giovedì 1 agosto 2013

Passo San Leonardo.

 9 agosto 2013.Sgambata, senza fotografo ed ammiraglia, sul passo San Leonardo; cima a quota 1280 metri e circa 25 km di salita, alternata a qualche breve discesa, lungo la strada provinciale. Pendenza media 5,5% pendenza massima 10%. Nel Parco della Majella, le strade non sono mai monotone, non presentano il classico piattone. No. Qui ci sono solo salite vere e discese veloci, intervallate, occasionalmente da qualche falsopiano. E il percorso che da Abbateggio conduce al passo di San Leonardo è pieno di salite e discese. Divertente per chi ha la gamba giusta; verosimilmente un tormento per chi non ce l'ha. Salendo sul Passo San Leonardo, mi sono divertito a scaricare le fatiche dei giorni precedenti. Le gambe giravano ancora bene, smaltito l'acido lattico e battito cardiaco basso. Insomma permane l'ottima condizione. E mi sono divertito ad arrampicarmi e a lanciarmi lungo le discese, con la catena montuosa della Majella che mi osservava. Qualche tunnel peraltro bel illuminato e di cui due evitabili passando lateralmente. Ho percorso solo i tunnel brevi, tutti in salita, il terzo più lungo, anch'esso in salita, ho preferito percorrerlo lateralmente, pagando con uno strappo al 10%. Mi sono arrampicato sul passo con un fronte di nuvole minacciose che avanzavano lateralmente. La sfida non era solo arrivare in cima, ma arrivarci prima del temporale. La prima parte del passo, è contraddistinta da una strada larga, con una salita irregolare e pendenza di media difficoltà. Si presta ad un passo veloce per chi è allenato. Vegetazione rigogliosa. Arrivo al paesino di Sant' Eufemia con degli ambulanti che montavano i banchi del mercato settimanale. Uno sguardo al cielo: delle nuvole minacciose si avvicinano. Pedalando, domando ad un anziano, se la pioggia sarebbe arrivata presto; dopo aver guardato il cielo, con una smorfia indecifrabile, risponde che avrebbe tardato. Ci spero poco. Continuo a salire. Mancano ancora 6 km al passo. Aumento la frequenza di pedalata; giù di due denti la catena. Spingo di più. Oramai la sfida è con la pioggia. La strada si stringe e diventa quasi ad una sola corsia. Tornanti stretti. Un cane maremmano tenta di inseguirmi, ma riesco ad essere più rapido con un cambio di ritmo in salita. E' andata bene. Sorrido e penso che anche quello è un modo per allenarsi. Rimango dello stesso passo. L'aria si fa più fresca e nell'aria sento l'odore di pioggia. Aumento ancora la velocità. Spero di arrivare almeno fino al passo, per riuscire a ripararmi. Dopo un po' la speranza sembra infrangersi contro le prime timide gocce di pioggia che segnano il manubrio e suonano sul casco. Allora scatto sui pedali e mi lancio lungo i tornanti. Le nuvole non ce la faranno. Spingo ancora. Finalmente dopo un altro tornante, scorgo la costruzione alberghiera del passo. Capisco che sono vicino. Le gocce sono lente. La catena sale sul 50 e spingo a tutta, una volata infinita. E' fatta. Sono sul passo. Ma le gocce ad un tratto sembrano non arrivare più. Foto. Arrivo nel piazzale. Tre caravan parcheggiati. Mi riparo sotto l'ingresso del rifugio. Le gocce cadono con più vigore e frequenza, ma per fortuna non arrivano i fulmini. Attendo un po'. Un occhiata al cielo e ad un tratto sgorgo tra le nuvole uno squarcio di sole. E' fatta. Pericolo temporale sventato. Rimonto in sella, e mi lancio in discesa, pedalando a tutta, divertendomi a disegnare traiettorie, lungo i tornanti stretti. Aria molto fresca. La mantellina decido di non indossarla. Voglio sentire il fresco sulla pelle. Il sudore ne accentua le sensazioni. A tutta lungo gli strappi e le discese. Mi sento come al luna park. Che divertimento. Attraverso Caramanico Terme. Incontro due ciclisti intenti a cambiare la camera d'aria. Rallento. Chiedo se avessero bisogno di aiuto. L'uomo che stava sostituendo la camera della donna, mi risponde, con accento del nord Italia, che era tutto a posto, ringraziandomi. Ancora uno strappo, poi dietro l'ultima curva, saluto, le montagne. Arrivederci Abruzzo.




 

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