martedì 26 febbraio 2013

La linea di confine

E' la macchina del campione del mondo di ciclocross Heijden. C'è di tutto: freni a disco, cambio elettronico.
Tutte insieme in una volta sola, le nuove applicazioni tecnologiche. Mi chiedo se con questa macchina, si sia superata la linea di confine, oltre cui, la bici da strada non sara' piu' come prima. Il marketing e' sempre alla ricerca di nuove soluzioni per stimolare le vendite. Ma il consumatore ci guadagna davvero in termini di prestazione ? E' davvero necessario un gruppo elettronico, visto lo standard elevato e la leggerezza dei gruppi meccanici ? E' assolutamente più sicuro ed affidabile un freno a disco, rispetto ai collaudati, efficienti e leggeri freni tradizionali ? La risposta passa al mercato. In fondo sono i consumatori a decidere il successo di un prodotto. Intanto la Shimano brevetta freni idraulici e un nuovo gruppo elettronico. Le novità di susseguono ad un ritmo che non si addice al mondo delle biciclette, ma a quello, delle auto. Forse si e' persa la misura delle cose. Che qualcuno spieghi agli ingegneri,quella che chiamo, la linea di confine. Prima che inventino la bici da strada con il motore. Prima che sia troppo tardi. Per progettare una bicicletta occorre essere anche dei ciclisti. E il desiderio di ogni ciclista, l'unico, e' solo quello di pedalare su una macchina bella, leggera, performante, ma semplice. Pedalate ingegneri, pedalate. E capirete cosa serve davvero ad un ciclista. 















martedì 19 febbraio 2013

Complimenti alla MTN-Qhubeka: Ciolek vince la Milano - Sanremo 2013

Un team sud africano, per la prima volta in Europa, vince alla grande. Il team promuove un progetto umanitario, finalizzato alla donazione di biciclette alla popolazione africana, che vive nei villaggi, come premio a quanti di loro riciclano rifiuti e piantano alberi. La bicicletta in Africa è un mezzo utile alla sopravvivenza. Il progetto umanitario e altro qui: 
http://pedalareversoilcielo.blogspot.it/2012/12/world-bicycle-relief-quando-la.html
Il 17 marzo 2013, grande e potente volata, vinta dal tedesco Ciolek in sella alla Trek Madone 7, dopo una edizione drammatica della Milano-Sanremo, devastata dalla neve e dalla pioggia. Uno scenario drammatico mai visto.

La bicicletta vincitrice della Milano-Sanremo 2013. 


Ciolek della Mtn-Qhubeka vince la Milano-Sanremo 2013.

http://youtu.be/mmYVbW5yisc

La quinta tappa del tour di Taiwan vinto da un corridore etiope del team: e' la prima volta che accade che un corridore etiope vince una gara in linea.





https://www.youtube.com/embed/mmYVbW5yisc

sabato 16 febbraio 2013

Tattica

E' la formazione a ventaglio. Viene assunta dal gruppo per ripararsi dal vento laterale.


venerdì 15 febbraio 2013

Io sono per il Made in House.

Pensi che i migliori prodotti, sono quelli per i quali, chi li etichetta ci mette la faccia; del resto, è comune esperienza, che non possiamo garantire, per quello che fanno o possono fare gli altri. Perciò, ho particolare interesse per i marchi che producono in proprio, quello che vendono. La Trek per esempio, produce i telai Madone 7 e 6, oltre al telaio da crono Speed Concept 9.9 nel suo stabilimento di Waterloo nel Wisconsin (USA). Ecco le immagini più significative del ciclo della produzione realizzata all'interno dello stabilimento statunitense di Waterloo, dove peraltro c'è il quartier generale e il reparto ricerca e sviluppo, che concepisce tutti i prodotti Trek e Bontrager. Nelle immagini si vede il processo di lavorazione dei telai Madone 7 e 6, con l'auto clave e la fase di compattazione del carbonio, brevettato dalla Trek, il mitico OCLV.































































Il meccanico di biciclette dell'era moderna.

C'era un tempo dove la bicicletta appariva come un semplice ed "ingenuo" mezzo di trasporto e per la competizione sportiva. Oggi la tecnologia ha sviluppato e commercializzato prodotti sempre più complessi e delicati, che richiedono cura e precisione nell'assemblaggio e nella manutenzione. Pertanto il meccanico si è dovuto adeguare al progresso dell'industria delle due ruote silenziose. E piano a piano è cambiata l'attrezzatura necessaria per lavorare bene e senza rischio di rotture: come per esempio le chiavi dinamo metriche. Ricordo quando la Campagnolo, dopo il perno quadro, che la fece da padrone per molti anni, introdusse nel mercato una guarnitura rivoluzionaria, frutto di un progetto ingegneristico di livello superiore come nel caso del perno Ultra Torque, sistema meccanico derivato dall'esperienza motoristica degli accoppiamenti degli assi di rotazione e degli alberi motori, ossia il giunto Hirth; ebbene le prime guarniture Campagnolo destarono panico tra i meccanici, per un semplice motivo. Essi erano abituati a montare il semplice perno quadro nella scatola del movimento centrale, già sigillato senza possibilità di errore nel montaggio. Molti meccanici, per non parlare dei ciclisti fai da te, non seguivano le indicazioni tecniche fornite dalla casa madre circa il montaggio. E così inevitabilmente, molti cuscinetti finirono macinati, a causa di un errato serraggio, talune volte, praticato addirittura con un paletto, o altre volte con chiavi inappropriate, in quanto non dinamo metriche. La colpa venne ingiustamente scaricata sul prodotto. E molti passarono alla concorrenza. Il tempo fece giustizia di tanta menzogna e tanta negligenza professionale e la guarnitura Ultra Torque della Campagnolo, venne apprezzata per le sue qualità indiscusse di scorrevolezza e rigidità, oltre di facilità di manutenzione. In buona sostanza il meccanico oggi è costretto a studiare per tenersi aggiornato. Il meccanico moderno deve consultare con attenzione i manuali pubblicati dai produttori, prima di passare alla pratica. E' questo uno dei criteri da seguire per sceglierli. Non nascondo di avere conosciuto molti meccanici; di averli osservati con attenzione e valutati. Mi serviva un meccanico che avesse un approccio scientifico con la macchina; un meccanico che amasse il mestiere e avesse cura della macchina del cliente; un meccanico che fosse informato sulle caratteristiche del prodotto. Un meccanico che non pensasse di giustificare la sua imperizia con bugie. Confesso di essere un cliente esigente, in quanto informato. Sul punto, occorre fare una premessa. Non tutti i ciclisti sono uguali, anche nell'approccio del mezzo e nella sua gestione. C'è quello che pensa solo a fare le gare e per lui ogni bicicletta va bene e non si accorgerebbe nemmeno di avere i mozzi bloccati; c'è quello che invece quando esce con la macchina non deve sentire alcun rumore. Ebbene nel secondo caso c'è bisogno di un meccanico preparato e meticoloso. Basterà questo esempio per comprendere meglio la questione. Il taglio del canotto della forcella. E' uno dei casi in cui è possibile valutare la preparazione di un meccanico. Il pensiero comune è che la forcella vada tagliata in modo che il tappo del serraggio della forcella, scompaia all'interno dell'attacco manubrio e che l'attacco stesso finisca direttamente sulla forcella. Insomma a filo, o in altre parole senza spessori sotto e sopra. Addirittura è un punto di arrivo del ciclista, anzi uno motivo per distinguersi con fanatismo. Tuttavia la verità è un altra. Occorre necessariamente praticare irreversibile della forcella, lasciando almeno 5 mm di spessori sotto e sopra l'attacco; come allo stesso modo, non vanno lasciati troppi spessori. In buona sostanza, occorre mantenere una distanza massima e minima. Questo accorgimento tecnico è consigliato dai produttori per motivi di sicurezza e per non compromettere le prestazioni. Allo stesso modo è fondamentale il taglio del tubo forcella, e mi riferisco alle modalità e alle attrezzature utilizzate. Ho visto usare seghetti consumati e praticare tagli irregolari, che alla fine incidono sulla tenuta del serraggio. Insomma ho "collezionato " nella memoria molti interventi meccanici maldestri. Ma il meccanico giusto lo si riconosce anche dalle cose più semplici. Quante volte la parte inferiore della scatola del movimento centrale, finisce graffiata, perché i meccanici appoggiano la macchina sul cavalletto, senza avere l'accortezza di mettere prima un panno, in modo da evitare il contatto diretto e quindi lo sfregamento della vernice !! Insomma occhio al meccanico, perché se è vero che le macchine di oggi sono costose e complicate, è pur vero,che i meccanici devono essere all'altezza. Confesso che sono esigente. Avevo bisogno di un meccanico da formula 1 come dico io. Uno che studiasse, tanto da chiamarlo dottore. Uno che fosse meticoloso. Uno che non mi mentisse. E vi confesso anche che il suo test non finisce mai. E il dottor Falasca lo sa.