giovedì 1 marzo 2012

Che Dio ci salvi dalla Merkel, dalla Germania capitalistica delle Lander e dai burocrati liberisti della CE..

Il sistema economico adottato dalla Comunità Europea e imposto dalla Germania, è paragonabile ad un “cancello”. Dicesi “cancello” una bici vecchia, arrugginita, pesante e senza bellezza. Una bici che non porta lontano. Rimanendo in gergo ciclistico, è il caso di dire che la Germania pur facendo parte di una squadra chiamata Comunità Europea, sta correndo per se, ed impone agli altri di correre per lei !!!! Sarebbe il caso di parlare di comunità tedesca, anzichè europea. Alla faccia del significato della parola "comunità". 
In questi giorni di convulsa e disorientata vita politica ed economica, anche a livello transnazionale, il cittadino è tempestato da termini e pensieri difficili da comprendere. Mi viene da sorridere quando alla TV o sui quotidiani si sentono e si leggono pensieri di economisti che cercano di dare la soluzione alla crisi economica mondiale corrente. Alcuni di loro per paura di passare come anti europei, ripetono parola logorate dall'uso improprio fattone persino dai politici che spesso e a torto non hanno conoscenza dell'economia e non solo di quella; altri invece escono fuori dal coro e indicano i limiti e le conseguenze ulteriori che ci attendono, consigliando anche la scelta dall'uscita dall'euro, che con il tempo si sta facendo meno peregrina. Comunque essa sia, la scelta del modello economico comporta delle conseguenze sulla vita di noi cittadini. Per questo dobbiamo deciderla  senza lasciarcela imporre. 
Memore dei miei studi di economia, cercherò di dare il mio sommesso contributo.
La premessa fondamentale è che la CE ha deciso di adottare il sistema economico del liberismo, che Dio ce ne salvi, la quale sinteticamente prevede, nella sua accezione più ampia, il libero mercato e la libera iniziativa, lasciando allo stato solo un intervento minimale, legato per lo più, alla realizzazione delle sole infrastrutture che possano favorire il mercato. Questa filosofia economica è il fondamento del sistema capitalistico.
Ebbene la CE sta operando una conversione delle economie nazionali basate per lo più sul sistema dello stato sociale a questo sistema economico spregiudicato, buono solo per i professori universitari in cerca di teorie da spiegare ai studenti del loro corso, cercando di staccare il destino dei cittadini europei da quello dei governi nazionali. L'unico elemento coagulante è la moneta unica, o almeno avrebbe dovuto esserlo, visto che non è sostenuta da alcuna politica economica comune. In pratica se è vero che tutti hanno la stessa moneta per gli affari, è però vero anche che le decisioni politiche in campo economico, vengono prese dai governi nazionali, che sono influenzati dagli elettori. Mi fanno sorridere le “sgridate” dal "governo" di fatto della CE, cioè la Germania della cancelliera, una nazione ricca che ha mosso una vera e propria guerra economica, (ancora un guerra, dopo le due mondiali di cui sono responsabili), l'unica nazione a cui conviene un europa così congegnata e che costringere le economie degli altra paesi aderenti alla CE, a praticare una politica di rigore nei bilanci pubblici, finendo così per  "uccidere" l'economia reale. In ballo c'è il destino di milioni di cittadini che ogni giorno si vedono sottratte opportunità di lavoro concreto e stabile, impossibilitati a programmare il futuro in modo sicuro. Siamo arrivati al paradosso della moneta forte che rende poveri i cittadini italiani e non solo, sgretolandone non solo certezze e stili di vita, ma anche la ricchezza personale, con disoccupazione, tasse ed imposte alte persino sui consumi (IVA al 21% !!!!!), con l'unico effetto di contrarli ed innestare l'effetto perverso della recessione. E pensare che i balzelli servono a redistribuire la ricchezza e a sostenere la spesa pubblica; oggi invece sottraggono solo la ricchezza ai cittadini. E così ci accorgiamo che la società si è incagliata come i conti dei cittadini, con conseguente perdita delle banche costrette a subire la perdita di capitali prestati e non restituiti, oltre gli interessi. Ecco che allora interviene la BCE che rimette soldi nel circuito finanziario, cioè nelle banche,  ma costringe i cittadini a sopportare gli aumenti dei tagli alla spesa pubbliche. Tuttavia le banche, vero problema che nessuno vuole risolvere perchè sono INTOCCABILI, prendono i soldi dalla BCE, banca centrale europea, ad un tasso dell'1%, ma senza  immetterlo nell'economia reale, come per esempio destinandole ai mutui o comunque per normali operazioni di finanziamento destinate ai privati. Voi mi chiederete e che ci fanno le banche con i soldi della CE ? Speculazioni finanziarie. Insomma facciamo sacrifici per farli arricchire. Qualche giorno fa, mi è capitato di vedere in TV, un servizio, dove un giornalista, fingendosi cliente, in cerca di mutui per l'acquisto di una casa, con la telecamera spenta, riprendeva la conversazione con gli impiegati delle banche. In ognuno di questi colloqui, la storia era la stessa: le banche non hanno interesse a prestare i soldi, anzi lo scoraggiano, praticando un tasso non conveniente. In altre parole, le banche si prendono i soldi dalla BCE, investendoli nella speculazione dell'alta finanza e non per fare girare la micro economia. Dunque un gioco che non favorisce la popolazione.  
Io credo che non bisogna accettare il dominio di un mercato autoreferenziale. Sui destini delle nazioni e dei loro cittadini, aleggia lo spettro del default, del rischio fallimento. Ma diciamocela tutta: siamo già falliti come sistema economico !!!!
L'errore irreversibile è la scelta di quella scellerata ed irrealizzabile politica liberista, che per funzionare, necessità di un sistema di vita ed economico possibile solo nei libri di economia. In buona sostanza la produzione apre gli sbocchi ai prodotti, crea cioè un adeguata domanda. Ciò postula la mancanza di eccesso della produzione rispetto alla capacità di assorbimento del mercato. Inoltre la domanda globale non potrà mai essere carente, secondo il liberismo, perchè il limite della produzione non è posto nella quantità della moneta in circolazione, ma solo dalle grandezze che corrispondono alle utilità e alle produttività marginali decrescenti. Dite la verità, vi siete persi ? Non avete ritrovato in queste parole, quel linguaggio ostile alla comprensione e soprattutto così lontano dalla realtà quotidiana, tipico dei governanti comunitari ?
Niente paura. Ora si parlerà un linguaggio più concreto e semplice.
La realtà quotidiana è diversa da quella creata dagli speculatori e dai burocrati saccenti della CE che governano i nostri destini. A loro dico che  non possiamo essere trattati come imprese. La realtà è fatta di persone. Non da regole economiche o matematiche, ma dalla vita quotidiana, fatta di occasioni e di investimenti personali ed economici, che però attualmente, non possono essere realizzati a causa della precarietà che caratterizza il liberismo. Il mercato libero preferisce solo il più forte, per gli altri non c'è spazio vitale: ricorda in fondo quello che accadeva ai gladiatori. Il liberismo è un sistema imperfetto. Ci sono fattori distorsivi della concorrenza che regola il liberismo. Tra questi, la criminalità organizzata (riciclaggio, usura), che attua una sottrazione della ricchezza, il lavoro "nero", la corruzione, l'inefficenza della pubblica amministrazione, la disoccupazione, ulteriori prove concrete che il mercato libero non può funzionare, in una società imperfetta. Nei pensieri degli economisti liberali, che ancora oggi non sono capaci di dare una risposta concreta alla società, non c'è spazio per questi fattori distorsivi e per previsioni di lavoro a lungo termine. Il mercato libero non ha pietà per i cinquantenni che perdono un lavoro e sono costretti a rimanere disoccupati perchè le imprese non investono sugli “anziani”, ma "usano" solo i giovani, che abbandonati dallo Stato, a causa dell'assenza di concorsi pubblici anche in settori dove manca personale, come la giustizia,   sono destinati a forme di contratto a termine, che non li forma professionalmente, ma li introduce nel mondo della precarietà. Il liberismo vuole la crescita solo attraverso l'iniziativa economica dei privati, che però essendo sottoposta alle regole di mercato, di fatto è limitata, in quanto soggetta alla variabile dei profitti: tale scelta aberrante non può garantire nulla, se non l'incertezza. E la chiamano crescita, se non riesce nemmeno a garantire l'oggi. C'è invece bisogno che la crescita venga lasciata non solo all'iniziativa privata, ma anche dallo Stato. Lo Stato deve garantire l'occupazione stabile direttamente con assunzioni dirette e indirettamente attraverso l'investimento negli interventi strutturali.
Al mercato sotto casa non spendi se non hai i soldi o non prevedi di averli a fine mese. Più lo Stato licenzia, anzi dovrei scrivere in questo caso, stato con la s piccola, più i contratti di lavoro, gestiti da privati tenderanno a creare forme occupazionali  a tempo determinato, senza garanzie, secondo la logica del liberismo.
C'è stato un precedente a questa crisi economica, che ogni giorno di più, sta diventando anche una crisi morale e di valori. Il precedente c'è stato nel 1930, con la cd Grande Depressione. Nei principali paesi industriali il livello della produzione si contrasse del 30-50%. Negli USA si registrarono punte di disoccupazione superiore ai 13 milioni di unità. In Germania la disoccupazione interessò 6 milioni di lavoratori. In Gran Bretagna 3 milioni. Una crisi che colpì anche il sistema liberistico degli USA, al punto tale che costrinse Roosevelt a varare il New Deal, in pratica un massiccio intervento dello stato nel mercato, che dimostrò tutti i limiti del liberismo e quindi del mercato libero.
Ma anche la realtà di questi tempi ci insegna che a seguito della recessione si può ripartire con una marcia in più e raggiungere il benessere: Argentina e Brasile insegnano !!!! 
Fu allora che un economista inglese, Keynes, elaborò il suo pensiero che ha profondamente mutato la storia e l'economia.
Non vi tedierò con formule o teoremi, non parlerò come i politici, come i professori, ma come uno che viene dalla strada, perchè è la strada che forma le persone capaci, temperati alla vita.
Per spiegarvelo basta prendere una vanga e scavare una buca. Ecco spiegato l'essenza del pensiero keynesiano e risolta la crisi attuale.
Keynes sosteneva che anche senza costruire nulla, dando solo una vanga e pagare i lavoratori per scavare le buche e poi riempirle, si possono sostenere i consumi di quei lavoratori e quindi aiutare la crescita della domanda.
Secondo l'insigne ed autorevole economista inglese, in un economia colpita da una debole domanda (richiesta di acquisto di prodotti per farla ancora più semplice) e dalla mancanza della crescita del reddito nazionale, il governo può aumentare la cd domanda globale ( che è pari alla somma tra consumo ed investimento, sia pubblico che privato), attraverso la spesa pubblica finalizzata all'acquisto dei beni e dei servizi e quindi alla crescita dell'occupazione !!!!
Parole fatte passare per il responsabile principale della crisi attuale, dall'informazione liberista della CE, diventano invece la soluzione ai disastri creati dal mercato libero e dal taglio lineare della spesa pubblica !! Niente paura, le politiche di deficit di bilancio, come l'indebitamento pubblico, in determinate ipotesi, non aumentano il tasso di interesse al punto di scoraggiare l'investimento privato, ma rimette in moto l'economia.
Non dimenticate che il debito pubblico nello stato attuale in cui si trova non sarà mai estinto, ma  saranno  pagati solo gli interessi sul debito pubblico, attraverso l'emissione di buoni dello Stato, in altre parole, debito contratto per finanziare del debito. E pensate che attualmente sono gli stranieri che maggiormente comprano il nosto debito. Per questo i mercati finanziari vanno tranquillizzati. Ecco perchè l'attuale capo del governo italiano spesso va a parlare nelle capitali europee; lo fa  per convincerli a comprare i nostri titoli pubblici. Ma i sacrifici serviranno a poco perchè questo sistema è destinato al fallimento, anzi forse è già fallito. 
Ecco tutto qui. Tutto il resto è propaganda che serve a creare alibi ai politici e a mentire ai cittadini. Non c'è bisogno di un Europa dei ricchi banchieri, ma di cittadini felici.  Non fidatevi della comunicazione di massa. Leggete e coltivate la cultura libera. Non lasciate che altri decidano per i vostri destini. La vita è una e merita di essere vissuta al meglio. Siamo nati per essere liberi, non per essere regolati da un mercato finanziario. Un grande economista indiano, premio Nobel, Amartya Sen, disse:” L'uomo è quel che gli viene permesso di essere”. Buona fortuna e che Dio e gli uomini coraggiosi ci liberino dalla Merkel e dalla Germania capitalistica delle Lander ( le ricche regioni tedesche). Non abbiate paura di difendere il vostro futuro e quello dei vostri figli. Nessuno si salverà. Tranne gli speculatori. Il nostro futuro è solo nelle nostre mani. Non dobbiamo affidarlo ai burocrati della CE. Il loro intento, quali seguaci del liberismo, è quello di smantellare lo Stato Sociale ( sanità, istruzione pubblica, pensioni, garanzie sociali, ecc), ridurlo al minimo termine, e lasciare i cittadini in balia di una concorrenza senza limiti, sfruttati dal mercato ovvero dal capitalismo ( come per esempio in India, potenza industriale, dove i lavoratori guadagano una miseria di stipendio, dormono e muoiono per la strada o negli USA dove le persone che non hanno una assicurazione privata, muoiono per la strada perchè gli ospedali vengono pagati solo dai privati, ecc). Sarebbe un società insicura e dura, dove oggi si è ricchi e domani si è poveri, a causa di una vita altalenante ed incerta.
John Maynard Keynes

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