giovedì 24 gennaio 2013

La bici del futuro ?

L’edizione appena conclusa del TAIPEI CYCLE D&I AWARDS 2013, la manifestazione organizzata dall’IF DESIGN che segnala i migliori progetti nell’ambito dell’industria della bicicletta, ha visto emergere tra le innovazioni vincenti “The Dream Machine”, la bicicletta da corsa avveniristica disegnata da Jonny Mole Design di Cittadella (PD). Una prestigiosa giuria composta da esperti e riconosciuti designers provenienti dall’industria della bicicletta ha decretato “The Dream Machine” vincitrice del premio nella sezione Bicycles. Il progetto dello studio di Jonny Moletta ha concorso con 184 progetti provenienti da 12 paesi Un telaio con spiccata personalita': un’unica struttura monolitica senz'altro, che, correndo dallo sterzo alla ruota posteriore, conferisce rigidità ed aerodinamica straordinarie. Il sistema DRIVING UNIT dovrebbe assicurare la massima rigidità torsionale combinando in un unico monolite forcella, manubrio ed attacco manubrio e si avvale di un impianto frenante a disco; qui la bruttezza del disco sarebbe risolta con una integrazione nella struttura. Novità assoluta nel panorama ciclistico introdotta con Dream Machine sono le due TECH BOX: dei vani che si trovano nel tubo obliquo e nella parte superiore del Gruppo Direzionale. Il TECH BOX predisposto nel tubo obliquo serve per integrare al telaio il portaborracce assieme all’eventuale batteria del cambio elettronico, mentre quello che si trova nella parte superiore del DRIVING UNIT è stato predisposto per accogliere un ciclocomputer o altri strumenti di navigazione o allenamento. Anche la scelta fatta sui componenti è il risultato di attenti studi sotto il profilo aerodinamico. Le ruote a tre razze ( inutili e penalizzanti in salita), la guarnitura chiusa e il massiccio movimento centrale, combinati assieme al telaio dall'aspetto estremamente reattivo, dovrebbe essere in grado di trasformare in velocità ogni singolo watt che viene impresso sui pedali. La zona manubrio è dotata di un’ulteriore appendice perpendicolare all’asse di avanzamento della bici posta nella parte inferiore della piega del manubrio. Il sistema frenante previsto è un sistema a disco idraulico ( a mio avviso fuori luogo per una bici da corsa considerato che l'uso su strada non necessita di tale imponente sistema frenante utile solo per la MTB), completamente integrato nel telaio in carbonio, evidentemente per conferire la massima linearità' ed aerodinamicità'. Nutro qualche riserva personale in merito al peso finale della bicicletta e sul livello del confort. Ma e' presto per dirlo,considerato che la tecnologia ha dimostrato di sapere sorprendere e non poco . Un mio giudizio anche sul disegno e' quello di una notevole resa grafica e sicuramente di pregio; ricettivo direi un compendio di alcune soluzioni-tendenze già presenti sul mercato, ma forse troppo estremizzato per dare quel quid pluris sulla strada. In buona sostanza ritengo che sia un telaio adatto per un uso su strade piatte, ben lisce, in quanto ho dubbi sul confort e sul peso, come dicevo. E' appena il caso di precisare che la Dream Machine risulta essere molto simile alle attuali bici da crono, dalle quali si differenzierebbe per il marcato slooping .
Sarà la bici del futuro? E soprattutto la bicicletta ha detto tutto di se'? Oppure il futuro prossimo riserverà sviluppi e trasformazioni strabilianti del disegno fattosi macchina, nato nel retrobottega dell'officina di Leonardo da Vinci ? Insomma oggi siamo ancora lontani dal modello definitivo, della macchina più semplice, divertente e salutare che sia stata mai inventata dall'essere umano? Per ora considero la Dream Machine un ipotesi di lavoro, a futura memoria, come diciamo noi giuristi . L'ardua sentenza ai posteri.

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