domenica 21 agosto 2016

Colle del Sampeyre

Il Colle del Sampeyre è un valico alpino, una strada verso il cielo, che collega la Valle Varaita con la valle Maira. Un altro gigante over 2000 metri messo nel sacco, dopo il Colle dell’Agnello (Cima Coppi) CLICCA QUI, l’izzard CLICCA QUI , il Colle Fauniera (Cima Pantani) CLICCA QUI ; senza dimenticare The Wall, come ho battezzato il Colle di Superga CLICCA QUI,cima della classica Milano - Torino.  
I dati del Sampeyre ( versante dal paese di Sampeyre) sono quelli tipici delle salite di razza alpina: la cima si raggiunge a 2284 metri, dopo 18 km, un dislivello di 1312 metri, superando una pendenza media dell’8,5% ed una pendenza massima 13%. Le condizioni dell’asfalto sono assolutamente precarie: in alcuni tratti si tratta di sterrato, in altri di asfalto rovinato e crepato; ovunque si trovano sassi di varie dimensioni. La carreggiata è larga “un auto e mezza”, tanto per rendere l’idea, ma spesso si trovano spazi laterali erbosi da sfruttare in caso di manovra di sicurezza. Sul Sampeyre si pedala tra ali di alberi; in alcuni tratti la vegetazione è così fitta, da diventati la Foresta nera. La frescura prodotta dagli alberi allieva la sforzo di pedalare in altura, quando l’ossigeno è inversamente proporzionale all’elevazione, rendendola meno gravosa; certamente lo si apprezza alternandoli ai pochi segmenti esposti completamente al sole. La caratteristica è l’elevata pendenza media, la quale non consente tregua e stira implacabilmente le fibre muscolari, mettendo a dura prova la concentrazione e le forze. Dunque trattasi di una salita regolare, a cui si alternano tratti al 9/10% con una punta massima del 13%. Non c’è spazio per prendere fiato, per questo c’è bisogno di gestire con esperienza lo sforzo prolungato. Mantenere sotto controllo il battito del cuore, con respiri lenti, ispirati con il naso e non con la bocca, pedalata circolare ( il tallone deve essere mobile), prevalentemente fuori sella, con un dente in meno. Il rapporto più corto può essere sfruttato per recuperare l’agilità e quindi aumentare l’afflusso del sangue, alleggerendo la tensione dei muscoli, ma senza esagerare, per evitare crampi. I sette tornati del Sampeyre, peraltro non segnalati,  aiutano poco, ma servono a contare e centellinare la fatica. In un giorno di domenica, come oggi, l’incrocio con gli automobilisti frettolosi e spesso inesperti, necessita di un supplemento di concentrazione e di equilibrio, per evitare di finire agganciati agli specchietti laterali delle auto, e contemporaneamente, scartare le numerose buche sparse sull’asfalto, così numerose, da pensare ad un precedente bombardamento !
E quando sembrava volgere al termine, la lunga scalata, ecco che a pochi chilometri dalla cima, all’improvviso, senza un adeguata segnalazione, si presenta un tratto di strada, lungo circa cinquanta metri, sotterrato da ghiaia, detriti e sassi, staccati dalla montagna, e lasciati incustoditi, a tormento dei ciclisti. E pensare che il giorno prima avevo telefonando alla pro loco per accertarmi sullo stato del manto stradale. Una simpatica, e forse non informata impiegata, mi aveva rassicurato sul suo ottimo asfalto ! Occhio che in questo tormentato segmento stradale, l’incrocio con auto e moto può risultare pericoloso. 
Sprinto sugli ultimi 100 metri, con il cinque al fotografo, a suggellare le cime conquistate, in questo agosto, pedalato a tutta, sulle Alpi. 5 cime per esorcizzare un altro 5 che aleggia nell’esistenza e che assume i connotati dell’ennesima sfida: il 5 che rappresenta i miei 50 anni. 
Una volta in cima, il panorama è mozzafiato. La catena montuosa caratterizzata dalla vetta maestosa del Monviso, è tutta intorno, a salutare l’ardito ciclista. Vale la pena di fermarsi per immortalare il momento e la bellezza donata dal Cielo. E tutto quello che non è creato dall’uomo è perfettamente bello. In cima non c’è nulla, nemmeno una fontanella. Ripreso il fiato, la scelta che si presenta è la seguente: ritornare a Sampeyre oppure scendere dal versante opposto, per Elva. Comunque voi scegliate, avrete un problema da gestire con attenzione e abilità: la discesa. 
Sul Colle di Sampeyre ho salutato le Alpi piemontesi e francesi, e devo confessare che l'ho fato con un pizzico di malinconia. Un anno che se ne va e con esso i sogni sportivi concretizzati in piccole imprese, consegnati alla memoria del blog, quali ricordi. E’ il caso di dire che me la sono sudata.
Ricordatevi che sul Colle del Sanmpeyre è passato il Giro d’Italia, con la 19^ tappa del Giro 1995, vinta da Richard e la 18^tappa del Giro 2003, ricordata per la caduta di Pantani e Garzelli, i quali poi proseguiranno fino al traguardo, il nevischio e la grandine sul Colle di Sampeyre, vinta da Frigo
Avvertenza per l’uso del Sampeyre (versante da Sampeyre). 
Per affrontare il Sampeyre, occorrono allenamento, compact o semi compact, con scala pignoni dotati del 27-28 o 29. Non esagerate mai con le forze; quello che si spende prima, si perde per il dopo. Gestite la pedalata con tenacia e pazienza, come è necessario fare in ogni salita alpina. Mangiate e bevete regolarmente. Anche in questo caso, portate sulle Alpi, due borracce, di cui almeno una con sali minerali e maltodestrine; assumete carboidrati a rilascio prolungato. Io ho approfittato della mia ammiraglia per procurarmi l’altra borraccia. A proposito quanto mi piace il passaggio al volo della borraccia ! Non mi fermo mai sulle Alpi nemmeno per bere e mangiare ( ho imparato a farlo in sella) e forse è sbagliato perché non riesco mai a godere appieno del paesaggio. Ma il mio spirito agonistico di antica memoria e tale che non ammette deroghe. Prestate attenzione sia alle auto soprattutto nei punti in cui la careggiata si restringe, sia al manto stradale, evidentemente abbandonato dall’ente custode, e comunque non adatto completamente alle biciclette da corsa. Nel tratto rovinato dalla frana, attenzione alle auto e ai sassi; soprattutto in quel punto, rischia grosso il telaio, le ruote e il ciclista, per eventuali sassi scagliati dai pneumatici dei veicoli in corsa. Non gonfiate troppo i tubolari e non distraetevi, i sassi e le buche possono essere letali.  Lo start è posto, a Sampeyre, ed inizia prima di un piccolo ponte  e del cimitero. E' contraddistinto dal cartello con l'indicazione del colle e dei km, come da foto. Da quel punto, il cartello indica 18 km alla cima, senza se e senza ma. Buona fortuna. Saluti ciclistici. 






























La cattedrale di Sampeyre.

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