giovedì 19 dicembre 2013

La resistenza di un telaio Trek Madone 5 !!!!!!!

Le immagini parlano da sole !!!!!!!





Clenbuterolo. L'antidoping rischia di diventare una " Santa Inquisizione" ?

Ci risiamo. Rieccolo: il clenbuterolo. I ciclisti professionisti Michael Rogers e Breyne, sono stati trovati positivi a questa sostanza, rispettivamente, al Japan Cup e al Tour of Taihulake ( Cina). E non ci voleva poi molto, visto che sia in Giappone, che in Cina, l'uso del clenbuterolo, è permesso, negli allevamenti di carni suine e bovine. La questione andava risolta già da tempo; all'indomani del giugno 2011, allorquando il direttore scientifico della WADA, il sig. Oliver Rabin, rilasciò una dichiarazione che preoccupa e deve preoccupare gli sportivi professionisti: " In alcuni paesi esiste la probabilità che la carne sia contaminata dal Clenbuterolo". E' appena il caso di precisare, che la quantità di clenbuterolo, rinvenute  nelle urine di Rogers e Breyne, e ancor prima di  Contador, della nuotatrice americana Hardy e del boxer messicano Morales, è irrisoria, tale da rendere improbabili effetti dopanti, ovvero efficacia causale sulle prestazioni degli atleti squalificati. In molti paesi, tra i quali, oltre al Giappone e la Cina, il Messico, Taiwan e Cile, l'uso di tale sostanza, in particolare delle ractopamine ( composti a base di clenbuterolo), è prassi, in quanto consente di avere carni magre. Nella pratica sportiva, il clenbuterolo, quale antiasmatico ( B2 bloccante), viene assunto per aumentare la capacità di metabolizzare il grasso corporeo, favorendo il dimagrimento. Gli effetti sono gravi: danni al cuore, depressione, paranoia e altri disturbi al sistema nervoso. Gli effetti collaterali, sembra che siano possibili in caso di alti dosaggi; spesso si è riscontrato, mediante analisi, che il clenbuterolo, assunto dagli sportivi, viene contaminato da steroidi anabolizzanti, ormone della crescita ed eroina. Superfluo osservare che tale farmaco crea dipendenza. Se è vero che il clenbuterolo può essere presente nelle carni di animali di allevamento contaminate, è altrettanto vero, che è disponibile come integratore, in centri di vendita specializzati. Dunque nel dubbio, la WADA, ha ritenuto che la sua presenza nelle urine degli atleti è pur sempre doping; sul punto va detto che l'assunzione di questo farmaco, permane nelle urine per diversi giorni, e non viene espulso dal corpo completamente, tanto che piccole quantità rimangono nel fegato e nel tessuto corneale. Tuttavia sempre nel dubbio, a mio avviso, bisognerebbe trovare una soluzione, che tenuto conto della possibile contaminazione incolpevole alimentare, possa evitare che vengano comminate squalifiche nei confronti degli atleti ignari dell'assunzione. A tal proposito sarebbe cosa giusta e basterebbe, inserire nel regolamento WADA, un comma che consenta di escludere la squalifica per positività al clenbuterolo, nel caso, e solo, di quantità minima, la cui assunzione appunto, non consente di avere effetti dopanti efficaci e non è tale da potere essere ricondotta all'assunzione volontaria, che prevede dosaggi maggiori. Non è un caso che la Federcalcio messicana, assolse due calciatori, trovati positivi al clenbuterolo, ritenendo la presenza di tale sostanza nel loro organismo, fu "circostanza eccezionale" e in quanto tale, involontariamente assunta. Il fatto che la positività al clenbuterolo è rara, e in quantità minime, consente di ritenerne l'assunzione, occasionale e probabilmente incolpevole, ritenuto, che per avere un effetto dopante sicuro ed efficace, occorre assumere quantitativi notevoli; si parla di una dose giornaliera da 40 a 160 microgrammi e considerato che un assunzione maggiore a 100 microgrammi può causare pericolosi effetti collaterali. Dunque niente di simile, alle modeste quantità di clenbuterolo rintracciate nelle urine di Contador. Ciò basta, a ritenere, quantomeno, necessario, una valutazione caso per caso, delle infrazioni rilevate. E' auspicabile un intervento della WADA sulla normativa antidoping, al fine di non trasformare, atleti incolpevoli, in vittime sacrificali. Il tempo della Santa Inquisizione non deve ritornare. 

              
                   Nella foto Scottona di 1^qualità
                  Diffidate della carne molto magra.

lunedì 16 dicembre 2013

Jim Colegrove spiega il destino del carbonio e parla dei test.

Tempo fa parlavo con il mio amico Vecchia a proposito dell'evoluzione dei telai in carbonio; concludemmo che l'industria ha raggiunto un punto di arrivo, per quanto riguarda il peso, e forse non solo quello, oltre il quale non può andare. Siamo stati lungimiranti. Ho letto un intervista realizzata da Guy Andrew, giornalista della rivista Rouleur fatta a  Jim Colegrove, tecnico esperto nella produzione dei materiali compositi, che dal 1992 (anno della produzione del primo telaio in carbonio), segue l'evoluzione del carbonio per la Trek. Io e Vecchia non ci eravamo sbagliati. Secondo l'esperto Colegrove:- " Ciò che più mi ha messo in difficoltà  è che stiamo asintoticamente ( n.d.r. l'asintoto è una funzione che tende infinitamente allo zero. Nella tabella delle X e delle Y, l'asintoto continua ad avvicinarsi allo zero, sempre di più, senza mai toccarlo) arrivando al punto in cui non saremo più in grado di realizzare telai più leggeri e non ho idea di quanto stiamo lontani da quel giorno...Ci avviciniamo sempre di più al punto teorico in cui non potremmo più proseguire, in cui non potremo produrre bici più leggere, perchè il materiale ha dei limiti". 
Colegrove prosegue l'intervista rispondendo ad una sua domanda " Cosa succederà quando arriveremo al punto in cui non potremo togliere altro peso ? Così ho pensato di non concentrarmi più tanto sulla leggerezza e sulla robustezza ( n.d.r. l'altro requisito richiesto dal mercato) e di tornare a porre l'attenzione su questo aspetto più indefinito che è l'esperienza di corsa  e di cercare di analizzarlo per ottenere bici sulle quali i ciclisti possano sentirsi a loro agio."
Colegrove conclude che " ..anche i ciclisti meno esperti che pensano di non riuscire a cogliere le differenze, quando provano due bici completamente diverse tra loro riescono immediatamente a distinguerle. Magari non sanno spiegare con esattezza cosa ci sia di diverso, ma lo sentono." 
Dunque anche secondo un esperto prestigioso come Colegrove è possibile cogliere le differenze tra le biciclette, e possono farlo persino coloro che non hanno particolare esperienza. E allora perché molte riviste del settore, anche on line, continuano a pubblicare test, non realizzati sulla strada e da ciclisti esperti, limitandosi a scopiazzare, cambiando qualche parola ? Le parole di Colegrove sono chiare, precise, competenti e sicure. Chi vuole capire capisca, gli altri facciano quello che vogliono. "Ascoltare una bici" è come porsi in una stanza insonorizzata mentre suona un pezzo di musica: c'è chi ascolta il suono completo con tutti gli strumenti; c'è chi ascolta solo pochi strumenti. Ma tutti ascoltano, se ne hanno voglia. 





Oggi e' il mio compleanno: auguri Vecio.

Crostata con farina di riso e letterina. Gli anni avanzano, ma la "lotta" non è terminata.
                                     


giovedì 12 dicembre 2013

Anteprima con il botto: Trek Speed Concept, versione 2014: disegnata dal vento.

Mentre mi aggiravo nel reparto officina del Falasca Center, ho scoperto la nuova Trek Speed Concept 2014, arrivato direttamente dal Wisconsin (USA). Perfetta la lavorazione. Da vicino fa paura. Si avverte la sensazione di una macchina imponente disegnata dal vento. Da comprare anche solo  per tenerla in casa, meglio di una tela d'autore; in fondo questo è un capolavoro di "arte moderna". 
                                  
                                               
                                  


                                              

Il passaporto biologico. Istruzioni per l'uso.

Tutti ne parlano, ma cosa sia di preciso, questo sfugge a molti. Il passaporto biologico dell'atleta (ABP) è un documento elettronico che consente la raccolta e un confronto di tutti i dati biologici di un atleta; ciò è utile per stabilire se l'atleta è drogato-dopato. Gli orientamenti operativi  dell'ABP sono stati approvati dal Comitato Esecutivo Wada e sono in vigore dal 1 ° dicembre 2009. Il principio fondamentale del passaporto biologico ( ABP) si basa sul monitoraggio eseguito nel tempo dei biomarcatori selezionati,  cioè quelli che possono rivelare  gli effetti del doping o di una patologia. Superfluo osservare che il fair play ( il rispetto delle regole e la correttezza)  e la tutela della salute degli atleti rappresentano lo scopo fondamentale di qualsiasi programma anti-doping, e pertanto i benefici derivanti dall'adozione dell'ABP sono di vasta portata. Le federazioni internazionali e le organizzazioni antidoping stanno integrando il passaporto biologico dell'atleta, all'interno di un quadro più ampio di programma anti-doping, al fine di identificare gli atleti ed indirizzarli verso specifici test analitici, in modo da interpretare efficacemente e tempestivamente i dati del passaporto biologico. E' appena il caso di precisare che il fine è quello di perseguire eventuali violazioni alle regole anti-doping, sulla base di un passaporto anomalo, ai sensi dell'articolo 2.2 " Uso o tentato uso da parte un atleta di una sostanza vietata o di un metodo proibito, del codice mondiale antidoping" (Codice WADA). Nell'emocromo completo vengono assunti campioni di sangue con i seguenti marcatori: HCT: ematocrito HGB; Emoglobina RBC; Numero di globuli rossi RET%; la percentuale di reticolociti RET; reticolociti contano MCV; volume corpuscolare medio MCH; emoglobina corpuscolare media MCHC; concentrazione media di emoglobina corpuscolareOFF-hr . Il valore ematico - spia è quello dell'emoglobina: un valore alto, mal depone nei confronti dell'atleta. Il cerchio si stringe, la lotta al doping, continua senza sosta.






Doping: a proposito delle analisi delle urine.

Una delle procedure che vengono eseguite nel test anti - doping è quello delle urine. La procedura è la seguente. Dopo che l'atleta ha fornito l'urina necessaria (90 ml), l'atleta deve versarla in due kit di raccolta dei campioni (SCK, Sample Collection Kits), da lui/lei scelti. In questo modo, l'organizzazione anti doping, non può sapere se il contenitore è collegato all'atleta. L'atleta poi versa 30 ml nel SCK contrassegnato come il campione B. Il resto viene versato nel SCK contrassegnato come campione A. Il motivo per cui è necessario fornire più urina per il campione A è perché coloro che analizzano il campione non sanno quale sostanza dopante potrebbe avere assunto l'atleta, quindi hanno bisogno di più urina, per eseguire le analisi necessarie. Se i risultati del campione A e del campione B, coincidono, allora essi sanno già cosa cercare. Molti si chiedono se il campione B è più importante del campione A? No. Il campione B viene raccolto solo per confermare i risultati della prima analisi eseguita sul campione A. In alcuni casi, l'analisi del campione B non conferma le conclusioni del campione A, e così l'atleta non ha violato le regole antidoping ed è libero di competere nuovamente se è stato provvisoriamente sospeso. In buona sostanza il campione B contribuisce a confermare che si è verificata una violazione del regolamento antidoping e tutela i diritti degli atleti per il protocollo rigoroso. 


martedì 10 dicembre 2013

Nella vita gli esami non finiscono mai. L'esame del lattato eplicometrico.

Molti ciclisti in questo periodo hanno già iniziato la preparazione per la nuova stagione. Alcuni si affidano al "fai da te", altri invece preferiscono affidarsi a preparatori qualificati, assistiti da medici dello sport. 
Alcuni preparatori, per valutare la soglia anaerobica, usano il test Conconi, un test universale, forse datato, che si concretizza nella classica (curva) deflessione della linea retta, che mette in relazione frequenza cardiaca e l'intensità dell'esercizio (watt). Nel punto della deflessione si individua la soglia lattacida. Secondo gli esperti, il limite del test Conconi sta nel fatto che in molti soggetti l'andamento della frequenza cardiaca in funzione dell'intensità dell'esercizio, non permetterebbe di identificare un punto di deflessione, in modo certo, e per tale motivo, oramai la maggioranza degli addetti ai lavori, preferiscono misurare la quantità del lattato nel sangue, ad intervalli di tempo prestabiliti, durante un test incrementale, che determina la soglia aerobica ed aerobica, in funzione della frequenza cardiaca, lattacidemia  e potenza (watt). Il test  Conconi, secondo gli esperti, in un soggetto sedentario, sarebbe anche rischioso per l'impegno cardiaco richiesto durante le misurazioni e comunque darebbe risultati confusi. 
Dunque la nuova frontiera è l'esame del lattato. Il test si svolge con step incrementali da 5 secondi con incrementi tra i 20 e 25 watt; al termine di ogni step, 1 secondo di recupero. Al termine di ogni step, si preleva del sangue dal lobo dell'orecchio o dal polpastrello. Il sangue prelevato viene analizzato con un apposito strumento, simile a quello che misura la glicemia. Il risultato indica la lattacidemia. A quel punto il dato estrapolato dal/dai campione/i biologico/i viene elaborato secondo i parametri suidicati, dal quale si ricava la curva della lattacidemia, con il quale si riesce a misurare in modo esatto, il picco del lattato e  i tempi di smaltimento durante il recupero. Durante il prelievo del sangue, occorre fare attenzione a non contaminarlo con il sudore.

Macchina tra le tante in commercio, utilizzata nell'esame del lattato
il prelievo del sangue durante l'esame del lattato

Test del lattato
test conconi

Ma cos'è l'acido lattico ematico o lattato presente nei muscoli ? In termini semplici, il lattato viene prodotto naturalmente, principalmente dai globuli rossi e dai tessuti muscolari. Il corpo umano possiede un sistema di difesa per proteggersi dall'acido lattico, e può riconvertirlo in glucosio, grazie all'attività del fegato. Il cuore lo metabolizza a scopo energetico. L'acido lattico viene smaltito ogni 2/3 ore: il 65% dell'acido lattico viene convertito in anidride carbonica e acqua; il 20% in glicogeno; il 10% in proteine; il 5% in glucosio. Erroneamente si pensa che i dolori muscolari avvertiti il giorno dopo un intenso allenamento, siano provocati dall'acido lattico. In verità la causa è da ricercare  nelle micro lacerazioni muscolari che provocano infiammazioni. I rimedi naturali sono il magnesio, il bicarbonato e il carbonato di sodio. Per completezza occorre precisare che nuovi studi hanno dimostrato che il principale responsabile dell'acidità ematica è lo ione idrogeno. 
Altro esame importante è quello plicometrico. Serve per misurare lo spessore delle pliche cutanee in vari parti del corpo, per valutare lo stato nutrizionale. Le pliche cutanee sono espressione del pannicolo adiposo sottocutaneo. Esso viene misurato con un apposito misuratore, il plicometro, in sette punti : tricipite, torace, petto, ascelle, sottoscapola, soprailiaca, addominale e cosce. L'alimentazione è fondamentale per la salute e la forma fisica; l'allenamento dunque non può prescindere dal  peso corporeo. Pensare alla soglia aerobica ed anaerobica, tralasciando la dieta alimentare, è del tutto inutile. L'assunzione di sostanze alimentari non adatte in termini quantitativi e qualitativi, per il nostro corpo, è come usare della benzina con un numero di ottani bassi per la nostra cilindrata. Un ciclista deve avere una dieta personalizzata, stilata con un esperto, previa analisi del sangue. 

mercoledì 4 dicembre 2013

Una nuova stagione di strade, fatica e sudore.

Il ciclismo è la migliore metafora della vita. Sacrifici, progetti, vittorie, sconfitte, salite ovvero difficoltà. Ogni volta che scendo dalla sella, sono pronto a ricominciare. Una corsa che procede insieme alla vita. Non c'è un arrivo certo, ma solo possibile, perché l'arrivo è solo quando penso alla prossima volta che pedalerò. E tutto quello che vivo pedalando, diventa unico: altri colori, altre prospettive ed altri pensieri. E' immanente. Salire in sella e andare via, è un gesto di autentica libertà; non è fine a se stesso; una manifestazione di incredibile forza dinamica, che mi svela emozioni, paesaggi, incontri, e nuove occasioni. Una fuga contro il vento, lontano dallo scialbo quotidiano, e dal tempo. Il pensiero e l'istinto mi portano lontano,come le ruote che scorrono sulla strada. Vado incontro al mio destino; inutile contare i chilometri, come i giorni; comunque passano inesorabili, verso l'ultimo traguardo. Quando vi giungerò, lascerò la bicicletta appoggiata al muro, custodita dal silenzio. Intanto un anno sta finendo, e nell'incertezza del domani, sarò pronto ad una nuova stagione di strade, fatica e sudore. Forse c'è del tempo per farlo ancora.




    


martedì 3 dicembre 2013

Test sicurezza UCI per ruote.

L'UCI proseguirà il programma di sicurezza delle ruote. Si tratta di un test di valutazione,e consiste in una prova di rottura. Le ruote che hanno superato il test sono indicate nel sito dell'UCI. 
Il test eseguito nel laboratorio dell'UCI, è in fase di perfezionamento, al fine di valutare ulteriori parametri di sicurezza della ruota. Pertanto l'apposizione del bollino UCI, come avviene già con i telai, è rinviato ai prossimi mesi. 
La ruota standard non è sottoposta al test. Le caratteristiche della ruota standard sono: devono avere almeno 16 raggi metallici e i quali non devono avere una sezione maggiore di 2,4 mm; mentre la sezione del cerchio non deve superare 2,5 cm per ogni lato. 
La ruota non standard che viene sottoposta al test  rottura UCI ha le seguenti caratteristiche: cerchio con una sezione superiore a 2,5 cm, meno di sedici raggi con spessore superiore a 2,4 mm.
Il test consiste: al momento dell'impatto, nessun elemento della ruota deve staccarsi ed essere espulso verso l'esterno; la rottura non deve presentare elementi frantumati o rotti, o affilato od essere seghettate le superfici in modo da danneggiare l'utente, gli altri ciclisti e / o di terzi; l e caratteristiche di rottura non devono rompere il mozzo e farlo staccare dal cerchio in modo che la ruota si stacchi dalla forcella e dal telaio. Il test riproduce in laboratorio la collisione frontale con un corpo solido, con un marciapiede e con una buca. 
Il test UCI eseguito in un laboratorio sito in Belgio, costa ai brand, 1100 € per il primo modello di ruote e 500 € per ogni ulteriore modello.  







lunedì 2 dicembre 2013

"Se questo è un Uomo" di Primo Levi. Passato e presente.

YI libri scritti dagli autori contemporanei sono molto diversi da quelli di ieri. Sono diverse le anime, sono diverse le idee e le motivazioni. Quando ti trovi tra le mani, un libro, come quello scritto da Primo Levi, dal titolo " Se questo è un uomo", capisci subito, che non si tratta di un opera comune, di una storiella destinata alla classifica dei libri più venduti, un ennesimo trionfo dell'apparire, fatto di pagine che servono per trascorrere il tempo in modo migliore; qui non si tratta di un libro comune, ma di un opera letteraria, di pregio e di valore assoluto, una testimonianza indelebile, immortale; questo è un dono di una mente eccelsa, sopravvissuta, un messaggio finale per l'umanità e per questo patrimonio dell'umanità
Levi lo ha scritto per i posteri, affinché, non cercassero altrove, le risposte alle molte domande,anche di oggi. Ed è sensazionale, perchè è un libro scritto nel periodo 1945 - 1947, dopo l'esperienza devastante nel lager di Auschwitz. Levi è un sopravvissuto al campo di sterminio tedesco più famoso, anzi al campo di annientamento, come egli lo definisce, dove tutto era pensato da chi odia Dio e l'umanità, per distruggere la persona; non una follia, ma un efferato,argomentato e lucido disegno della mente umana. La legge del lager tedesco secondo Levi è:  " mangia il tuo pane e se puoi quello del tuo vicino.." ed era tale che non lasciava posto alla gratitudine, al rispetto del prossimo. Un sistema verticistico repressivo, fatto di logiche aberranti, quanto primitive, che si fondava sull'ordine e la disciplina, il cui immane dolore, si levava straziante, in ogni momento del giorno e della notte, in quel posto, dove anche il sole indugiava ad affacciarsi, così fuori dal mondo e dal tempo. Una scritta in lingua tedesca, capeggia ancora all'entrata del campo di sterminio di Auschwitz: Arbeit Macht Frei ( il lavoro rende liberi): la più grande provocazione, la più grande bestemmia, mai scritta con il dolore umano.
Lo stile realistico di Levi ha scritto pagine che vanno dritte al cuore e accendono l'anima del lettore; pagine dove la lettura si fa persino timorosa ed incredula, durante la narrazione precisa dei sentimenti e delle vicende personali dei compagni di prigionia e dello stesso autore, uno dei pochi sopravvissuti. Leggendole sembra di vederli quegli internati, lontanamente simili alla persona, con il loro corpo scheletrico e martoriato, le loro menti allucinate dal dolore, dalla fame e dall'odio.  
Credo che questo libro vada letto da tutti i cittadini del mondo, non solo perchè questo è lo scopo voluto dall'autore, ma perché aiuta a comprendere i dubbi dell'esistenza umana. Levi spiega che le pene i dolori simultaneamente sofferti, non si sommano per intero nella nostra sensibilità, ma si nascondono, i minori dietro i maggiori; questo secondo l'autore è provvidenziale e ci permetterebbe di esistere, motivando il perché la persona è incontentabile; non una incapacità allo stato di benessere assoluto,bensì, una insufficiente conoscenza della natura complessa della infelicità, le cui cause sono molteplici. Per Levi la causa dell''infelicità umana si chiama Causa Maggiore. Una volta che la causa maggiore, quella che rappresenta il "problema" contingente, viene superata, allora, ci si stupisce, che dietro ce n'è un altra, anzi una serie di altre cause. Un dolore senza fine, in questo consisterebbe dunque l'esistenza umana.
Ma la straordinaria attualità delle pagine del libro, va oltre. Levi spiega che " l'agire dei tedeschi, segue la loro natura e il destino che si sono scelti"; e chiosa: " ..distruggere l'uomo è difficile quasi quanto crearlo, non è stato agevole, non è stato breve, ma ci siete riusciti tedeschi". 
La condizione esistenziale dei prigionieri del lager, è senza precedenti: ebrei, militari inglesi, civili ungheresi, polacchi e greci e persino criminali tedeschi internati, scarti della società "ariana"; tutti insieme alzarono la nuova torre di babele, ovvero la maledetta ciminiera del campo. Un sistema repressivo, quello dei campi di concentramento, che leggendo le pagine drammatiche del libro, scritte in presa diretta, era stato congegnato per fare perdere "la speranza e anche la fiducia nella ragione"; perchè nel lager, " il pensare era inutile" ; "la sensibilità era fonte di dolore". Nel lager si smetteva di essere persone, e si diventava numeri, da sommare, detrarre cancellare, nell'operazione sociale, finalizzata alla supremazia della razza tedesca. Il sistema di governo del campo, l'economia, le condizioni degli internati, il controllo, la selezione della "specie", i kapo ovvero i prigionieri eletti a controllori crudeli e spietati, scelti con scienza psicologica. Un sistema che metteva i prigionieri gli uni contro gli altri.  
Allora come non pensare alla crisi economica corrente, a questa nuova "guerra" che si combatte con i profitti, con lo spread, i titoli di stato, con la borsa, con la ricchezza delle banche private, con i tagli alla spesa pubblica, con la crisi del debito di bilancio, che crea disoccupazione, miseria, lacerazione umana, che aumenta il conflitto sociale, istituisce una società che non si prende cura di tutti i cittadini, che crea "deportati" ovvero emigranti , che ripudia il senso vero della vita e la dignità della persona. Una crisi economica "guidata" da una nazione, che crea solo effetti negativi, sulla felicità dei cittadini europei; la stessa nazione che non ha rinunciato alla pretesa di essere padrona dei destini dell'Europa; l'unica nazione ad essersi arricchita, senza che nessuno possa smentirlo, in questa crisi che sembra essere infinita. Dunque un dato obiettivo, un dato storico. Nessuno può negarlo, oggi come allora. Il progetto ambizioso ed irrealizzabile della Comunità Europea è diventato un "campo di prigionia" degli europei, dove muoiono le speranze per il nostro futuro. Un gruppo di politici, alti dirigenti, burocrati, finanzieri, banchieri, ha deciso il piano folle, manipolando le regole dell'economia, guadagnando sulla pelle della gente, cedendo la sovranità nazionale, ai mercati e alle banche. Del resto oramai tutti hanno capito, la follia: lo stato acquistando denaro dalle banche private, è costretto a pagare interessi, aumentando la pressione fiscale, tagliando i costi sociali, come la sanità, la scuola e la giustizia, impedendo lo sviluppo e l'occupazione. 
Oggi, la nostra condizione esistenziale e sociale è quella di "prigionieri" d'Europa, costretti a subire una realtà che ci vede impotenti, "reclusi" in una gretta esistenza, di cittadini che vivono senza la speranza del domani; oggi come allora, il destino della gente è manipolato, la disperazione non può nulla contro lo strapotere della finanza, che decide e comanda; e non importa che aumentino i disperati, gli emarginati, i suicidi, non importa perché le persone sono solo numeri, non hanno importanza in quanto tale, gravano sulla spesa pubblica; che ognuno pensi per se; che ognuno cerchi di prevalere sul prossimo se non vuole soccombere; che ognuno "rubi" il tozzo di pane, come avveniva nei campi di concentramento.    
Oggi come allora, le gente, ammaestrata e rassegnata, giunge al punto di credere che "loro", siano nel giusto, che il dolore dei nostri giorni, è un castigo per la nostra incapacità di essere migliori; e nessuno ha la forza di ribellarsi, ma subisce, in silenzio, fino all'annientamento, all'emarginazione. Economisti e politici di regime, giustificano il disastroso andamento economico e sociale, con scellerate teorie liberiste, bocciate dalla storia e conosciute nei libri di economia, come irrealizzabili. Il nuovo "negazionismo", un meschino alibi, oppure una semplice questione di ignoranza ? L'austerità è il sistema di selezione dei cittadini europei ?
In questa Europa non c'è spazio per la felicità, ma solo per il lavoro "forzato"come quello imposto dalla UE, che obbliga a lavorare fino all'età di 70 anni, prima di andare in pensione; saremo costretti a trascinarci, senza più energie, per non gravare sul bilancio dello stato, strumento dell'alta finanza. 
Buona fortuna a tutti, nella speranza che, domani, come accadde allora, qualcuno arrivi per "liberarci" dal Male; e quel giorno,sarà di nuovo, il 27 gennaio 1945, giorno in cui i russi, abbatterono i cancelli del campo di annientamento di Auschwitz e liberarono gli "zombie", i pochi sopravvissuti. 
Regalatevi " Se questo è un uomo", e regalatelo a chi vuole capire anche l'economia e la società dei giorni nostri.
A tutti i negazionisti  e a tutti coloro che credono nel principio della razza e della nazione superiore dedico queste parole...... 

 

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

 

Primo Levi ( Se questo è un uomo)






  

venerdì 29 novembre 2013

L'inverno apre le porte alla palestra. E' tempo di Stabilità ( anche in sella alla specialissima)

L'inverno è una stagione che non va sprecata. Se da un lato si esce di solito, meno frequentemente con la specialissima, a causa del mal tempo, dall'altro, il tempo a disposizione deve essere impiegato per potenziare e migliorare il corpo, in palestra. Obiettivo: aumentare la stabilità, potenziare ed allungare i muscoli del corpo. Ovviamente è precipuo anche controllare il peso corporeo, perché mantenere il peso forma, o quello prossimo al peso forma, consente di ripartire, più facilmente e prima, una volta iniziata la stagione agonistica. Del resto, è noto, che il primo allenamento, si fa a tavola.   
Spesso mi capita di osservare ciclisti, che quando spingono fuori sella, danzano sui pedali, come dicono i francesi, oscillando vistosamente, inclinando cioè, molto ed in modo prolungato la bicicletta, da non riuscire a mantenere una posizione equilibrata ed orizzontale. Questa oscillazione è controproducente, sia perché aumenta il consumo dell'energia del corpo, per via del fatto, che sulle braccia e sulle spalle, si esercita una forza, sia dal punto di vista meccanico, nel senso che la ruota, lavorando lateralmente sulla strada, e non mantenendosi perpendicolare alla stessa, non riesce a scaricare in modo ottimale, la forza impressa sui pedali. 
La posizione corretta è quella per cui le braccia non esercitano alcuna forza laterale, e mantengono, in perpendicolare, la bicicletta; le braccia e le spalle devono assumere una funzione di "ammortizzatore", anche quando non si pedala in sella, in modo da non "bruciare" inutilmente le energie, e non caricare sulla cervicale e sui muscoli dorsali, le vibrazioni e le asperità della strada. Tutto questo non solo impedisce un affaticamento precoce dell'apparato muscolo scheletrico, ma limita il consumo della forza in movimenti inutili, facilitando e aumentando il movimento delle gambe. Ovviamente, bisogna scalare di uno, due rapporti, in modo che la trazione sia uniforme. Quindi catena più giù. 
Ecco perché diventa importante, fare degli esercizi di base, che consentano un aumento della stabilità , grazie al controllo del movimento del tronco; la maggiore stabilità consente un maggiore controllo e per l'effetto una maggiore efficacia nell'utilizzo dell'energia. 
A tale scopo occorre potenziare i muscoli dell'addome, che si suddividono in orizzontali, verticali e trasversali, ognuno deputato ad un ruolo specifico, e che all'unisono, interagiscono ai fini della stabilità. 
A titolo esemplificativo, allego la didascalia dei muscoli dell'addome :



un esercizio da non fare perchè affatica la schiena
  

sabato 23 novembre 2013

Attenzione Richiamo Sram per freni idraulici e a disco. Riflessioni sul mercato della bicicletta da corsa.

Ho aspettato che la notizia fosse pubblicata sul sito ufficiale della SRAM, prima di scrivere un post sul fatto. Mi piace essere corretto, e chi fa sport, è la prima regola che impara; ed inoltre volevo leggere, come avrebbero motivato l'avvenuto richiamo. E così dopo SHIMANO, (clicca sul link), anche la SRAM ha dovuto fare il richiamo dei freni idraulici difettosi, nella versione disco e cerchio. Una brutta figura per la SRAM, così desiderosa, di proiettarsi nel futuro e seguire la scia dell'innovazione a tutti i costi, secondo il canone del marketing, "aumentare il desiderio del consumatore", che oramai il mercato selvaggio, ha ridotto alla figura del consumatore "dipendente" dall'ultima novità. In fondo anche la SRAM è vittima del marketing sfrenato. 
La notizia, già pubblicata ampiamente sul WEB , per quanto mi riguarda, era attesa, è da tempo che spiego i limiti, il pericolo e l'inutilità dei freni a disco per l'uso su strada.
Ecco il link pubblicato sul sito ufficiale SRAM,  Richiamo freni idraulici ( clicca sul link). 
Il comunicato ufficiale, SRAM avvisa i suoi clienti (che ringrazia per avere acquistato un loro prodotto, sic) che 3.553 freni idraulici per uso strada RED 22 e S-700, ( n.d.r. freno idraulico per cerchi e freno idraulico a disco), dei quali fornisce il numero di serie, hanno un "problema di performance e sicurezza", ma che comunque non si sono segnalati problemi nell'uso da parte dei clienti. Il comunicato spiega che i freni richiamati e messi in vendita, sono 500 e che la SRAM ha informato l'agenzia del CPSC, un organo di controllo della sicurezza per i consumatori statunitense e le altre agenzie europee. Conclude anticipando che ci sarà un nuovo comunicato della SRAM, dopo l'intervento del CPSC. 
Ecco il testo:

SRAM Road Hydraulic Brake Update


SRAM has identified a technical issue with respect to a narrow production range of its RED 22 and S-700 Road Hydraulic road brakes. This is a performance and safety concern. There are no reported failures in the field.
We began proactive quarantine efforts with factories, bike brands and distributors last week. We have reported this issue to the US CPSC and will be cooperating with the agency to announce a safety recall in the near future. We are also working with European consumer administrations.
The affected serial numbers range from 36T30993767 to 42T39407156. This represents 3,553 brakes produced. Based on our investigative and quarantine efforts with our customers, we expect that there are fewer than 500 brakes worldwide in the affected range that are at Dealers or have been purchased by consumers.
The serial number can be found on the brake caliper (rim or disc) and on the outside of the box containing the product. SRAM will issue another notice when the CPSC approved recall launches.
As always, we appreciate your business, and apologize for the disruption.

Bene, anzi male. Ancora una volta, ci ritroviamo, davanti ad un nuovo episodio, di "cattivo prodotto" messo in circolazione sul mercato.  Oramai sembra che i produttori facciano testare i prodotti agli acquirenti. E' appena il caso di scrivere che non si mettono in vendita prodotti se non sono sufficientemente testati. I produttori devono riuscire a capire, che fare testare i prodotti ad una aliquota ristretta di professionisti, che peraltro pagano, non è la soluzione al problema. I prodotti devono essere testati da un buon numero di ciclisti amatoriali evoluti; e ancor prima devono progettarli e realizzarli a regola d'arte. I produttori devono cessare ogni pratica di assalto del mercato, e limitare l'introduzione di continue e spesso inutili novità; ci vuole tempo e pazienza certosina per realizzare un prodotto affidabile e competitivo; ci vuole capacità e lungimiranza, per capire il prodotto che veramente serve al consumatore; ci vuole il senso della misura per comprendere e realizzare nell'esatta misura, l'evoluzione della bicicletta.
Ed invece i produttori, continuano a proporci, nuovi prodotti stimolanti, che fanno presa nei confronti degli inesperti e dei fanatici. Conosco ciclisti che cambiano una bicicletta ogni sei mesi, solo per dare l'impressione, di essere uno che ci capisce ! Pedalate e non passate il tempo nei negozi di biciclette
Il migliore spot progresso per i consumatori ? Questo: nel luglio 2012, sulla salita dell'Alpe d'Huez, ho visto ciclisti stranieri, salire con biciclette "vecchie",  quelle che chiamano cancelli, ad una velocità elevata. 
Quello che conta è avere una bicicletta affidabile, non quella all'ultima moda. Evidentemente sono ciclisti che non guardano la forma, ma la sostanza; che probabilmente rimangono a chiedersi perchè un ciclista amatoriale deve montare un SRM per cercare di andare più forte. 
Insomma ci vogliono le gambe, il cuore e la testa e prodotti seri ed affidabili. Che si ritorni al ciclismo "normale", anche per ciò che concerne, il mercato. Solo cose utili e sicure. E per favore, furbi produttori, togliete quei dischi a lama rotante dalle biciclette; non sono astronavi, ma velocipedi. Grazie. E speriamo che il mercato bocci questi inutili e pericolosi prodotti per la bicicletta da strada. 
Un plauso all'UCI che ha vietato l'uso dei freni a disco nelle competizioni su strada, ritenendoli pericolosi. Finalmente c'è qualcuno che conta, che dice NO.
Oramai ci sono ciclisti, quelli meno esperti, che pensano di guidare un auto: cambio elettrico, freni a disco, freni idraulici, navigatore satellitare! Se continua così, il mercato, produrrà i sedili per la bicicletta !
Ufficialmente i freni idraulici sono stati introdotti per fare in modo che il ciclista impieghi meno forza fisica per frenare. Quanti ciclisti che usano il freno meccanico, hanno problemi di crampi alle mani, o di dispendio di energia a scapito della performance? Sarà forse che i freni idraulici su sistemi a disco servono invece a limitare e a rendere più equilibrata, la forza dei freni a disco, per risolvere problemi di sicurezza ? Molti ciclisti non sanno che il disco dei freni si surriscalda ed in caso di caduta, un freno con una lama tagliente, come è la struttura del disco, e rovente, è assolutamente pericoloso, per l'incolumità del ciclista e dei compagni di uscita. E non mi venissero a dire, che i freni a disco frenano meglio ed in ogni condizione, in particolare sul bagnato, dove meno si frena e meglio è. La bici da strada non è una moto o un auto; le velocità e le necessità sono diverse. Non serve una potenza di frenata elevata. In bicicletta si frena quasi esclusivamente ( 70%) con il freno anteriore e la frenata non deve essere continua, ma rapida e secca. Frenare con il freno posteriore in modo prevalente o con la stessa potenza di quello anteriore, è pericoloso, la bicicletta perde aderenza, e sbanda. Anzi consiglio di diminuire la tensione del freno posteriore; la frenata posteriore deve essere di accompagno, di completamento di quella anteriore. Avere un freno potente in bicicletta non serve a  superare le paure in discesa. E' un fatto psicologico, più che tecnico. La maggiore potenza di frenata non colma l'insicurezza del ciclista. Troppa forza di frenata è inutile e dannosa per la sicurezza. Quanti ciclisti ho visto cadere per questo motivo, durante, una discesa, soprattutto alpina.
Mi viene da sorridere quando leggo, quello che scrivono coloro che sono interessati a pubblicizzarli, cioè che i freni a disco evitano il surriscaldarsi del cerchio e il consumo della pista frenante. Chi lo scrive e' inesperto o ignora la realtà della strada. Insomma sono opinioni scritte da chi pedala dalla scrivania.
Attualmente le ruote compatibili con  il freno a disco, sono soggette anche al surriscaldamento del mozzo, che nel caso del mozzo in carbonio è notevole, vista la particolare conducibilità termica del composito.
Invece, lo standard attuale elevato dei tacchetti  specifici e delle piste in carbonio, hanno eliminato qualsiasi problema, di frenata e di surriscaldamento dei freni e dei cerchi tradizionali.
Infine i freni a disco hanno problemi di scorrevolezza perchè ci sono contatti tra il materiale di attrito e i dischi. Limite che ho appurato di persona con la MTB top di gamma.
Un ultima considerazione tecnica. Da tempo l'industria del settore, sviluppa materiali superleggeri, rigidi e resistenti, e oramai, una bicicletta da corsa, top di gamma pesa sotto i 6 kg, mentre quella di media gamma, intorno ai 6,5/6,8 kg, con soddisfazione dei ciclisti, che possono spingere sui pedali con minore forza, dovendosi sommare al peso corporeo, quello della bicicletta. Ebbene, considerato che un impianto frenante a disco, idraulico, ha un peso decisamente maggiore, rispetto a quello meccanico, ritenuta l'inutilità di tanta forza frenante, e il pericolo dei dischi dei freni, qualcuno dei produttori, dovrebbe spiegarmi, dove sta il vantaggio?
Lasciate i freni a disco a chi va per sentieri, dirupi, si lancia dalla montagna e pedala nel fango, con la MTB.
Pedalate e non vi fate suggestionare dai freni "dell'idraulico" e dai freni con "lame rotanti".
Siate svegli. 

P.S. INVITO PUBBLICAMENTE I PRODUTTORI AD INVIARE A QUESTO BLOG UNA BICI DA CORSA CON IMPIANTO FRENANTE A DISCO O IDRAULICO, PER REALIZZARE UN TEST DURO, SERIO ED OBIETTIVO, ANCHE CON FILMATI. LANCIO LA SFIDA. 








   


venerdì 22 novembre 2013

Game over doping ?

Dalla Svizzera, una nuova applicazione tecnologica, usata nel campo della medicina. Il laboratorio svizzero di analisi antidoping che collabora con la Wada, ha preso contatti con il Politecnico svizzero, che lo ha inventato, e prevede che entro i prossimi anni, gli atleti saranno obbligati ad usarlo. In pratica è un piccolo laboratorio, che in tempo reale, trasmette all'organo preposto al controllo, i dati ematici dell'atleta. Game over doping ?

Il microchip antidoping ( ecco il video cliccare sul link)

giovedì 21 novembre 2013

La normativa etica del CONI servirà ad arginare la brutta piega presa dal ciclismo amatoriale italiano ?

E' un fenomeno tipicamente italiano, quello di esasperare, la pratica sportiva amatoriale, rendendola una competizione sfrenata ed insulsa, per raggiungere nulla di concreto. Lo sport amatoriale è tale perché viene esercitato per passione, divertimento e per raggiungere ed aumentare il benessere psico fisico. Tutto qui. Andare oltre, significa travisare la realtà personale e sociale, minare persino il proprio benessere psicologico, finanche a giungere a disturbi della personalità. Un ciclista amatoriale, non può e non deve imitare, il ciclista professionista, che come tale, è un atleta pagato per raggiungere obiettivi, in quanto dotato di particolari caratteristiche psico fisiche, spesso non comuni, come nel caso del campione. Chiarito questo, e per molti potrebbe essere una scoperta, va detto che ciclisti amatoriali, sono stati trovati positivi ai controlli antidoping. Doparsi per vincere un prosciutto o altri generi alimentari ( spesso di non eccelsa qualità) e/o per conquistare piazzamenti in classifica, non fanno guadagnare "direttamente" soldi; dunque l'unico risultato è quello di ostentare saccenza verso i compagni di squadra o gli altri concorrenti ed  impedire di  farsi sfottere, e quindi subire una frustrazione personale,a causa della fragilità emotiva. Ciclisti "vittime" di un errore fatale che fuggono all'arrivo di una gran fondo, per evitare i controlli antidoping ed un processo penale. Tra i ciclisti amatoriali ossessionati dalla prestazione, dal successo ad ogni costo, ci sono persino persone che hanno superato i 40 anni, età in cui i professionisti, si sono ritirati dallo sport agonistico ed hanno incominciato a fare un lavoro comune.  
Nel ciclismo amatoriale le vittorie e i piazzamenti non possono essere pagati con premi in denaro, è vietato; ciò nonostante, qualcuno, a cui piace giocare a fare il presidente di un team vincente, potrebbe eludere il divieto, pagando ai tesserati, spesso ex professionisti, premi in denaro, sotto forma di rimborsi e/ o compensazioni. Uso il condizionale, perché ovviamente non accade, e tutti lo speriamo,anche perché, questa oscena pratica, se posta in essere, contribuirebbe a fare estinguere il mondo amatoriale, facendolo diventare un mondo di combattimenti "clandestini". Anche questa sarebbe un contributo aberrante, alla deformazione della realtà amatoriale. Un ulteriore deriva del sistema, di cui il tempo, ne svelerà l'abuso concreto.
Quello che invece è certo è l'uso del doping nello sport amatoriale, come dimostrano i fatti di cronaca ed i numerosi processi penali e sportivi. Un dramma che sta allontanando molti appassionati puri, dalla pratica amatoriale, vinti dalla nausea verso il sistema amatoriale attuale, deformato e deviato, felici in cuor loro, di partecipare solo a manifestazioni goliardiche, pregne di sano e partecipato spirito sportivo, costretti per questo a pedalare numerosi, lontano dalle gran fondo e dalle gare di circuito. Del resto non ha senso iscriversi ad una gara amatoriale, quando nella griglia rossa o di altro colore, ci sono gli ex professionisti o ciclisti dopati; non ha senso per chi vuole misurarsi sulla base di un sano confronto, senza scorciatoie ed inganni. 
Va detto, che gli organizzatori partecipanti al Consorzio Five Stars League, che raccoglie alcune tra le più importanti gran fondo italiane, come la Maratona delle Dolomiti, la Novecolli, la Sportful, la Pinarello, la Gimondi e la Grand Fondo Campagnolo Roma, hanno adottato, già da tempo, nei loro regolamenti, norme etiche che prevedono l'inibizione per coloro che sono stati coinvolti in pratiche di doping. 
E così questo clima esasperato e violento, per certi versi, fantoziano, ha determinato il varo da parte del CONI di un codice etico. 
Il CONI, con la delibera n°450 del 20/12/2011, ha rimandato alla FCI e alla sua struttura amatoriale, quali la  FSN, EPS, ASI, UISP, CSI e CSAIN, eccetera, che a sua volta hanno proceduto in larga parte, all'approvazione in sede di CNC, l'adozione di specifiche norme di certificazione etica, a partire dalla prossima stagione agonistica (2014). In particolare l'art. 1.1.03 stabilisce che :" Non potranno essere tesserati Cicloamatori i soggetti che risultino sanzionati dalla giustizia sportiva e/o ordinaria, per un periodo superiore a mesi 6 (sei), ovvero che siano assoggettati ad indagini, per motivi legati al doping. Il legale rappresentante della società affiliata alla FCI, ha la responsabilità di far sottoscrivere, a ciascuno degli associati che intendano tesserarsi quali Cicloamatori, una dichiarazione etica che attesti l’inesistenza di sanzioni e/o indagini per motivi legati al doping e l’obbligo di immediata informazione in caso di successive sanzioni e/o indagini a suo carico, onde poter procedere alla contestuale comunicazione alla segreteria del S.A.N. della FCI. La mancata sottoscrizione della dichiarazione non consentirà il rilascio della tessera di iscrizione. Il testo della dichiarazione etica sarà allegato ad un apposito comunicato.".  
E' appena il caso di precisare che tale dichiarazione, è un autocertificazione, e per l'effetto, in caso di dichiarazioni mendaci, produce conseguenze di natura penale. 
L'intervento del CONI, finalizzato a normalizzare la pratica amatoriale, ha stabilito anche che gli atleti professionisti potranno accedere dal mondo professionistico, a quello amatoriale, solo decorsi 4 anni ( 2 per le donne e 1 per i dilettanti). 
Insomma un intervento mirato e semplice che spera di limitare le distorsioni preoccupanti del mondo amatoriale ciclistico. Se è vero che nella società contemporanea, si vive un confronto interpersonale, esasperato e conflittuale, a causa di modelli di vita che creano disuguaglianze e lacerano la convivenza, mietendo vittime ed emarginati, è pur vero che lo sport amatoriale, considerata la sua valenza educativa e sociale e destinato al raggiungimento del benessere psico fisico,  deve costituire un argine alle spinte distruttrici del conflitto sociale, in atto. 
Liberate dunque lo sport amatoriale dal male e dallo scandalo. Rompete le catene della dipendenza al doping. Chi si dopa non vince mai.  Pedalate e soffrite in modo sano, c'è più gusto e coraggio. E ricordatevi che i campioni sono altri, non ne vale la pena. Le vostre vittorie amatoriali sporche non saranno mai ricordate dall'opinione pubblica, ma destinate all'oblio; oppure saranno "celebrate" nelle aule dei tribunali. Doping e' droga. Le sostanze dopanti creano dipendenza, malattie e morte; per cosa ? Un prosciutto ! 


Obiettivo del vero ciclista amatoriale: pedalare sfidando se stessi, immersi nella natura, migliorandosi, solo con il sudore e la fatica sana, con la gioia di essere liberi. 

venerdì 15 novembre 2013

Tratto dal libro book della Trek " Autunno 2013".

La Madone da 5 chili; per la precisione scrivono 5 kg e 800 grammi.  Piccola chiosa: una Madone da 5 chili e 800 grammi vola. Provare per credere.
                                          


venerdì 8 novembre 2013

Il gioiello tecnologico nella valigetta Campagnolo.

E' consuetudine della Campagnolo confezionare in un elegante valigetta, il suo gruppo cult, un opera d'arte tecnologica  esclusiva, da conservare. 


Una foto storica, che parla da sola. 


L'ultima valigia da collezione: il Super Record meccanico dell'80° anniversario. 

giovedì 7 novembre 2013

Condividiamo la nostra passione.

In un mondo che condivide ogni istante, di un tempo finito, dove ogni emozione è destinata ad essere vissuta insieme agli altri, finanche a diventare vox populi,  perdendo quell'aurea di segretezza, che per vocazione, connota l'essenza della persona; in un mondo dove inevitabilmente, il pensiero, è destinato anch'esso ad essere condiviso nel villaggio globale, la passione, diventa un manifesto collettivo, nel quale riconoscersi e condividere momenti che caratterizzano, che fanno comunione. Credo che se la bicicletta, come penso e scrivo nella presentazione del blog, è l'unica macchina che sa interpretare la condizione esistenziale della persona, a maggior ragione,  essa costituisce il fattore che aggrega, e tipicizza lo stile di vita, di chi pedala. Non ha importanza come lo si faccia e con quale risultati, quello che conta è pedalare, per creare un contatto ravvicinato con la libertà e combattere il limite personale e la tristezza, che sembra oramai attanagliare le nostre giornate, fatte di crisi economica e di precarietà anche esistenziale. Una nuova religione per chi è ateo, un dono del Cielo per chi crede; perchè la passione non è  peccato, ma espressione di vita autentica. E non me ne vogliano coloro che preferiscono la passione per i motori, ma la bicicletta non si ferma mai, come la nostra passione. Ovunque voi siate, pedalate e non fermatevi mai, il mondo vi sembrerà migliore, in sella, tutto diventa possibile. 
Mi piace il video We Share your passion, pubblicato dalla Campagnolo, industria italiana storica e leader del settore, una delle eccellenze rimaste ancora nella nostra Terra. Lo pubblico per condividerlo con chi ama la bicicletta,  a prescindere dal marketing.   

 (clicca) il video in italiano (clicca)


                                         
il video in inglese


mercoledì 6 novembre 2013

Amarcord: la Look 595.




Quanti chilometri e quante battaglie con la mia francesina. 

Amarcord. Maenza (LT). Ricordi di allenamento.



Qualche anno fa era uno dei percorsi test che preferivo. In fondo tutto passa, tranne la fatica degli allenamenti e la bellezza della nostra Italia. 

venerdì 1 novembre 2013

Quando pedalare è un modo per capire e guardare lontano.

Può capitare di fare degli incontri lungo la strada che porta lassù sulla vetta sacra del santuario, dove il tempo sembra non arrivare. Mi è capitato proprio oggi, in un giorno di festa, un giorno che ognuno dedica alla pratica che più gli aggrada. E così il destino ha voluto che Lupo Solitario rincontrasse Mauro, un eroe metropolitano, un eroe dei nostri tempi. Mauro è un medico, uno di quelli impegnati in prima linea, in un famoso nosocomio pubblico, un uomo che conosce la linea sottile tra la vita e la morte; un professionista che esercita per passione e  per  senso del dovere, ovvero per quella "legge morale", cara al filosofo Kant. Per questo e non solo, credo che Mauro sia un kantiano; dalle sue parole, si riconoscono gli insegnamenti del filosofo tedesco: la ragione umana non è in grado di pronunciare un giudizio definitivo e nulla può nascere dal nulla, perchè gli eventi, gli accadimenti nello spazio e nel tempo, sono processi che seguono un inviolabile legge di casualità, una relazione di causa-effetto; e un kantiano, sa che dove l'esperienza e la ragione, non sono in grado di fornire una risposta, si crea un vuoto che può essere colmato solo dalla fede religiosa. Con il vento contro, tra una frase e un concetto, tra filosofia, medicina e vita pratica, che non possono che impreziosire un gesto atletico, si pedala in un giorno di festa. In fondo, la condizione umana, vive un equilibrio esistenziale, che assomiglia a quello generato dalla pedalata, una sfida alla forza di gravità; siamo tutti in bilico, in una ricerca profonda e continua, fino a quando avremo la forza di camminare, di pedalare, lungo le strade della vita, prima che arrivi  l'ultimo giorno, l'ultimo chilometro. Mauro è come il saggio  del villaggio, dona perle di saggezza ed "unguenti" spirituali; ad una domanda risponde ispirato: "Dum loquimur fugerit invida: carpe diem, quam minimum credula postero.". Abbiamo percorso molti chilometri, riflettendo e spingendo sui pedali, come se fosse la cosa più naturale, il nostro primo gesto dalla nascita. Pedalare non è solo confrontarsi fisicamente, ma anche filosofeggiare, in un dialogo esistenziale, destinato all'anima, allo spirito; ma con Mauro ci spingiamo oltre le riflessioni sulla condizione umana, fino a giungere  alle cellule staminali e al bosone di higgs, passando per i concetti universali del ciclismo, come la forma di allenamento più efficace e la durata di una catena. In fondo, come diceva Murdoch, "Filosofeggiare significa esplorare il proprio temperamento, ma in pari tempo tentare di scoprire la verità".
Tra uno strappo e l'altro, ecco che Mauro svela la sua ammirazione per Nietzsche; e allora come non approfittarne per sentire l'interpretazione del concetto del superuomo, o più precisamente, oltre l'uomo, sul quale, credo che la massa deforme, da sempre equivoca, portatrice di ignoranza e di intolleranza intellettuale. La vita assume il significato che gli vogliamo dare, al di là dei concetti filosofici e religiosi, oltre alla morale comune. L'oltreuomo è un concetto che nasce con Dionisio, dunque una vita, in tutta la sua interezza, persino nel piacere, fatalismo e fiducia in se stessi, l'uomo capace di liberarsi dai concetti prefigurati dall'etica.
E' stato un viaggio nel tempo e nella cultura, che sembrava destinato a non finire mai, senza finzione, mentre si spingeva in salita, sugli strappi. E nelle pause, dove non c'erano più le parole, ma il vento, il loro eco, ritornava nel silenzio interiore; pensieri, che nascevano da un confronto sereno e colto, andavano ad ordinarsi, nel mosaico dell'esistenza, riempiendo quelle parti dell'Io, rimaste ad attendere nel "mito della caverna", alla ricerca della "forma delle idee", come insegnò Platone. Quando due ciclisti che amano la cultura si incontrano, un fulmine, squarcia il cielo ed incide degli insegnamenti sulla strada della vita; e tra questi, mi piace ripeterne uno su tutti:  riconoscere gli sbagli, prima a noi stessi e poi agli altri, è la prima condizione per essere persone senza paura e finalmente libere. Ma il tempo fugge come se ci odiasse, parafrasando il poeta latino Orazio. E così questa mattina volge al termine, mentre due figure agili, e composte, in sella alla macchina ideata dalla libertà, si confondono con la linea dell'orizzonte. Un saluto senza parole, fa eco e le divide: alla prossima. 




domenica 27 ottobre 2013

Consigli spirituali per chi inizia a pedalare

Il ciclismo è lo sport più faticoso. Prima di salire in sella ad una bici da corsa, bisogna chiedersi, quanto si è disposti a soffrire. Imparerai ad essere masochista. E per questo avrai un rapporto di "odio" gentile e di amore sportivo verso la tua macchina fedele, la bicicletta. Qualche giorno non pedalerai e ne soffrirai. Un giorno senza bici, ti mancherà. Andare in bici stimola le endorfine, e ti pervade ogni parte di te, di un senso di benessere, di coraggio, di pace interiore, di dipendenza positivo; la bicicletta, ti da il tempo di pensare e di riflettere per conoscerti e migliorarti, anche nella vita. 
La bicicletta ti aiuta a parlare con te stesso, senza bugie; è la migliore espressione di onestà intellettuale, ti rende persona libera, ti dona la forza di spostare più in là, la linea dei  limiti; questa meravigliosa macchina è la metafora della vita, dove si impara sempre, e si rispetta ed ammira la fatica, fino a farlo diventare un culto, l'unico modo per raggiungere le mete, e migliorarsi. 
La bicicletta è una macchina straordinaria che sa trasformare la rabbia in una forza che sfida la gravità e diventa azione dinamica; è l'unica macchina che parla all'anima, al cuore e alla mente e sa scrivere la tua storia sulla strada della vita. 
La bicicletta non ti dice mai di no! Pedalate e non smettete mai di farlo; ci sono tante emozioni che aspettano di essere vissute.