domenica 14 agosto 2011

"Sua Maestà", Passo Le Tre Cime di Lavaredo. Passo Tre Croci

La 3^ puntata delle salite dolomitiche.

L'ascesa verso Sua Maestà, Le Tre Cime di Lavaredo, di fatto, incomincia da Cortina d'Ampezzo, quando si inizia a salire, arrivando fino al passo delle Tre Croci, lungo i suoi 7,970 km, superando una pendenza media del 7,2% e una pendenza massima del 12%, per poi "scendere" verso il lago di Misurina, con strappi fino al 13%,  poi a risalire inesorabilmente verso il lago di Antorno, dopo uno strappo del 18%, annunciato da un altra rampa al 12,4% e da un altra al 9% !!
Si arriva alla barriera del pedaggio e si continua fino al ponte, con uno strappo al 7,2%: qui  inizia il "fuoco della purificazione", perchè il "ciclo alpinismo" è ascetismo: circa 4 km "che ti bruciano", con una pendenza massima al 18% e senza scendere mai sotto al 10%.  Quando si arriva al piazzale, bisogna ancora soffrire, per decollare verso quota 2304 m, su una rampa del 12,4%.....poi niente sarà più come prima. 

Ecco i dati di Sua Maestà Le Tre Cime di Lavaredo: lunghezza 7,190 km, pendenza media 7,6%, pendenza massima 18%.
Dal punto di vista paesaggistico il percorso è di una bellezza straordinaria. L'arrivo in cima è caratterizzato da una strada larga con un manto stradale perfetto. La visione regala emozioni senza fine, uniche come del resto, anche quelle vissute negli altri passi dolomitici, conquistati in bici.  Qui il paesaggio maestoso si unisce al cielo attraverso le tre guglie chiamate appunto le Tre Cime. Appena più su, c'è Dio.

Ringrazio la mia famiglia che mi ha seguito anche in quest'altra follia, il sig. Primo e la sua simpatica moglie Lydia, che hanno fatto il tifo per me durante la scalata delle Tre Cime di Lavaredo.


Dedico alle Dolomiti queste riflessioni subitanee:

"Cieli infiniti, cattedrali di rocce, laghi custoditi dalle vette, in un silenzio sacro, ovunque si ode l'inno alla gioia. La montagna è il punto più alto della terra, lassù tutto è diverso, è più vero. La spirale d’asfalto che avvolge la sua roccia e conduce sulla vetta, è la via crucis dell’anima, la forza contraria che tempra i muscoli e stringe il cuore. Alla montagna non si può mentire, non ci si può rivolgere con la parola, ma solo con il pensiero. La montagna esige il silenzio e il tributo. 

La montagna è purezza, eleva l’anima a Dio. Essa vuole è il sacrificio del ciclista: ogni goccia di sudore è un dono dovuto, ogni affanno è un sospiro dell’anima, un voto; bisogna essere liberi per tendere alla vetta, per ascoltarne la voce divina. 


La montagna è serena ed emozionante solitudine. Tutto quello che accade durante l’ascesa è unico e prezioso. Quello che unisce la montagna all'uomo è eterno. La salita montana rende umili e veri. 


Che meravigliosa è l'azione di salire fino al passo. L’alea del mistero circonda e ammanta ogni parte del corpo di una forza immane. 

Sulle pendici i ciclisti eletti pedalano all’unisono, e come fratelli guerrieri, soffriranno dello stesso dolore, si consumeranno della stessa fatica, sorrideranno della stessa gioia, avranno la stessa vittoria, la stessa sconfitta:  fratelli di montagna, fratelli di ruota."


(Claudio Cobiani)



verso lo scollinamento del passo Tre Croci: una salita molto dura


l'arrivo sul passo Tre Croci, ma il peggio doveva ancora arrivare



passaggio davanti al lago di Misurina

il lago di Misurina e sullo sfondo, Sua Maestà, Le Tre Cime di Lavaredo: una bellezza unica al mondo.




la segnaletica, annuncia Sua Maestà



davanti alla barriera del pedaggio

i costi del pedaggio: i ciclisti non pagano con i soldi, ma con un pezzo della loro vita, consumata dal terribile sforzo
superata la barriera, pedalo verso il ponte

gli ultimi metri


un sogno realizzato


una volta giunta al traguardo non voleva fermarsi più!!!!!!




Leggera e reattiva....troppo "Oltre"

io e il mio amico Primo
Lassù si tocca il cielo con un dito

uno sguardo da sotto












Lago Antorno e sullo sfondo le mitiche Tre Cime di Lavaredo


sabato 13 agosto 2011

passo Pordoi, passo Gardena, passo Sella e passo Campolongo (senso orario e antiorario)



Eccoli i passi dolomitici della Maratona delle Dolomiti ( oltre il Giau, il Falzarego e il Valparola).
Li ho scalati sia in senso orario, che in senso antiorario. Spettacolare il paesaggio. Bisogna sempre spingere perchè la pianura non c'è.  In fondo tutto inizia e finisce da qui, nel ciclismo, come nella vita: la salita.