giovedì 29 settembre 2016

iPhone 7. Giro in bici. Ad ogni costo. Questo video mette l'adrenalina addosso

Cercate una motivazione per uscire ad ogni costo ? Guardate questo video. Mette l'adrenalina addosso. Non si molla mai 🚴💨⚡️🌧☀️❄️🌪🌦. La colonna degli ACDC è divina😇 
( e speriamo che gli ACDC non si incavolino perché ho usato questo termine concorrente 😈).
Saluti ciclistici. 

lunedì 26 settembre 2016

Aggiornamento Doping. Lavori parlamentari per l'istituzione dell'Agenzia Nazionale Antidoping, audizione Donati (02.08.16) e articolo giuridico scritto da Cobiani.



Lo stato attuale, sia delle problematiche relative al contrasto del doping, in un interessante audizione del Maestro dello Sport, Alessandro Donati, davanti alla Commissione Parlamentare, in seno ai lavori per l'istituzione dell'Agenzia Nazionale Antidoping sia della giurisprudenza in materia di doping, con un mio articolo giuridico pubblicato sul sito Diritto Pratico CLICCA QUI .
Saluti ciclistici. 

sabato 24 settembre 2016

Grammomania: Campagnolo Bora Ultra 35 (2016) alla pesa.

L'ho sempre considerata la ruota regina della gamma Campagnolo, la mia preferita. E' la prima ruota full carbon della gamma Campagnolo con la pista frenante specifica denominata 3 Diamant (finalmente !). Ripropone la classica raggiatura G3 sulla posteriore, con un numero di raggi doppi sul lato destro per compensare la trazione della catena, un cavallo di battaglia della ruote racing Campagnolo; il bilanciamento delle ruote è dinamico, quindi con una maggiorazione degli strati di carbonio su un lato della ruota. Con questa versione della Bora la Campangolo ha scelto di allinearsi alla tecnologia statunitense che opta per una maggiorazione della larghezza del cerchio, anche se la misura scelta cioè 24,5 mm è inferiore a quella più esasperata della concorrenza. A mio giudizio il cerchio più largo, dopo averlo verificato con i test su strada, rende la ruota appena più stabile e più rigida, ma meno reattiva. Ovviamente stiamo parlando di ruote full carbon con raggi in acciaio; con le ruote full carbon con raggi in carbonio, non serve, la rigidità laterale e torsionale è estrema. La tecnologia CULT allunga la vita e rende più scorrevole, il pur ottimo mozzo Campagnolo, con sistema cuscinetti cono-calotta, a mio avviso il migliore sistema sul mercato. I suoi punti di forza: mozzi scorrevoli e affidabili, pista frenante specifica, ottimo rapporto peso/rigidità, e lunga durata. Esteticamente è elegante. Saluti ciclistici.







La regolazione dell'altezza del manubrio di una bicicletta da corsa.

Ho pedalato tra tanti ciclisti. Ho pedalato per imparare, per conoscere i segreti dello sport più bello del mondo e migliorare con la passione e l'esperienza. Il ciclismo non è solo una pratica muscolare, si usano le gambe, è vero, ma ancor prima, la testa. Mi capita spesso di riconoscere cose che non appartengono alla bicicletta da corsa; è sufficiente una foto, come questa per spiegare un errore frequente, cioè i troppi spessori montati sotto il manubrio. Più spessori vengono inseriti e più la zona dell'avantreno, del tubo sterzo, flette, e peggiora la prestazione della macchina. Ma v'è di più. Si parte da un punto fondamentale, chi pedala su una bici da corsa, deve piegare la schiena e posizionare le braccia e le spalle, in modo parallelo al tubo orizzontale;  "pancia a terra" si usa dire quando si deve spingere a tutta, e non è un caso. Dunque bisogna piegare i gomiti e le braccia, durante la presa alta sui comandi, per essere più aerodinamici, risparmiare più watt e non sovraccaricare la schiena dalle vibrazioni; questo è il fattore aerodinamico che incide effettivamente sulla velocità, altro che telaio aero, inutile se poi si pedala con la schiena dritta come un cobra ! Ovviamente la presa bassa della curva deve essere agevole, altrimenti, anche in questo caso, si avrà una scarsa flessibilità della schiena, oppure la misura del telaio. La scelta di una curva compact oppure a raggio variabile aiuta molto la presa bassa, e in generale il posizionamento delle mani sul manubrio. Quindi sconsiglio, la scelta della curva tradizionale. Sull'argomento consiglio di leggere questo post CLICCA QUI La bicicletta da corsa, non è e non sarà mai, una MTB ! E se ci fosse qualcuno che volesse trasformarla in una MTB, alzando il manubrio all'inverosimile, bè, allora, gli consiglio di scendere dalla sella e confrontarsi con la realtà, almeno che preferisca la finzione. La bicicletta da corsa non è comoda, ma racing, deve essere assolutamente adatta alle quote antropometriche, e soprattutto la schiena e le braccia bisogna piegarle. L'eccessivo numero di spessori, è dovuto anche alla errata misura del telaio, o talune volte anche a un eccessivo arretramento della sella. Regola fondamentale: il telaio deve adattarsi al ciclista, e non è il ciclista a doversi adattare al telaio. Non tutti i telai sono adatti a tutti. Dunque un assetto avanzato (cioè specifico per quel telaio) non corretto significa un telaio dalle geometrie incompatibili con le misure antropometriche del ciclista. In questo caso si usano degli adattamenti grossolani, tra i quali inserire un numero sproporzionato di spessori sotto il manubrio, per compensare l'eccessivo dislivello sella-manubrio. Il ciclista evoluto deve essere capace di leggere le geometrie e le misure di un telaio e saperle confrontarle con le quote antropometriche, rilevate correttamente da un biomeccanico. Cosa fare? Scegliere solo telai adatti alle misure antropometriche, ed imparare a rendere flessibile la schiena, con esercizi mirati, che migliorano l'adattamento ad un maggiore dislivello sella-manubrio e quindi all'utilizzo di telai con misure del tubo sterzo più piccole, senza o con pochi spessori sotto il manubrio; da ultimo, ma non per importanza, raggiungere il peso forma, in modo da evitare che il grasso eccessivo sulla pancia non limiti o impedisca di piegarsi in sella. Comunque sul punto, vi rimando alla pagina Biomeccanica scritta a quattro mani con un biomeccanico testato CLICCA QUI .
Va comunque precisato che alcuni costruttori hanno fatto delle scelte discutibili e assolutamente sbagliate, optando per una lunghezza del tubo sterzo corta. Non si può fare un tubo sterzo per esempio di soli 115 mm !!! Così facendo riducono la prestazione del telaio e costringono i ciclisti, ad aggiungere molti spessori. E sia chiaro. Il problema di assetto, ce l'hanno non solo i ciclisti amatoriali, ma anche i corridori professionisti. Il telaio deve essere confortevole e pensato per ridurre al massimo, i problemi di adattamento. Quindi prima di scegliere un telaio, guardate le geometrie.
Saluti ciclistici. 


sabato 17 settembre 2016

International Cycling. Today pedaling with Team Revolution.










Foto storica: io e il Drago a tirare il Team Revolution.





VAM, velocità ascensionale media.

La VAM, cioè velocità ascensionale media, è il parametro di riferimento, per misurare la performance in salita. Cosa significa ? La VAM indica i metri di dislivello superati in un ora da un ciclista. In generale, i termini di riferimento sono 600 VAM per un ciclo turista, 900 per un ciclista con medio allenamento e 1200 per un ciclista con un notevole allenamento. Come si calcola ? Applicando una semplice formula. Eccola: il dislivello della salita misurato in metri va diviso per il tempo impiegato e moltiplicato per 60.  Esempio: sulla salita del Col d'Izoard (dal versante di Arvieux) ho impiegato 58 minuti. Il calcolo è il seguente: 1007 ( dislivello della salita) diviso per 58 minuti, moltiplicato per 60, il risultato è 1042 (arrotondato), che tradotto in VAM, si legge, 1042 m/h. Dunque in 1 ora ho superato 1042 metri di dislivello. Il calcolo tiene conto di tre fattori, cioè la pendenza media, la quota di partenza e quella di arrivo della salita. Superfluo osservare che il risultato della performance in salita, è influenzato anche dalla lunghezza della salita (più è lunga e più è difficile mantenere alto il valore della VAM), dal rapporto peso corporeo/potenza (espresso in watt) del ciclista, tiene conto dell'altitudine, dai 2000 metri l'ossigeno diventa rarefatto, dal peso della bicicletta, dal vento, dalla condizione dell'asfalto e ovviamente dallo stato di forma transitorio.  E pensare che un tempo, le crono scalate, delle grandi corse, venivano affrontate con telai in alluminio ultra leggeri, il cui limite era quello, oltre allo scarso confort, di usurarsi (rompersi) in un tempo molto breve, persino dopo qualche salita. Oggi le cose sono cambiate. E chiudo il post con due curiosità: i corridori prof, in media, sviluppano 6,3 watt per chilo; ogni chilo in più allunga di 30 secondi il tempo di percorrenza della salita.  Saluti ciclistici. 






Come pedalare in salita: consigli utili.

  1. Evitare di andare in 'rosso' troppo presto. Non farsi trasportare dallo slancio sui pendii con dislivelli più bassi, quando avete ancora da percorrere molta salita prima di arrivare in cima.
  2. Mantenere una cadenza ragionevole di 65-80 RPM (PM sta per pedalate al minuto). Sarà una cadenza inferiore al normale, ma consente di evitare di spingere un rapporto duro a bassissima cadenza. L'ideale è fare girare i rapporti con cadenza a 100 RPM, quindi usando quelli prevalentemente più corti. Sul punto consiglio di leggere questo post CLICCA QUI
  3. Percorrere i tratti ripidi di anticipo inserendo un rapporto agile prima di iniziarli. Non cambiare il rapporto quando la catena è in forte tensione. 
  4. Lungo il tornante,traffico permettendo, evitare di percorrerlo nella parte più ripida e salire invece prendendo largo la curva per mantenere il miglior ritmo e la velocità costante. Se invece si passa il tornante dalla parte interna, si  costretti a spingere di più. Comunque è caratteristica dei grimpeur (scalatori), invece, tagliare il tornante, dalla parte più breve, ma più ripida. 
  5. Dove possibile rimanete seduti. Salire in piedi, fuori sella, sui pedali, solo per le pendenze veramente ripide e per i tratti più duri. Un grande problema è scegliere se salire seduto in sella o salire fuori sella. I scalatori veri, quelli con peso basso ( 58-65 kg), con statura bassa, istintivamente usano pedalare fuori sella; quindi è molto soggettivo. Consiglio di salire seduti nelle lunghe salite con pendenza regolare. Uscendo della sella è utile quando diventa veramente ripido. Pedalare fuori sella è meno aerodinamico ( soprattutto nelle giornate ventose) e più faticoso ( anche perchè si tende ad usare un rapporto meno agile, più duro); va bene solo per le salite molto brevi, dove ad una maggiore accelerazione consegue un maggiore dispendio di energia. In fuori sella si impiega più energia e molti più muscoli per aiutare a tirare il manubrio. Quindi ricapitolando. Pedalando seduti si bruciano meno calorie e la frequenza cardiaca è più bassa a pari velocità; si utilizzano anche i muscoli dei glutei e il peso del corpo si scarica sulla sella e non sulle gambe; infine si mantiene una frequenza di pedalata più alta. Se si pedala in fuori sella, non spostare il corpo in avanti; mantieni il baricentro del corpo all'altezza del movimento centrale. Quando si pedala in salita non avanzare sulla punta della sella in modo da sfruttare tutti i muscoli delle gamba. Comunque controllare la posizione biomeccanica, per accertarsi che si pedala troppo alti o troppo avanzati.  Ovviamente questo è un consiglio adatto per la maggioranza dei ciclisti. Per i ciclisti scalatori puri, invece è normale pedalare fuori sella. 
  6. Salite al vostro ritmo. E 'controproducente cercare di stare con i piloti molto forti in salita. Si perderà più tempo nella lunga distanza.
  7. Conoscere la salita - lunghezza, pendenza, pendenza max, e il tempo probabilmente necessario.
  8. Minimizzare i movimenti in sella. L'energia serve e deve confluire solo sulle gambe. Non oscillate troppo quando salite pedalando fuori sella; anzi pedalate spostando il baricentro verso la sella, eviterete di sprecare energia, avrete più aderenza e scaricherete più energia sulle ruote in modo da avere una velocità costante.
  9. Scegliere i rapporti giusti. E' inutile utilizzare un 39 su salite dure e ripide, anche per evitare di montare pignoni troppo agili per compensare la durezza della corona e aumentare il peso del pacco pignoni, che nell'economia di una salita, incide negativamente. Come ho già spiegato, in un precedente post   CLICCA QUI ,  il rapporto più agile è più veloce. Usate la compact in modo da evitare di storcervi come dei serpenti a causa della durezza dei rapporti. La compact (50/34) e la semicompact (52/36) con adeguata scala pignoni permette di imparare a pedalare con agilità e quindi con minore sforzo muscolare. L'agilità permette di bruciare più grassi e di migliorare la frequenza cardiaca. 
  10. Nelle pendenze superiori al 20% e/o con il fondo bagnato, salire rimanendo seduti, in modo da evitare lo slittamento.
  11. Nelle salite superiori al 10%, alzarsi sui pedali, a cadenza regolare, e poi ritornare a pedalare seduti, con rapporti agili, al fine di allentare la tensione sulla schiena e riprendere più regolarmente.
  12. Mantenere le mani in presa alta, cioè impugnando i comandi nella parte alta oppure impugnare il manubrio nella parte centrale, in modo da facilitare il respiro lungo.
  13. Salire gestendo la pedalata con pazienza e con cadenza regolare. Gli scalatori puri invece preferiscono procedere a scatti, rilanciando costantemente la velocità, sfruttando al meglio il minore peso. Comunque non farsi prendere dalla foga, o dall'ansia pensando alla lunghezza; concentrarsi su un pezzo alla volta.Non guardare in alto alla cima, e mantenere lo sguardo sulla ruota anteriore. Quando sentite un principio di crampo, dosare lo sforzo, e pedalare meno agile; sembra una contraddizione, ma indurendo il rapporto, di un dente, si può pedalare più rotondo ed allontanare l'insorgenza del crampo, ove possibile. 
  14. Più si pedala in salita e più si abitua il corpo e la mente a farlo con naturalezza. 
  15. Il peso complessivo ciclista/bicicletta è fondamentale. Ogni chilo in più allunga di 30 secondi il tempo di percorrenza di una salita.  Meno si pesa e meno watt servono per salire veloci. Il peso è riferito al ciclista/bicicletta: più si pesa e più si fatica; più peso necessita di maggiore energia. Dico sempre, più si soffre (quindi si mangia di meno e comunque meglio) a tavola e più si gioisce in salita ( si fa meno sforzo portando meno peso). Curateli entrambe con sacrifici e passione. Evitate il fai da te con la dieta e adottate per tutto l'anno uno stile di vita consono al ciclismo e alla vita sana: la bicicletta non regala nulla, quindi sacrificio e passione, sempre. E' determinante la scelta della ruota; ecco i miei consigli CLICCA QUI In breve, evitate di utilizzare ruote a profilo alto e comunque non leggere. Il peso e il profilo del cerchio sono i criteri per cui scegliere una ruota da salita. Tutto dipende dal principio fisico chiamato momento di inerzia di massa, che ho spiegato, in parole povere, nel post linkato. In buona sostanza ricordate che maggiore è la distanza del cerchio dall'asse di rotazione, minore sarà il peso e a maggior ragione il peso minore si manifesta in accelerazione. Preferite ruote per tubolari in modo da avere più scorrevolezza ed essere più sicuri in caso di foratura soprattutto in discesa: per chi non lo sapesse ancora, le ruote per copertoncino, si poggiano sulle camere d'aria separate dal resto della copertura; quindi in caso di foratura, la perdita di pressione è immediata e il cerchio tocca direttamente l'asfalto, con l'effetto di rovinarsi e di farvi cadere. 
  16. Scegliere un abbigliamento adeguato alla stagione, mai eccessivamente coperto, anche in inverno. In commercio ci sono prodotti leggeri e traspiranti per ogni stagione. 
  17. Come uso dire, ricordate che ogni salita è una preghiera; non fa male, sorridete. 

giovedì 15 settembre 2016

Ciclismo professionistico. Problemi al Cambio elettronico.

Oggi problema al cambio e corsa finita... Ora gp a testa bassa!
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E' il tweet postato oggi da Pippo Pozzato. Certe notizie non serve commentarle, lo fanno da sole. Tuttavia a me piace andare contro corrente e rimarcare l'inutilità di certi "progressi tecnologici" applicati alla bicicletta, al solo fine di incentivare il marketing. Un conto è farsi il giretto domenicale con la "comitiva" dei velocipedi, un conto è usarlo da ciclo amatore, un conto invece è lavorarci. Preciso che Pippo Pozzato non è caduto. In verità, è accaduto anche al gruppo meccanico, ovviamente per effetto di cadute o nel caso di qualche corridore che a corto di ossigeno ha forzato il cambio alla ricerca del tredicesimo pignone, mentre arrancava in salita, ma almeno, costa la metà, pesa di meno, non ha bisogno della ricarica come se fosse un cellulare, e non serve programmarlo con il PC o resettarlo (registrarlo), e chi se ne frega se l'elettronico è più veloce di un decimo di secondo, e non ha bisogno di essere registrato (sempre non ci sono problemi di montaggio); cosa me ne importa dell'ultima moda, se poi devo affidarmi alla "divinità elettrica", per scongiurare che non mi lasci a piedi,perché come è noto, le cose elettroniche si rompono all'improvviso. In fondo il progresso conta solo se  migliora la qualità della vita. Pensatela come volete, ditemi che siete estasiati dalla cambiata, di poco più veloce di quella dei cambi meccanici di ultima generazione, che l'elettronico quando cambia fa "ziiiiiii" come robocop, che ve lo sognate anche la notte, scrivetemi pure che avete fatto migliaia di chilometri senza problemi e che in un anno lo avete ricaricato solo una volta ( tanto non ci credo a meno che uscite poco e andate solo in pianura), ditemi quello che più vi piace, tanto Pippo Pozzato, non è arrivato al traguardo per colpa del cambio elettronico, oggi alla Coppa Bernocchi. E non è il primo caso che accade nel mondo delle corse che contano. Saluti ciclistici. 

Auguri Fausto Angelo Coppi. Buon Compleanno Campionissimo.

Oggi 15 settembre, nell'anno 1919, nasceva Fausto Angelo Coppi. Il suo spirito pedala ancora sul Col d'Izoard. Buon compleanno Campionissimo. 

Casse Deserte ( Izoard): la stele di Coppi ( e Bobet). 

mercoledì 14 settembre 2016

lunedì 12 settembre 2016

Grammomania: attacco manubrio 3T ARX e manubrio Ergonova Compact


Un altra pesa esclusiva del blog più letto dai ciclisti. Piega da 120 cc e attacco compact da 42 cc. Saluti ciclistici. 


sabato 10 settembre 2016

L'Agnel 2744

Domenica 11.09.2016, manifestazione ciclistica non competitiva, chiusa al traffico dei motori. Scalata del Colle dell'Agnello dall'Italia alla Francia: 14,1 km, 1117 metri di dislivello, 8% pendenza media, 15 % pendenza massima, arrivo a quota 2744 metri. Ristoro offerto sulla sommità del Colle dell'Agnello, a 2744 metri, zona di confine Italia-Francia, da sempre punto di incontro tra ciclisti italiani e francesi. Durante la manifestazione sarà possibile provare gli ultimi modelli della Trek, Cipollini, BMC, Cannondale e Colnago, grazie alla collaborazione del rivenditore della zona a cui va il plauso per avere compreso l'importanza del test bike per i ciclisti. Per chi lo volesse, si potrà salire sul Colle dell'Agnello, anche noleggiando e-bike al costo di 20,00 €. Queste sono le iniziative che fanno la differenza nel panorama del ciclo turismo avanzato, senza insano e grottesco agonismo, tipici delle gran fondo dozzinali e delle gare di circuito; qui non si vincono prosciutti da discount o la coppetta del nonno. L'Agnel 2744 è una sfida con se stessi. Panorama unico e meraviglioso. Scaldate le pedivelle e aprite i polmoni. L'avversario si chiama Colle dell'Agnello, vi basta ? Per leggere il programma cliccate su PROGRAMMA. Saluti ciclistici. 


Le avventure Alpine 2016 (Alpine Climbs Adventure 2016) sul blog, la nuova forma di comunicazione mediatica.

Nuova strada scorre sotto i pedali e le avventure alpine 2016 sono già un Amarcord: Colle dell'Agnello,  Col d'Izoard,  Colle Fauniera,  Colle di SupergaColle del Sampeyre (clicca sui nomi delle montagne per leggere i reportage). Scegliere di farle vedere attraverso la nuova forma di comunicazione mediatica per eccellenza, il blog è cosa utile per gli altri. Il ciclista-turista è alla ricerca costante di notizie ed immagini, anche sul territorio, per questo è al passo con i tempi, la scelta di veicolarli nello spazio infinito del WEB, con la dinamicità del blog. Il ciclismo amatoriale, produce  cifre importanti anche per il turismo; basti pensare al suo bacino di utenza ( si parla di milioni di ciclisti) e all'indotto che gravita intorno al settore, quali per esempio, alberghi, negozi, assistenza meccanica. Inadeguato, è l'ente territoriale pubblico e privato che non ne coglie l'opportunità e  promuove il territorio e le strutture ricettive, con le inserzioni, sulle riviste, che lasciano indifferenti, i lettori, assuefatti, scettici e disaffezionati a questo obsoleto veicolo promozionale, considerato il calo delle vendite e il ruolo marginale a cui è relegato nella comunicazione di massa. I tempi cambiano. E' l'era di internet, l'informazione digitale e dinamica, aggiornata in tempo reale, capace di raggiungere ovunque l'utente e di viaggiare con lui, sugli smartphone, tablet e note book. La comunicazione più evoluta del WEB è il blog gestito dai migliori blogger, autentica e genuina testimonianza di vita e di passione, diventato oramai una comunicazione formidabile, settoriale e capillare, diventato il canale dinamico ed interattivo per antonomasia. Veicolare l'immagine e l'informazione su un blog seguito, è una soluzione moderna, irrinunciabile. Saluti ciclistici. 



mercoledì 7 settembre 2016

Monsal Hill Climb 2016. Sfidare la forza di gravità con la bicicletta.


Monsal Hill Climb è una cronoscalata che si corre dal 1930, in Inghilterra, a Monsal Head Derbyshire. E' riservata ai ciclisti di ogni livello e categoria (età), che vogliono sfidare con la velocità, la forza di gravità e i limiti del corpo e della mente. Nell'ultima edizione ha gareggiato, ma senza vincere, anche il prof Ben Swift della Sky. Ali di folla urlante secondo lo stile del Nord Europa, incitano i partecipanti. Il percorso è massacrante: 675 yards pari a poco più di 600 metri, alla pendenza media del 10,3%: la prima parte è al 10%, la seconda parte al 14%, la terza al 15,3% e l'ultima parte al 15%, una salita in costante ascesa, da fare senza respiro, in apnea. Interessante dare uno sguardo alle watt impiegate dai corridori. Salta all'occhio quella di Jack Stephenson, 650 Watt. I tempi di percorrenza dei primi venti classificati sono poco più di un minuto. Solo gli inglesi potevano realizzare una competizione del genere. E' assolutamente incredibile, assolutamente straordinario. Livelli di competizione così alti, da essere in sintonia con il mondo delle corse professionistiche. La corsa mi affascina perché è riservata a macchine elaborate per raggiungere un peso leggero. Per un grammomaniaco, cultore della salita dura, come me, è un evento incredibile, affascinante. Ovviamente ognuno dei partecipanti affronta la corsa con biciclette preparate secondo le proprie possibilità economiche. Ci sono anche alcuni partecipanti che sono sponsorizzati, altri invece sono amatoriali in ogni senso. Nella foto è ritratta la bicicletta del vincitore dell'edizione di quest'anno. Salta subito all'occhio, il manubrio senza nastro con le curve tagliate, tanto per farvi capire, l'esasperazione del concetto del peso, quando si  tratta di sfidare la gravità di una salita 🔝 e la VAM. Ma passando un rassegna le biciclette dei partecipanti, si scoprono selle con l'imbottitura tagliata con la lametta, senza le viti per il porta borraccia, ruote leggere a profilo basso, le più leggere e reattive, trasmissioni senza deragliatore, guarniture con una sola corona e un solo pignone, freni ultra leggeri, eccetera. Ma non sono una stranezza o un vezzo. Si parte dal fatto che la forza del ciclista serve non solo a fare velocità, ma anche a spostare il peso complessivo, ciclista/bicicletta. Pertanto ogni grammo tolto al peso complessivo, significa watt risparmiate, da utilizzare per aumentare la velocità. Dando un occhiata ai mezzi usati dai partecipanti alla gara, si notano telai anche non top di gamma, ma elaborati ed assemblati per raggiungere pesi adatti ad una cronoscalata. Ovviamente non esiste un limite di peso per la bicicletta, come quello anacronistico dell'UCI. In pratica la definisco una "corsa clandestina". Questo a dire, cosa ve ne fate di un telaio top di gamma se poi lo assemblate con componenti entry level o di media gamma ? Ci fate i giri intorno al palazzo di casa e spendete soldi inutilmente. Meglio allora un top di gamma di qualche anno fa, anche usato, montato però con componentistica di grado superiore, se volete sfidare la gravità. Vi consiglio di dare un occhiata al sito della Monsal Hill Climb CLICCA QUI . ( continua.......) . Saluti ciclistici. 

Grammomania: Focus Izalco Max ( weight)



Shimano Wireless. Brevetto depositato.

Depositato negli USA a nome della Shimano Inc. Sakai; inventori Komatsu, Nishino e Nakajima. Se e quando sarà realizzato non è dato sapere. Saluti ciclistici.




martedì 6 settembre 2016

Hodving 2.0 Helmet, il casco airbag.

Sulla strada ne ho viste e ne vedo di tutti i colori. Ciclisti che pedalano con il casco allacciato sul manubrio, altri che non lo indossano, altri ancora che ce l'hanno allacciato male. Nel primo e nel terzo caso si tratta di ciclisti novelli, nel terzo caso invece di ciclisti soprattutto inesperti; in tutti i casi si tratta di ciclisti che hanno un cattivo rapporto con il casco e una scarsa responsabilità. Comunque voi la pensiate, il casco aumenta le probabilità di evitare o limitare le commozioni cerebrali, in caso di impatto violento a basse velocità, come quelle del ciclista. L'antipatia per il casco deriva dal fatto che alcuni ciclisti amano sentirsi con i capelli al vento, o in mancanza, con la testa al vento, oppure vogliono farsi riconoscere, ma molto spesso non amano sentire il peso del casco. In verità, i caschi moderni, in particolare quelli di fascia alta, pesano poco e tutti i caschi si indossano perfettamente, tanto che si dimentica di averli. La svedese Hodving ha inventato un casco che mette d'accordo tutti, il casco che si apre solo in caso di incidente, una sorta di casco airbag. Per visitare il sito CLICCA QUI  e per vedere video dimostrativi CLICCA QUI . Costa come un casco top di gamma. Diciamo che si tratta di una specie di sciarpa che si trasforma in protezione integrale, quando dei sensori interni avvertono il pericolo. Uno studio ha dimostrato che questo casco è superiore 8 volte rispetto ai caschi tradizionali, in caso di impatto CLICCA QUI .  Forse ci sarà qualcuno che dirà che ingombra troppo il collo, come se non sapessero che nella vita, c'è bisogno comunque di un compromesso. A tutti loro dico che la scienza un giorno realizzerà un casco invisibile che si materializzerà dal nulla 😂!! Nel frattempo ognuno della propria testa né farà ciò che vorrà. Chi si affiderà al destino, chi al caso, altri ancora saranno più prudenti. Certamente tutti saranno concordi sul fatto che le cose che valgono si proteggono 😉. Ciclista avvisato, mezzo salvato. Saluti ciclistici.




Pedalare in salita. Agilità e velocità.

Premessa. La salita è un esercizio mentale e poi fisico. Se molli con la testa, le gambe non girano più. Tutti soffrono in salita; il segreto è abituarsi alla gravità della pendenza e a mantenere il rapporto peso/potenza ottimale. Quando sentirai la necessità di usare rapporti più lunghi, anche in salita( i pignoni più piccoli, quelli che sviluppano più metri), allora la condizione Mentale/fisica sarà ottimale.
Portate rispetto alla salita ( non fate i gradassi); imparate a gestirvi su tutta la salita.
Quando si farà più dura, alzatevi e spingete più forte, a mani basse.
Senza la fatica non ci sono emozioni; per questo si sceglie di essere ciclisti.
E adesso parliamo dello sviluppo metrico, una questione tecnica fondamentale. 
Lo sviluppo metrico della pedalata si calcola in base alla formula ndc (numero delle corona) diviso per ndp ( numero denti pignone) e si moltiplica per cr, la circonferenza della ruota. Più questo risultato è minore, più il rapporto sarà corto e quindi avrà uno sviluppo metrico inferiore e dunque minore velocità; ma attenzione questo non significa minore prestazione. Infatti il rapporto più agile, consente una maggiore accelerazione, ma soprattutto una minore fatica muscolare.
Fatta questa parentesi ritorniamo alla tabella. A questo punto, si prende il dato estratto dalla tabella dello sviluppo metrico della pedalata allegata ( espressa in mm) e lo si moltiplica per la cadenza di pedalata;  si ottiene la distanza (espressa in cm) percorsa in un minuto; dividendo la distanza totale (ricoperta) per quella percorsa in un minuto, si ha il tempo di percorrenza. Anche in questo caso, la pedalata più agile, con rapporti più corti ( con un dente in meno) consente una minore percorrenza ( uno sviluppo metrico inferiore) sulla stessa distanza, a parità della pendenza e della cadenza, rispetto alla pedalata fatta con un dente in più. Questa formula vale sia per la salita, sia per la pianura. In buona sostanza, sviluppandola si scopre che un rapporto più agile ha uno sviluppo metrico inferiore, si, ma richiedendo meno forza, di fatto, consente di mantenere la velocità più facilmente, rispetto ad un rapporto più lungo, che invece richiede un maggiore impegno muscolare per spingerlo. Superfluo osservare che questa applicazione matematica è fondamentale per la scelta dei pignoni e della guarnitura, compact o standard. 


Un esempio: dalla predetta tabella rileviamo che un 39x22 sviluppa una distanza di 378 cm (si arrotonda) per pedalata, invece dei 362 cm che si ottengono spingendo il 39x23. Moltiplichiamo tale sviluppo metrico per la cadenza di pedalata (RPM), per esempio, di 65 RPM; avremo così, rispettivamente, 378 metri/ 368 metri percorsi in un minuto; dividiamo poi, tale dato con la distanza totale per esempio di 5,5 km e risulterà che con il 39x22 avremo percorso quella distanza in 42 minuti, mentre con il 39x23 avremo impiegato 44 minuti, cioè circa 2 minuti in più ! Per calcolare anche la velocità media, occorre dividere il numero dei chilometri percorsi per il tempo impiegato: VM uguale Distanza in metri/Tempo in secondi. 
Consiglio di leggere sull'argomento anche questo post CLICCA QUI

Aggiornamento (anno 2023). Consiglio la lettura anche di un post recente scritto sul tema. Per leggerlo CLICCA QUI



giovedì 1 settembre 2016

Bahrain Merida Pro Cycling Team sceglie Pedalare verso il cielo.

Da oggi, la neo compagine Pro Tour, Bahrain Merida Pro Cycling Team, ha scelto di  diffondere i comunicati stampa anche attraverso il blog più letto dai ciclisti, Pedalare verso il Cielo.  Un caso unico nel mondo del blog, sempre più in linea con l'informazione del futuro, del quale mi sento onorato ed orgoglioso. La nuova collaborazione mediatica si aggiunge a quella altrettanto esclusiva per un blog, già in atto con la Pinarello e la Campagnolo. Ringrazio per fiducia e la stima il responsabile dell'aerea marketing e comunicazione del Bahrain Merida Pro Cycling Team. Una collaborazione mediatica che si annuncia interessante e preziosa per gli appassionati dello sport più bello del mondo, il ciclismo.  Di seguito il comunicato ufficiale del team, relativo agli ingaggi di Grega Bole e Heinrich Haussler, i quali si aggiungono a quello dell'italiano Sonny Colbrelli, tre nomi di spessore per le Classiche e del DS Hoffman. Per ingrandirlo cliccate sul testo. Segnalo anche il link del sito ufficiale del Bahrain Merida Pro Cycling Team CLICCA QUI . Potrete rimanere aggiornati collegandovi sulla pagina del blog riservata al team  CLICCA QUI Saluti ciclistici.