprire i nuovi prodotti, occorre compararli ai predecessori, financo a valutarne i miglioramenti sostanziali. E tutto gira intorno all'officina, come sempre. Chi testa da tempo come me, ha imparato  a dialogare con i meccanici, non quelli che vendono e montano la camera d'aria, quelli li lascio al marketing; intendo i meccanici che si sporcano le mani con il grasso, e passano il tempo ad imparare,  a studiare gli aggiornamenti, a montare e smontare, fino a che tutto funziona ottimamente. Il tester rider impara a riconoscerli ed impara ad ascoltarli, in modo che il test ha un contesto che si chiama upgrade. Riconoscere l'evoluzione, è cosa complicata. Il test è questo. Allora ecco un esempio. Nel testare il nuovo gruppo top di gamma Shimano, il Dura Ace R9100, e più precisamente la serie R9100, dal quale deriva anche il nuovo gruppo elettronico e non solo, come le nuove ruote in carbonio. Questa nuova serie è l'anticamera del futuro Shimano. Ebbene ho scoperto che il cuore della trasmissione meccanica, è un cavo, una guaina, o forse molto di più. Si chiama Shimano SIS OT R8900. E' la guaina che collega la leva sinistra con il cambio, ed è dotato di un cavo in polimero a basso attrito. Non troverete qualcuno che ne parli. Neanche quelli che vengono chiamati giornalisti del ciclismo, quelli che pavoneggiano alle presentazioni dei prodotti, nemmeno loro ve ne parleranno, non lo conoscono. Già perché per conoscere un prodotto bisogna parlare con gli ingegneri e i meccanici, e loro, come è noto, sono fuori dalle luci, non amano la ribalta. Loro progettano e lo fanno funzionare. Il resto è solo marketing. OT R8900 è una guaina che conserva dentro di sé tutta la tecnologia Shimano. Tanto morbida da piegarsi senza problemi di interruzione, così rigido da rendere fluido il funzionamento  del filo. Ogni clic, ogni spostamento della leva del comando destro, finisce dritto dentro OT R8900, il quale decifra e modula l'impulso, da renderlo movimento per il cambio. Quasi che fosse una centralina del gruppo elettronico. Ecco vi ho fatto scoprire che anche un gruppo meccanico ha una sorta di "centralina". Vi sembra uguale al precedente ?!!! Prendete quello della versione 9000. Provatelo a piegarlo. Sentirete la differenza. E ora immaginate quello che può diventare la risposta del  cambio. Ora avete scoperto il cuore della trasmissione del nuovo Dura Ace. Ringrazio per la collaborazione tecnica, il meccanico Sascha di Falasca Cicli. Saluti ciclistici. 


giovedì 19 gennaio 2017

Grammomania. La nuova gamma ZIPP 2017 per copertoncino.

Ecco un altra esclusiva del blog più letto dai ciclisti. La nuova gamma Zipp per copertoncino, modelli 202 e 303. In collaborazione con il rivenditore Falasca Cicli.Saluti ciclistici. 










Grammomania. La nuova gamma ZIPP 2017 per tubolare.

Un altra esclusiva del blog più letto dai ciclisti. La nuova gamma ruote Zipp per tubolare. In collaborazione con Falasca Cicli. Saluti ciclistici.














mercoledì 18 gennaio 2017

LEDMagazine scrive di me e di Pedalare verso il Cielo.


Voglio condividere con i miei lettori, questo riconoscimento ricevuto da uno dei principali siti web di informazione, LEDMagazine.  Per leggere l'articolo pubblicato dal sito LEDMagazine CLICCA QUI. Saluti ciclistici. 

domenica 15 gennaio 2017

Bianchi Oltre XR4 con SRAM RED eTAP e freni SHIMANO DURA ACE

E chi l'ha detto che componenti di gruppi diversi non possano funzionare ottimamente ! La Sram non ha freni a montaggio diretto. Allora si possono montare freni Shimano Dura Ace della serie 9100. Del resto i corpetti dei mozzi posteriori delle ruote, i movimenti centrali, le catene e i pignoni Sram e Shimano sono compatibili e/o uguali. In collaborazione con il rivenditore Falasca Cicli. Saluti ciclistici. 

Freni a montaggio diretto. Shimano Dura Ace BR R 9110RS, BRR9110 F, BR R9110R. Freni integrati Campagnolo.

I freni a montaggio diretto, sono stati brevettati da Shimano. Si chiamano coì perché si montano direttamente sul telaio. Sono stati introdotti sul mercato anche per avere la massima compatibilità con le coperture over size, 25, 28 e 30 mm. Tuttavia anche i freni standard di ultima generazione Shimano sono altrettanto compatibili con le stesse coperture. Oltre a quelli della Shimano ci sono altri modelli, realizzati su specifiche dei marchi e/o produttori dei telai. Il freno a montaggio diretto nasce per i telai crono ed aero, al fine di garantire la migliore risposta in termini di aerodinamica. Più spesso lo si trova montato sui telai  cosiddetti aero,  un modello ibrido, a metà tra il telaio da crono e quello standard, dalle forme piacenti, non leggero, prevalentemente rigido, destinato per caratteristica alla pianura e al percorso vallonato. I vantaggi dei freni a montaggio diretto sono in termini di peso, in quanto mancano alcune parti necessarie per assemblare il freno standard a pinze; gli svantaggi possono essere in termini di prestazione per alcuni modelli, non realizzati dalla Shimano, che ho valutato più bruschi nella frenata, e non bilanciati nella risposta. Dunque nel complesso, ritengo i freni standard più potenti e modulabili nella risposta. In alcuni modelli ho poi riscontrato un problema di allentamento progressivo della tensione della molla del freno anteriore. Non è assolutamente vero che il freno a montaggio diretto, montato vicino alla scatola del movimento centrale si sporca di più e prima di quello posteriore standard. Piuttosto ho potuto verificare un limite di prestazione di alcuni telai più leggeri che lo montano, in quanto i pendenti del carro posteriore sono meno rigidi a causa della mancanza del ponticello che li struttura ed unisce, sul quale invece viene installato il freno posteriore, sui telai standard. Non è un caso che Colnago sul modello aero V1R, dotato di freno posteriore a staffa,  ha unito i pendenti con un ponticello.
E' appena il caso di precisare che i freni convenzionali e quelli a montaggio diretto prodotti dalla Shimano, sono i migliori sul mercato, a cui viene riconosciuto un primato da tutti i ciclisti.
Consiglio di non risparmiare peso sui freni standard e a montaggio diretto e di usare freni a montaggio diretto Shimano per chi usa telai aero.
In questo post ci sono le foto dei modelli Shimano Dura Ace appartenenti alla nuova gamma R9100 e quello anteriore realizzato per la Colnago, installato sul V1R. Inoltre quello della Campagnolo. Saluti ciclistici. 
Shimano Dura Ace BR R 9110 RS (anteriore) installato su Bianchi XR4

Shimano Dura Ace BR 9110 F ( posteriore) installato su Bianchi XR4



Shimano BR R9110 R posteriore a staffa installato su  Colnago V1R
I diversi freni a montaggio diretto installati su Colnago V1R. Lo Shimano Dura Ace è quello sulla destra .

Test dei freni a montaggio diretto Bontrager Speed Stop installati su Trek Emonda SLR