giovedì 8 dicembre 2011

Test Bike Hersh Trinity: made in Italy.

Quando mi proposero di testare la Hersh Trinity, anzi lo 011, il primo esemplare del modello, ebbi molta curiosità. La struttura del telaio e della forcella mi incuriosì molto. Tutta la conformazione del telaio e della forcella mi fece pensare che si trattasse di un vero telaio da competizione. Di quelli che hanno sostanza e qualità e non parole. Non era un prodotto osannato dalla pubblicità, ma un prodotto destinato a coloro che volessero pedalare fuori dalle mode e che volessero distinguersi. La Hersh ha lanciato una sfida al mercato: ecco il suo telaio da competizione garantito a vita. 
Avrei potuto limitarvi a presentarlo come un telaio completamente personalizzabile dal cliente, nella tipologia del carbonio ( carbonio altissimo modulo M46J con laminazione esterna 3k, oppure 1K ma con un prezzo maggiore), nelle misure, grazie alla tecnica della costruzione a fasciato, nell'assetto (slooping o tradizionale, con reggisella tradizionale o integrato), nella scatola del movimento centrale ( BB30 o Press Fit da 86,5 o BSA), nella verniciatura e nella grafica. Serie sterzo conica da 1'/1/8-1"1/2. Potevo dirvi che è garantito a vita (due anni solo la verniciatura), che è acquistabile ad un prezzo competitivo ( 2700 € a listino, 1850 €  in vendita on line), che la Hersh è in grado di assistere la clientela in ogni problematica. Potevo dirvi che il telaio Trinity 012 ha un valore di rigidità di assoluto rispetto ( 125 n/m), verificato con un procedimento severo, come da foto allegate.
Avevo deciso di parlarne solo se mi avesse davvero convinto. Solo se su strada mi avesse sorpreso. Se avesse fatto la differenza. Il peso per esempio preso di per sè, come unico valore, significa poco: dire che un telaio pesa 800 grammi non significa che è performante, ma solo che è leggero. Non ci dice come va in salita, perchè il peso ridotto è solo una delle caratteristiche necessarie, il resto dipende dalla rigidità laterale e torsionale. Non ci dice se è confortevole. Se è reattivo. Se è preciso in curva. Per sapere che carattere possiede bisogna parlarci, mentre ci pedali. Bisogna sentire che sensazioni riesce a trasmettere. Bisogna spingerlo al limite. Bisogna conoscere altri telai.
Altra condizione è stata quella di avere preteso da Satini di conoscere la  verità su questo telaio prima di accettare di parlarne. Volevo sapere cosa ci fosse dietro il Made in Italy. Ecco quanto mi ha spiegato: "Il telaio Hersh come tutti gli altri telai presenti nel catalogo, sono Progettati, fasciati, testati e verniciati in Italia. Un ciclo produttivo che vede l’arrivo in azienda dei semilavorati, realizzati da produttori che lavorano il carbonio anche per altri settori merceologici. Il cliente Hersh fornisce i suoi dati attraverso una scheda predisposta appositamente per realizzare un prodotto su misura. Una volta che i tubi arrivano in Hersh su misura del cliente, si procede alla tecnica della sgolatura e alla messa in dima". . 
Tutta la verità. Su questo mio blog solo la verità. Il resto lo lascio alla pubblicità fatta dagli altri. 
Tempo fa chiesi ad un responsabile di un prestigioso marchio produttore di telai, come avessero stabilito il valore di rigidità del loro prodotto. Ovviamente ne ero già a conoscenza. Lui però non seppe dirmelo. Probabilmente lui stesso è vittima della pubblicità o come amano chiamarlo, marketing. 
La stessa domanda la feci a Satini  e lui senza battere ciglio, con la sicurezza di chi non ha nulla da nascondere, ebbe a spiegarmi il metodo con la quale la Hersh lo ha stabilito. Insomma capìì che il marchio aveva iniziato con il piede giusto, dotandosi di una rete di completamento della produzione e di vendita affidata a gente seria e preparata. 
Per quanti di voi non lo sapessero, spiego che la rigidità di un telaio viene verificata con la seguente operazione: si mette il solo telaio posizionato orizzontalmente in una macchina. Dall'alto viene fatto calare un braccio meccanico in acciaio, molto pesante, sollecitandolo nei punti cardini, quali il movimento centrale, il carro posteriore, la zona di intersezione posta tra il reggisella e il tubo orizzontale, il tubo sterzo. La deformazione impressa dall'impatto viene espressa in mm ed indica il grado di rigidità ovvero la capacità e il limite di deformazione ad una sollecitazione esterna. Vi allego delle foto fornitemi da Satini e scattate all'interno dello stabilimento di produzione. Io invece uso verificarlo, sia pure con i dovuti limiti, spingendo forte e lateralmente sul pedale tenendo la bici con le mani. Provate a vedere come si muove la scatola del movimento centrale. Ebbene il Trinity si è mosso davvero poco e ciò mi ha sorpreso perchè credetemi prodotti più blasonati hanno un comportamento imbarazzante !!!!
La garanzia a vita non deve intendersi mai illimitata. Ma per parlarne ho preteso che Satini mi mostrasse il certificato di garanzia che viene consegnato al cliente. E' tutto chiaro. Un limite temporale c'è solo per la vernice che è di soli due anni. Per il resto potete stare sicuri che il vostro telaio e la vostra forcella sarà garantita per tutta la vita dal produttore.
Ai grammomaniaci dico che è un telaio dal peso nominale di 860 grammi (taglia M). Il telaio testato è assemblato con componentistica racing. Quello testato è un modello preparato per una importante gara a livello internazionale. Quindi si è badato più all'affidabilità assoluta e al regolamento di gara. Pertanto il peso totale di 6950 grammi, come da regolamento UCI, perchè per potere partecipare ad una corsa professionistica deve avere un peso limite non inferiore appunto a 6800 grammi. Il telaio testato pesa circa 6900 grammi. Ma la Trinity sa essere più leggera, montando una componentistica mirata, come le ruote Leightweight, nella foto.
Prova su strada.
La Hersh Trinity 011 è stato realizzato in un unico esemplare. Già perchè ogni telaio Hersh non è mai uguale all'altro, perchè sono costruiti in base alla specifiche misure e progettate secondo le caratteristiche del cliente. Insomma un artigianato vero e proprio quello offerto dalla ditta comasca, che risponde alle esigenze di chi vuole avere un telaio personalizzato. Un enorme vantaggio.
Quello che ho testato è un telaio creato esclusivamente per un corridore, e pertanto ho dovuto fare tagliare il tubo reggisella per adattarlo alla mia quota. E' stato realizzato con le sue quote biomeccaniche e le sue esigenze. E' stata la prima volta che ho pedalato su una bici destinata ad una corsa importante, quale il Giro d'Italia Dilettanti.
Ogni telaio ha il suo corridore; la Hersh nasce per questo motivo. Lo 011 è una macchina da competizione. Del resto le misure dello 011 parlano chiaro: tubo sterzo alto 12 cm; carro posteriore lungo 40 cm; tubo orizzontale 52,5 centro/centro; tubo verticale 45 centro/fine; angolo del tubo piantone 74,5°; slooping molto accentuato.
E il carattere del telaio lo fanno anche le misure, oltre alla conformazione delle tubazioni, l'orientamento delle fibre di carbonio e la struttura del carro. Quindi nel caso di specie un carro posteriore corto, un pronunciato slooping ( il portaborraccia sul tubo piantone è inutilizzabile, perchè la borraccia tocca sul tubo orizzontale particolarmente inclinato), un tubo sterzo corto, un reggisella integrato, una scatola del movimento centrale press fit 86,5 mm. Il carattere dello 011? Preciso, rigido torsionalmente e lateralmente. Serve per andare sempre al massimo.
E ora devo aprire una parentesi, importante. La regola fondamentale è: il telaio deve adattarsi al ciclista; il ciclista non deve adattarsi al telaio. Altrimenti si possono avere problemi muscolo scheletrici e scarse prestazioni. Quindi prima di scegliere un telaio rivolgetevi ad un ottimo biomeccanico che valuterà le quote antropometriche e vi consiglierà il telaio adatto. Non ricorrete al cosidetto “ Fai da Te”, sprecherete soldi e salute.
Ma ritorniamo all'incontro ravvicinato con la Trinity 011.
L'ho spinta al massimo cercando di raggiungere il limite di deformazione, ma non l'ho mai raggiunto. La Trinity 011 non l'ho mai sentita in difficoltà, ha sempre risposto ad ogni mio incedere, ad ogni mia spinta; è stato facile accelerare, piegare in curva, rilanciare, chiudere una fuga, scattare e danzare sui pedali. E' straordinaria la sua rigidità laterale, direi un blocco monolitico; forte la rigidità torsionale, tant'è che è stato istintivo e facile allo stesso tempo rimanere sui pedali in salita. Ottima la tenuta in curva grazie alla serie sterzo conica, alla rigidità laterale del tubo sterzo e alla forcella con foderi dritti: curva precise con entrate veloci. Nulla dell'energia profusa nello sforza è andata sprecata. Un bel risparmio di watt. Insomma è un telaio che regala emozioni a chi vuole gareggiare. La capacità di rigidità del telaio lo si valuta nel grado di deformazione, nei momenti topici: curva, scatto, spinta, frenata. In nessuna di queste fasi durante l'evoluzione della pedalata, la Hersh Trinity 011 è andata in crisi. Nessuna manifesta deformazione, neanche quando da fermo ho spinto forte e lateralmente sul pedale: la scatola del movimento centrale e il tubo obliquo non hanno visibilmente ceduto, cosa che spesso mi è capitato di vedere su altri telai. Sulle strade sconnesse non appare mai fuori controllo. E' praticamente un telaio che vola radente sull'asfalto. Si possono compiere accelerate e scatti con estrema facilità. Una componentistica più leggera ne avrebbe aumentato la ottima reattività.
Il confort è discreto anche se non è la migliore dote di questo telaio e le ruote ad alto profilo non hanno aiutato in tal senso.
La sua grafica essenziale e la sua colorazione carbonio a vista sono piaciute molto ai ciclisti che ho incontrato e a quelli che mi hanno accompagnato.
I cavi e le guaine sono esterni al telaio. Questa è una soluzione alternativa a quella del passaggio interno che può essere scelta dal cliente al momento dell'ordine. Come può essere scelta ogni misura, tubazione, scatola del movimento centrale, rivestimento esterno del carbonio, colorazione, grafica, reggisella tradizionale o integrato. Chi acquista un telaio Hersh ha un telaio esclusivo.
Il prezzo ? 1850 € on line !!
Durante le uscite test bike ho usato l'abbigliamento Hersh, made in Italy: comodo e traspirante. In catalogo la Hersh propone anche un casco da 250 grammi con rete antinsetti e ventilato. Anche questo made in Italy.

Pagella della Hersh Trinity 011 (unico esemplare):
Rigidità torsionale e laterale: 10.
Confort: 7
Reattività: 8 
Precisione di guida e controllo: 10
Rifinitura: 10
Peso: 8
Si ringrazia Luca Falasca della ditta Falasca Cicli per l'assistenza meccanica.




























Il sito ufficiale della Hersh : 
http://hersh.it/

4 commenti:

  1. Mi piace molto il carbonio a vista, lavorato così. Qualche anno fa era ovunque, adesso lo si vede raramente.

    RispondiElimina
  2. Ciao caludio!ora rileggendo il post della suddetta e vedendo quella della pedemonte aurata , chiedo le effettive differenze inquanto prodotti molto simili ma sviluppato in un arco di ti prendo abbastanza lungo circa una decina di anni , ora chiedo come si comporta in bici di 10 anni fa rispetto ad una nuova ....la hersh (sarto d57) se non erro grazie illuminaci

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao. Ricordo bene i miei test; la mia memora è come un data base...il Telaio Hersh testato è un telaio polivalente, meno leggero, più rigido, meno comodo, meno reattivo rispetto alla Pedemonte Aurata, telaio da salita. Detto ciò, la tua è davvero una bella domanda, quella con la quale mi chiedi " ..come si comporta bici di 10 anni fa rispetto ad una nuova". Se bendassi i ciclisti, probabilmente la maggioranza, non si accorgerebbe della differenza. A parte questa battuta scherzosa, in realtà, il mercato vive di corsi e ricorsi storici come mi piace dire; fino a qualche tempo fa, andava di moda il telaio ultra leggero, poi è arrivato quello aerodinamico, ma meno leggero, però più veloce ( come se ci fosse un motore !), ed infine oggi c'è il telaio non leggero, aero e disco, ma tra poco si ritornerà a quello ultra leggero, e poi ancora a quello meno leggero e via dicendo come una noiosa filastrocca. Io penso che un telaio come l'Hersh testato vada bene ancora oggi, senza la minima ombra di dubbio. Questo non significa che i telai di oggi non siano stati migliorati, ma le differenze, spesso non sono così marcate, e comunque non tutti saprebbero distinguere le diverse prestazioni, che ci sono e ci saranno, tra i telai che si succederanno nel tempo. Del resto non è un mistero che ci sono molti ciclisti che non cambiano la bici, non solo o per affezione o questioni economiche, ma anche per la convinzione condivisibile che poi alla fine quando hai preso un telaio come questo o come un Pedemonte, made in Italy, magari su misura, quale potrebbe essere il motivo serio e concreto per doverlo cambiare ? In effetti quando hai un telaio come questi citati, combinati con ruote come le LW o comunque di categoria superiore, tutto il resto non ha più rilevanza; cambiare sarebbe come gettare soldi dalla finestra. Come vedi la qualità assoluta rimane, per sempre, punto. Saluti ciclistici.

      Elimina
    2. Grazie per la tempestiva risposta , effettivamente è come pensavo gira e rigira è tutto in 2 triangoli che vuoi inventare più..saluti !

      Elimina